Sono viva! Eccomi qua…

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Lunedì ho avuto l’intervento: piccolo, di routine, alle corde vocali.

Avevo fatto la visita con un medico fantastico, il dott. Fabio Greco, e mi aveva rasserenato sul tipo di intervento.

Beh, secondo voi, io ero calma? Ahahahahahaha. Una battuta, vero?

Una, che, quando vede un ago per il prelievo sviene – che cavolo – soffro di sensibilità vagale, non è uno scherzo! 😉 Eppure per il parto, (senza epidurale, non per mia scelta) me la sono cavata bene <3 Miracoli della maternità.

Solitamente nel blog, do spazio alla gioia. Ma non si possono nascondere certi sentimenti. Forse, ho un qualcosa di eccessivo, in tutto ciò che faccio: quando amo, Amo: con tutta me stessa, senza riserve. C’è il rovescio della medaglia: quando ho paura, quando sono ferita, in tutte le mie emozioni, non ho filtri.

E poi, sì, sono delusa per una mia situazione privata, umana. Poi vi racconterò. Mettete in conto, che, sono me stessa, senza bugie, e capirete il mio stato iperemotivo, incontrollato, del pre intervento. Paura, tanta paura. Di tutto, dell’anestesia. Generale. Aiuto. Aiuto!

Il gran giorno: arrivo lì…Instagrammo il momento (grazie ai miei instafriends, per le parole carine)…

Dico a Nic: amore di mamma, mi raccomando fai il il bravo mentre aspetti qui con papà (in sala d’attesa).

Lui: mamma , posso venire con te?

Io: (sentimenti incontenibili che volevano saltar fuori) Cucciolo, no, mamma deve fare il piccolo intervento che ti ho detto, fammi stare serena, e fai il bravo. Ok?

Lui: ok, mammina.

(E mi han detto, che è stato un vero ometto. Vita mia)

Io, una nausea che non avete idea. Una paura: mi scappava di andare in bagno, mi sentivo immersa in un vortice emotivo assurdo. Entro, vado in stanza, le domande, le rassicurazioni del personale: stai in ottime mani! Arriva l’nfermiera:

Anuska, tocca subito a te vai: in bocca al lupo…- Ah, si risponde: Grazie! – La bocca, della lupa, è il posto più sicuro al mondo <3

Insomma, vado! (ma volevo scappare). Vestitino per l’operazione, una paura official, e arriva il ragazzo: dai, andiamo giù!

Un tantino, agitata. Avete l’immagine ben chiara?

Tremavo. Pensavo il mondo, e cercavo di non farlo. Ma come si fa a non pensare? Ma dai! Come sempre in questi momenti, chiedo aiuto a mio padre. Già. Aspettiamo qualche minuto e entriamo nell’area ‘calda’. A dire il vero, freddina. Entro nella pre sala. Le anestesiste (di cui una incinta, dolcissime entrambe) chiacchieravano tra loro. Mi guardano, e io;

ve lo dico, sono terrorizzata!

 Allora ci pensiamo noi a distrarti, ti prepariamo un bell’aperitivo! (eheheheheh).

Come iniettato, subito un giramento di testa, e poi, una sensazione di rilassatezza. Per intenderci, come quando ti fai una canna la liceo! 😉

Calma? Macchè!

Arriva il mio chirurgo (il dott. Greco). Cosa abbiamo? Ah, Anuska…L’ho visitata io, stia serena!

Io: Mi fido di lei, ma non sto serena per niente.

Arriva un altro chirurgo, di cui non conosco il nome, mi sento di ringraziare anche lui. Dolce. Mi fa qualche battuta, cerca di distrarmi.

Arriva il momento, ecco, quello spaventa un po’: sul lettino. L’anestesista, con gli occhi color del mare, si fa più decisa: adesso dormi! Inizia a contare.

P.S Se brucia quel liquido!

Uno, due, tre…Qua, qua, qua…Mica lo so se l’ho detto o l’ho pensato? Cercavo di dire quattro, ma improvvisamente un sonno fortissimo, mi ha avvolto. Una bella tranva, come si dice a Roma.

Un buco spazio temporale. Qualcosa del genere.

Sento delle voci, apro gli occhi. Sono sveglia. E mi sento bene.

Come stai? Fai dei bei respiri. Come ti senti?

Io, bene!

Sono viva. Ho pensato a Nic.

Mi sono guardata intorno.

Arriva quel chirurgo (di cui non ricordo il nome): è andato tutto bene, e mi prende la mano. Mi fa un sorriso. Ma quanto vale un sorriso? Un piccolo mondo.

Grazie! (io).

Piango. Per la gioia, perchè sono fatta così.

Prima di chiudere gli occhi, la mia più grande paura era, non vedere più il mio nano.

Sì, lo so. Sono abbastanza fusa. Era una paura che mi toglieva il fiato. Mi inibiva, mi rendeva inerme davanti le emozioni.

Aprirli, e rendermi conto di stare bene, è stato fantastico.

Una mezzora lì, per far sistemare tutti i valori corporei. Poi su, in stanza.

Io all’infermiere: per piacere, può dire a mio figlio che è andato tutto ok?

Lui: certo, come si chiama tuo figlio?

A proposito: riposo vocale per me, eh! 😉

L’anestesia, a parte il terrore pre operatorio, non mi ha dato reazioni post. Evvai! Appena sveglia, un po’ rinco, tipo dopo una sbornia, ma velocemente mi sono sentita meglio, anzi bene! Niente mal di testa, solo pochino la sera (tutto il giorno sui social, che pretendi?) Niente nausea. Tutto ok. Solo poco bruciore alla gola. Normale.

Unico fastidio post? L’ago della flebo spostato! Ma grazie a Fabio (dolcissimo infermiere specializzando), tutto risolto.

Al Campus, mi sono trovata benissimo (ovviamente a nessuno piace stare in ospedale!). L’attenzione che dedicano al paziente, non è solita da trovare. Lo dico davvero. Ho una stima immensa per i medici, e il personale infermieristico, che svolge questo lavoro (per me è più di un semplice lavoro) con dedizione.

Ecco, vi ho un po’ ammorbato, ma avevo proprio voglia di scrivere, dato che sono momentaneamente, e vocalmente in standby.

Ora vado di dieta semiliquida e fredda per una settimana.

Al prossimo post miei cari 😉

Qualche fifona come me al rapporto?

 

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