Me

Un bel po’ di me:

The 5 love languages

Era una mattina fredda ed umida d’inverno. Una giornata in cui pensavo solo a tornare a casa da mio figlio. Uno di quei periodi in cui sei in bilico tra l’essere arrabbiata con te stessa o con gli altri. Insomma una di quelle mattine in cui vorresti un cappuccino caldo e startene nel letto.

Accadeva per caso: mi ritrovavo a parlare con una cliente abituale dello store, una persona brillante ed intelligente con cui conversavo spesso, volentieri. Il caso ha la semplice capacità di non essere mai casuale. Nel mezzo dei nostri discorsi, una semplice domanda:

'Hai mai letto the 5 five love languages di Gary Chapman?'

In realtà no, non l’avevo mai letto, ancora. Inizia a raccontarmi con enfasi il messaggio nascosto (non così tanto) dell’autore. Ascoltando i dettagli mi sono incuriosita, una lettura da fare al più presto mi son detta, un libro da lista dei desideri subito. Eppure non lo acquisto quel giorno, passa un po’, qualche tempo dopo dentro un Mondadori Store, mi trovo a chiedere il titolo del libro, che in quel momento non era disponibile nemmeno su ordinazione. Mi dico che sarà per la prossima!

Passano altri giorni, ‘The five love languages’ resta un po’ sospeso nei desideri della mia lunga lista, quasi mi dimentico del testo e della voglia di leggerlo, fino a quando sempre per caso, navigo nello shop di Amazon e mi viene in mente di trovarlo tra i tanti titoli a disposizione. E’ lui, era disponibile! Perfetto, subito nel carrello per l’acquisto.

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Vivi e lascia vivere

Non ho mai capito il perché dei comportamenti di alcune persone. E aggiungo che non ho proprio voglia di capirli. Adesso.

Perché devi – tu persona – devi dar fastidio al prossimo così, a caso. Ma che problemi hai?

Sto parlando da sola, lo so 😀

In verità non ho mai compreso l’attitudine umana di farsi gli affari degli altri. Di guardare altrove, quando bisognerebbe guardarsi dentro.

Mente libera

Sarà che io sono sempre stata molto free in queste cose. Come si dice a Roma, fondamentalmente di ciò che fanno gli altri, me ne può fregare di meno. Concentrarsi per rendere felici se stessi no? Io lo consiglio. Provare per credere.

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Oggi…

Stavo aggiornando la grafica del blog e casualmente, la mia attenzione è andata su delle vecchie bozze. Solitamente non tengo molto in stand-by, però mi ha incuriosito un articolo in bozza del 2014. Praticamente un’altra vita, dal titolo:

‘Chiedetemi se sono felice, ma chiedetemelo tra un po’. Che titolo!

Un post lasciato così, giustamente sospeso. Una sospensione carica di significati insoliti. Ed è incredibile quanto io a volte, sia ‘profeticamente illuminata’. Solo a volte. In quelle occasioni lo sono quasi al cento per cento direi.

Una domanda pertinente e lecita in quel momento. Forse è la domanda top, da porre a noi stessi con entusiasmo e una buona dose di coraggio.

Io non credo nel caso. Come qualcuno sosteneva: ‘Il caso non esiste’.

O forse esiste, ogni volta che diveniamo una straordinaria casualità. Quando ascoltiamo le nostre intuizioni e non limitiamo il fluire delle nostre energie.

Facile a dirsi, molto più a farsi.

Per caso oggi ho aperto questa bozza e proprio oggi, so quanto sia importante costruire il nostro percorso e la nostra strada. Partendo da noi. Felicità? Preferisco di gran lunga la parola gioia. E’ più autentica. Reale. Meno irragiungibile e patinata. Determinata da piccole verità personali. A volte scomode, faticose o troppo sincere. Quelle che, inevitabilmente, fanno parte di noi.

Oggi è sempre una personale conquista, mai scontata. E’ un miracolo di tutti i giorni. Il punto di rottura della nostra identità. Nel presente abbiamo il dono di esistere e poter fare qualcosa per noi. O per gli altri.

