Stavo aggiornando la grafica del blog e casualmente, la mia attenzione è andata su delle vecchie bozze. Solitamente non tengo molto in stand-by, però mi ha incuriosito un articolo in bozza del 2014. Praticamente un’altra vita, dal titolo:

‘Chiedetemi se sono felice, ma chiedetemelo tra un po’. Che titolo!

Un post lasciato così, giustamente sospeso. Una sospensione carica di significati insoliti. Ed è incredibile quanto io a volte, sia ‘profeticamente illuminata’. Solo a volte. In quelle occasioni lo sono quasi al cento per cento direi.

Una domanda pertinente e lecita in quel momento. Forse è la domanda top, da porre a noi stessi con entusiasmo e una buona dose di coraggio.

Io non credo nel caso. Come qualcuno sosteneva: ‘Il caso non esiste’.

O forse esiste, ogni volta che diveniamo una straordinaria casualità. Quando ascoltiamo le nostre intuizioni e non limitiamo il fluire delle nostre energie.

Facile a dirsi, molto più a farsi.

Per caso oggi ho aperto questa bozza e proprio oggi, so quanto sia importante costruire il nostro percorso e la nostra strada. Partendo da noi. Felicità? Preferisco di gran lunga la parola gioia. E’ più autentica. Reale. Meno irragiungibile e patinata. Determinata da piccole verità personali. A volte scomode, faticose o troppo sincere. Quelle che, inevitabilmente, fanno parte di noi.

Oggi è sempre una personale conquista, mai scontata. E’ un miracolo di tutti i giorni. Il punto di rottura della nostra identità. Nel presente abbiamo il dono di esistere e poter fare qualcosa per noi. O per gli altri.

Oggi è senza nessun dubbio, la scelta migliore per dichiararsi, parlare, migliorare. Costruire. Agire.

Un bel momento, vero?

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