Di “vediamoci appena riusciamo” e altre menzogne

L’estate sta finendo, il caldo se ne va ed io posso abbandonare il mio cantuccio più fresco di casa e fare qualcos’altro che non sia solo sopravvivere al calore.

E posso parlare anche dei “vediamoci appena riusciamo” che hanno –as usual– accompagnato l’estate

Perché in un attimo i mesi delle chiusure, coprifuoco, troppo lavoro, un casino con la dad, le verifiche e le ripetizioni, degli esami in ballo e dei più disparati impegni ci sono passati sotto al naso e taac, eccoci all’estate ed alla resa dei conti: le ferie sono arrivate, non ci son più scuse che tengano.

Ed è così che, ad ogni luglio/agosto, una delle più grandi bugie estive (dopo il “lasciami il numero che ti chiamo io” a fine ferie) si smaschera e conferma quanto certi legami si, teniamoceli buoni ma ste su da doss che non siamo mica sposati.

Tuttavia non mi piace generalizzare (ma soprattutto, ad agosto non avevo proprio una mazza da fare a parte sudare) ecco che ho indetto uno dei soliti sondaggi social che mi ha dato una visione di cosa le persone intendano per “vediamoci appena possiamo”.

Il sincero

No, non sto millantando, c’è chi il “vediamoci appena riusciamo” lo lancia con sincero affetto ed anche un po’ di innocente illusione: togliendo le ferie, i pargoli da lanciare da un centro estivo ai nonni, il lavoro e le ore troppo calde per uscire (vi ricordate quando da giovani prendevate per il culo i servizi di studio aperto sul non uscire nelle ore più calde ed il bere tanta acqua? Ecco, adesso è meglio darci un po’ retta) ci sono sprazzi di tempo libero che però devono combaciare con quelli degli altri.

Ecco quindi una sequela di date e orari conditi da qualche imprevisto (che non può mancare) che, grazie all’allineamento favorevole dei pianeti o all’intercessione di qualche santo, può portare a un’oretta di aperitivo.

E, se ti dice culo, pure ad una cena.

(Antiche leggende norreniche raccontano pure di gente che è riuscita a fare persino un’intera serata, tornando a casa sui gomiti alle tre di notte. Ma non me la sento di illudervi troppo).

La faccia da culo

Non fatevi incantare dal sorriso benevolo e dall’animosità con cui è detta la frase: è una colossale cazzata chiaramente detta per congedarsi con garbo da uno scambio di battute di cui avrebbe volentieri fatto a meno.

E lo sguardo convinto, ma non troppo, lancia un messaggio subliminale più o meno recita: “ti prego, dimmi che hai capito che ti ho rimbalzato e che non intendo avere a che fare con te fino al prossimo, casuale incontro, in cui ti rimbalzerò di nuovo e così via, finché solo uno dei due resta in vita.

Spoiler: non tutti ci arrivano. Ci vuole fortuna. Fate prima a dire la verità, tanto che ve frega se vi falciano alla prima puliziah kontattih!

Il codardo

Come lascia immaginare il nome della categoria, non ce la fa.

Anni di catechismo, azione cattolica, volontariato e troppa fiducia nella legge del karma lo portano a negare l’evidenza più eclatante: non c’ha voglia ma pare brutto dire di no.

Ho militato in questa categoria per tanti, troppi anni proprio per quella maledetta tendenza a dover per forza far del bene al prossimo anche a discapito della mia salute mentale.

E così si lanciano inviti che ovviamente cadono nel vuoto ma, a differenza della faccia da culo di cui sopra, non si vuole passare per i cattivi della situazione: i messaggi di proposte arrivano con una certa cadenza, soprattutto in occasione delle festività (vuoi non essere buono a Natale?), ma quando si risponde con un ventaglio di disponibilità…

Balle di fieno e rumore di vento nel deserto.

E poi si ricomincia: auguri di compleanno, buon anniversario, felice rosh ha shana’ e via dicendo, corredati sempre da “eh ma becchiamoci che è da troppo che non ci si vede!”… il cui suono ormai sa di presa per il culo.

Poi magari capita, quando il senso di colpa è troppo forte o si avvicina la confessione, che sta benedetta occasione si trovi ma la sensazione che sia una cosa forzata è ormai talmente forte che, a fine aperitivo, il numero venga cancellato forevah dai contatti.

Donando sollievo al codardo, tra l’altro.

Volete divertirvi? Ad ogni nuovo “eh becchiamoci” fate finta di crederci e perseguitateli con nuove date.

La ghigliottina

Giuro che esistono davvero persone così, non sto millantando.
Ne ho vista una in azione parecchi anni fa, in un pub: era al tavolo che consumava tranquillamente la sua birra, si è avvicinata una, si sono scambiate due parole (credo siano state compagne di corso o ex colleghe) e, quando le è stato chiesto il numero per organizzare un qualcosa assieme ha detto NO.

La disturbatrice è rimasta senza parole, ha abbozzato un sorriso e, sconvolta, è uscita di scena.
La ghigliottina era invece lì, serena come un Buddha, a bere e divertisti con la sua compagnia.

Se mai il caso vorrà che legga questo post ecco, glielo dico: GRAZIE, maestra di vita. Sto lottando per migliorarmi e arrivare anche io a proferire un bellissimo NO, così sincero e sereno, ci devo lavorare ancora ma voglio renderti orgogliosa di me.

Che poi io capisco bene che siamo in una società con determinate regole di serena convivenza

Ma non esageriamo. Il post mi è uscito di getto, dopo mesi che non avevo spunti, proprio perché sono arrivata al sesto invio di “date disponibili” per una “chiacchierata con caffè” che tra l’altro mi è stata proposta, non l’ho neanche chiesta io.

Ormai è una questione di principio.

Voglio che questa persona esca dal tunnel della falsa cortesia e la smetta, ad ogni invio di auguri, di proporre incontri a cui non vuole partecipare.

Sono sicura che le farà un gran bene.

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.