L’uomo non sa vedere un gatto ma un gatto si, egli vede oltre, all’interno e al di là di noi stessi

Il gatto non si relaziona bene con l’apparenza degli esseri umani.

Egli vede oltre, all’interno di noi stessi e al di là di noi!

Si relaziona con l’essenza.

Se il gesto d’affetto delle persone nei suoi confronti nasconde timore o sostituisce inaccettabili (ma esistenti) impulsi segreti di aggressione, il gatto lo percepisce; quindi si difende dalle carezze.

La sua relazione è con ciò che è occulto, nascosto e che non siamo in grado di vedere e sentire.

Per questo, quando nel gatto sorge una qualsiasi manifestazione d’affetto, è qualcosa di estremamente VERO e mai falso che non deve essere disdegnato.

E’ un gesto di fiducia che onora chi lo riceve, alla stregua di un giuramento.

L’uomo non sa vedere il gatto, ma il gatto sa vedere l’uomo.

Se c’è una latente o reale disarmonia, il gatto la percepisce.

Se è presente la solitudine, il gatto lo sente e la attenua come può, lui che affronta la propria solitudine in un modo molto più valoroso rispetto al nostro.

Non dice nulla, non protesta, si allontana.

Chi non sa leggere questo comportamento pensa che il gatto non sia presente; ma, presente o assente egli insegna e manifesta qualcosa.

Vicino o lontano, guardando o fingendo di non vedere, egli comunica codici che non sempre (e quasi mai) sappiamo tradurre.

Si relaziona con i fluidi, le aure, i fantasmi amici e non.

Il gatto è medium, stregone, alchimista e parapsicologo.

E’ una possibilità di meditazione permanente al nostro fianco, ci insegna la pazienza, l’attenzione, il silenzio e il mistero.

Il gatto è un monaco silenzioso, meditativo e saggio.

Riflette i nostri quesiti carichi di paure, aspettando che incontriamo da soli le risposte; che affrontiamo in solitudine il cammino della ricerca interiore anziché seguire quello già preparato da altri, già conosciuto, già percorso.

Il gatto risponde sempre ponendo una nuova questione, rimettendo a noi la ricerca permanente di ciò che è reale, la ricerca incessante, la certezza che ogni secondo conserva in sé la possibilità della creatività e di nuove e infinite interrelazioni tra tutte le cose.

Il gatto è una lezione quotidiana di affetto sincero e fedele.

Le sue manifestazioni sono intime e profonde.

Esige raccoglimento, abbandono, attenzione.

Il gatto predilige le persone distratte.

Gli attaccabrighe lo irritano.

Vive della verità e non si illude con le apparenze.

Nessuno, in tutto il mondo animale, ha appreso, al pari dei gatti, a bastare a se stesso (perfino per quanto riguarda l’igiene).

Il gatto ci insegna posizioni nuove nel dormire, nel fare ginnastica e muscolatura, oltre che le asana dello yoga ed esercizi di respirazione.

Ci insegna a dormire arrendendoci totalmente al potere recuperante del cosmo.

Ci mostra come fare stretching, come massaggiare integralmente la muscolatura per prepararsi all’azione immediata.

Se i preparatori atletici imparassero il riscaldamento muscolare dai gatti, i giocatori di riserva non impiegherebbero tanto tempo (quasi 15 minuti) per riscaldarsi prima di entrare in campo.

Il gatto esce dal sonno ed è pronto all’azione con la massima tensione ed elasticità in un secondo.

Conosce ogni millimetro di ogni parte del proprio corpo, che ama e preserva come un tempio.

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INSEGNAMENTI DEL GATTO:

  • Lezione di salute sessuale e sensualità
  • Lezione di coinvolgimento amorevole con dedizione integrale per vari giorni
  • Lezione di organizzazione familiare e definizione dello spazio e del proprio territorio personale
  • Lezione di anatomia, equilibrio, muscolatura
  • Lezione di salto
  • Lezione di silenzio
  • Lezione di riposo
  • Lezione di introspezione
  • Lezione di contatto con il mistero, con le forze oscure, con la parte d’ombra del mondo
  • Lezione di religiosità libera da icone
  • Lezione di alimentazione
  • Lezione di eleganza
  • Lezione di buon gusto e di opportunismo
  • Lezione di vita!

Quest’ultima è la più importante, poiché è quotidiana, silenziosa, educata e la offre gratuitamente senza esigere alcunché in cambio.

Il gatto è una possibilità costante di interiorizzazione e saggezza, collocata dall’essere misterioso a disposizione dell’umanità.

La ghiandola pineale del gatto presenta tracce di quarzo, pertanto egli è un trasmutatore di energia, un animale utile per curare, poiché capta l’energia negativa dell’ambiente e la trasforma in buona energia.

Normalmente, dove il gatto si corica frequentemente, significa che non è presente una buona energia (se, ad esempio, il gatto comincia a stendersi in modo insistente su una parte del nostro corpo, significa che quella parte del corpo è malata o lo sarà presto, poiché il gatto ha già percepito la cattiva energia che sta lì).

Si può osservare inoltre che, nella stessa maniera in cui il gatto si stende in un determinato spazio, repentinamente si alza, quando sente che ha ripulito l’energia di quel luogo e che, quindi, non c’è più bisogno di lui.

L’amore del gatto per il padrone, non è attaccamento.

Quando egli sente che il padrone ne ha bisogno, gli si avvicina, altrimenti se ne allontana.

Nell’Egitto dei Faraoni, il gatto era adorato nella figura della Dea Bastet, rappresentata comunemente con corpo di donna e testa di gatto.

Questa bella dea rappresentava la luce, il calore, l’energia.

Inoltre, era il simbolo della Luna e si credeva avesse il potere di fertilizzare la terra e gli uomini, curare le malattie e condurre le anime dei morti.

In questa epoca i gatti erano considerati i guardiani dell’altro mondo ed erano comuni in molti amuleti.

Il gatto immortale esiste, in qualche mondo intermedio, tra la vita e la morte, osservando e aspettando, passivo, fino al momento in cui lo spirito umano sarà libero.

Allora, e solamente allora, egli guiderà l’anima fino al suo riposo finale.”

(Fonte: The mythology of cats – Gerald & Loretta Hausman)