Di liste, regali e saghe mentali

Uno dei motivi per cui il Natale è stato a lungo foriero di saghe mentali, ansie e pessimo umore per la sottoscritta, risiede in un foglio exel abbandonato per undici mesi all’anno nei meandri dell’hard disk.

Solitamente, a fine novembre, carica di fiducia in me stessa, autostima e svariate ore di terapia, lo apro per fare una semplicissima cosa: dare uno sguardo a cosa ho regalato negli anni passati a parenti e conoscenti per non diventare come mia nonna, che, ad ogni ricorrenza, portava sempre in dono a mio padre un dopobarba o una maglia a righe (entrambi immancabilmente relegati in qualche cassettone e mai più considerati).

Ecco perché un bel giorno, stufa di indagare per ricordarmi a chi avessi regalato cosa, mi sono detta “basta con le figure barbine.

Mo’ mi segno tutto su un pratico foglio exel” e così è stato.

Ovviamente qualche ricorrenza l’ho saltata perché aver creato un file non vuol necessariamente dire ricordarmi di aprirlo, ma alla fine ce l’ho fatta e dal 2012 l’ho quasi sempre aggiornato.

E, leggendolo, risalgono inevitabili i ricordi.

Ad esempio c’è stato un anno in cui ho regalato a tutto il coro in cui cantavo dei magnetini fatti con le moo card, delle palline di Natale ad amici e parenti, delle candeline alla vaniglia; quello dei giochi educativi per Nipote Uno, soppiantati poi dalla Wii, dalla Play, dalle maglie firmate e dalle buste comprati-quel-che-vuoi-perché-io-a-voi-giovani-non-riesco-più-a-starci-dietro; quello dei pupazzetti per Nipote Due, delle bambole, di Frozen per poi approdare nel magico mondo degli youtuber cantando a squarciagola le canzoni dei Me contro Te (di cui ho scoperto l’esistenza solo l’anno scorso); quello dei libri di storia a papà, dei cesti di cibarie ai suoceri, dei buoni Ikea e delle smartbox che già sapevi che sarebbero giaciute dimenticate da qualche parte ed essere poi sfruttate al limite della scadenza.

Insomma, ci vedi la storia dei trend dei consumi, in quel file, potresti persino redigere ricerche su come siano cambiati gli usi e costumi degli italiani e anche sulle oscillazioni dell’economia.

Ma tornando alle saghe mentali… voi mi chiederete quale turba possa mai nascondersi dietro un’abitudine che a me, disorganizzata cronica, può solo giovare.

Il fatto è che la lista, di anno in anno, cambia.

E quei nomi che per qualche casella appaiono per poi scomparire nei secoli dei secoli amen sono spesso il riassunto di delusioni, discussioni, allontanamenti volontari o –purtroppo– decessi; riempire la colonna dei “Nomi” ogni anno mi costringe a guardarmi indietro e a fare un punto della situazione: com’è andata la mia vita sociale? Con chi sono rimasta in contatto? Chi ho dovuto sfanculare? Ho fatto bene? Dovevo farlo prima? Sono stata pessima? Ho fatto qualcosa di sbagliato per allontanare amica-desaparecida? Ha senso farlo ancora a so-tutto-io-sono-meglio-io? Ma alla fine con amicizie-di-vecchia-data vi siete mai più sentiti?

E se ci siamo sentiti… chi ha chiamato chi?

Non è per stilare pagelle e decidere chi si merita il presente e chi no, i regali di Natale il più delle volte li ho auto-prodotti (i primi erano davvero orribili, ancora adesso mi dispiace per chi li ha ricevuti), anzi, ogni anno non vedo l’ora di trovare una scusa per svaligiare il negozio di belle arti…

È che devi decidere.

E decidere il più delle volte vuol dire classificare quei rapporti di cui hai seri dubbi, se promuoverli o retrocederli dalla cerchia di amici più intimi.

Tipo cosa fai per chi hai visto esattamente 360 giorni prima e proprio per lo scambio dei regali? Dopodiché se non c’eri te a mandare un meme ogni tre, quattro mesi, non ti avrebbe mai chiesto di sua sponte “come stai”?

Per quelli che “oh, te che bazzichi in quella zona mi sai mica dire…?” senza un come butta, cosa stai facendo, tutto bene, dando per scontato che tu sia sempre lì, nello status in cui ti ha vista per anni, senza mai pensare che magari ogni tanto crolli e una spalla per sorreggerti la vuoi tu?

Per le miss ed i mister “oh, sentiamoci per una cena, prima che chiudano tutto” immancabilmente caduto nel dimenticatoio? Per quelli delle tisane da prendere assolutamente perché mi manchi assai ed alla fine, alla domanda, “dimmi tu quando sei disponibile” il nulla cosmico?

Per quelli che finalmente ti danno udienza e tra un sorriso imbarazzato e l’altro cercano di capire se tu hai fatto il regalo a loro così possono tirare fuori il pacchetto di emergenza?

E per tutti quelli che quando ti sono toccate delle gioie grosse anziché esserne contenti si sono presi male?

(Dalla casistica escludo solo i parenti che palesemente non ti sopportano ed il regalo te lo lancerebbero con inaudita violenza. Ma solo perché non ho lo sbatti per gestire faide familiari).

Dicevo, in quelle righe di exel c’è tutto questo.

Che tutti poi a dirmi “eh ma il regalo si fa se si vuole, mica è una costrizione!”.
Certo, tutti filosofi convinti sui social, poi li vedi il 24 dicembre, alle sette e mezza di sera, a implorare l’esercente di turno per un qualsiasi oggetto presente in negozio che altrimenti zia Anselma se la prende.

Scherzi a parte, si, dovrebbe essere così.

E credo che il nostro premier abbia le mie stesse problematiche natalizie perché provvidenzialmente mi ha chiuso i confini per le feste, mettendomi di fronte alla dura realtà: non ci sarà tempo.
Per davvero.
Così la lista si snellisce al pensiero che in poco meno di 48 ore dovrò fare 130 km, riabbracciare i familiari che non vedo da ottobre, consegnare loro i regali, recuperare quelli per il Nano da imboscare in gran segreto nel baule (che a sei anni non sono per niente scemi) e riuscire a prendere qualche caffè, ma di quelli che meritano.

Per gli indecisi c’è tempo, si vedrà quando il lockdown finirà e torneremo liberi di pascolare per le regioni.

Nel frattempo, grazie Giusè!

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.