La leggenda dei gatti Siamesi

La leggenda narra che re del Siam viveva in un magnifico palazzo di fronte al quale c’era un grande parco ed una piscina che comunicava, con uno stretto passaggio, con un fiume, popolato da coccodrilli, che scorreva nei pressi. Il re amava molto i gatti e ne accoglieva un gran numero nella sua residenza. Aveva anche una giovane figlia, luce dei suoi occhi. Un giorno, dovendo allontanarsi e preoccupato per la principessa, chiamò i gatti, raccomandò loro di vegliare e prendersi cura della fanciulla in sua assenza e partì. Faceva molto caldo e la principessa decise di ristorarsi con un bagno in piscina. Mentre lei sguazzava con un certo numero di gatti di guardia attorno al bordo, un famelico coccodrillo imboccò il passaggio che portava dal fiume alla piscina per farsi un sol boccone della fanciulla. Allora, i gatti si precipitarono sulle sponde del passaggio e, agitando le loro code nell’acqua, distrassero il coccodrillo dando alla principessina il tempo necessario per mettersi in salvo. Però, nel frattempo, il rettile aveva già mozzato le loro appendici caudali con un solo morso.
siamese_NG4
Da quel momento, secondo questa leggenda, i gatti siamesi si dividono in due famiglie: quelli con la coda lunga, che erano rimasti nel Palazzo, sono i gatti “del tempio” e quelli che avevano sacrificato le loro code per salvare la principessa sono i “gatti della piscina”

Si racconta inoltre che i Siamesi con la coda ricurva, ossia un difetto genetico che purtroppo può capitare nei gatti Siamesi e Thai, sia stata nei tempi passati molto apprezzata dalle principesse, amanti dei gioielli.
Una leggenda narra che le principesse dell’antico Siam, quando andavano a fare il bagno al fiume, si facessero accompagnare dai loro adorati gatti, e che, quando si toglievano gli anelli prima di immergersi nell’acqua, li infilassero sulla loro lunga coda. Un giorno, durante un’incursione di briganti, i gatti, per difendere i preziosi che avevano in custodia, attorcigliarono la coda a tal punto da formare un robusto uncino scoraggiando, in tal modo, i malviventi a sfilare gli anelli.

Miti e leggende