Oggi è senza nessun dubbio, la scelta migliore per dichiararsi, parlare, migliorare. Costruire. Agire.

Un bel momento, vero?

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Come quei tartufini che tanto adoro!

Anzitutto Gioiosa Pasqua a tutti quelli che sentono questa ricorrenza.

Intesa come nuovo inizio. Nuovi incontri con noi stessi. La rinascita così inaspettata che nasce dal ridere di noi. Rinascita è una parola forte: vera, autentica e pura.

Ridere, sorridere e rinascere ogni istante. Un trio quasi perfetto.

Ma torniamo a noi:

avete presente quei tartufini di cioccolato? Quelli così invitanti, almeno per me.

Da piccola li adoravo e mio padre che, lavorava nel settore, mi diceva sempre di non prenderli, perché erano preparati con ingredienti ‘di scarto’ alimentare.

‘Ma no, prendi un’altra cosa, proprio questi vuoi?!’

E io testarda, praticamente de’ coccio, proprio quelli volevo. A me, quei tartufini di cioccolato piacevano troppo e non me ne fregava nulla del resto. Io li volevo! (altro…)

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A qualcuno piace Keanu

Della serie, perché accontentarsi nella vita?

(E fu così che divennero gattare)

Se vabbe’. Anche no 😉

C’è da scegliere fra, il saper gioire delle piccole cose e svalutare la propria persona, pur di non stare soli. La tristezza. Questo è un altro capitolo ancora.

Io credo che (esperienza vissuta più volte) quando in una relazione parli al muro, o l’altro non sa ascoltare la tua lingua, il senso di solitudine sia più evidente che mai. Per dirlo qui…

Detto questo, molti mi dicono di essere un po’ troppo severa, a volte, con il genere maschile.

Dissento. 

Non sono rigida, sono esigente, un buon cinque per cento lo salvo volentieri 😉

E in questo cinque per centro, noi ragazze semplici (ma complesse), noi che crediamo ancora nel potere assoluto di un gesto galante, noi, salviamo lui. Uno tra tutti.

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quando i personaggi maschili della tua infanzia nemmeno appartengono al genere umano, la domanda è una sola

Le chiacchiere stanno a zero: quando i personaggi maschili della tua infanzia, nemmeno appartengono al genere umano, la domanda è una sola:

ci facciamo o ci siamo?

Tutti noi abbiamo preso a modello personaggi fantastici in cui riversare più o meno un ideale dell’altro, ma quando i personaggi maschili della tua infanzia non stanno né in cielo né in terra, i conti finalmente tornano. Forse.

Non so voi,

ma io già da piccola avevo gusti semplicissimi e mi accontentavo veramente di poco 😀



Andiamo per ordine: parliamo di loro, chi sono?

Due tipi comuni, normalissimi, direi quasi anonimi. (altro…)

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‘Se fossi donna, sai quante cose farei’…

Quante volte ci siamo sentite dire questa frase:

‘Se io fossi donna, sai quante cose farei’

Eh, ma quante?

Anzitutto, questione parto: senza dubbio sarebbe accaduta l’involuzione della specie. Estinzione globale come minimo. Vabbe’ pessimo luogo comune, ma ci sta 😉

Perchè noi siamo donne e abbiamo il ‘potere‘.

Questo arcano e misterioso flusso magico, che a quanto sembra (altro…)

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La vita prima di WA

E’ accaduto qualcosa di sconvolgente: a metà strada tra il mistico è il metafisico. Una cosa che non mi accadeva dal momento in cui ho buttato l’ultimo pacchetto di Marlboro Medium. Anni e anni fa.

Un buco spazio temporale in cui perdere il contatto col mondo intorno a te, per magia lo fa acquisire. Già in tempi non sospetti, uscire senza il 3310 di turno era quasi un accenno di pura utopia.

L’era 3.0 è dentro di noi. Detto da una che ha un blog e qualsiasi social possibile e immaginabile appare forzato e controtendenza. Forse sì, forse no.

 Forse No.

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