Elogio alla lentezza

Sappiamo che il mondo umano non smette di accellerare…informazione, conoscenza, intrattenimento, consumo, produzione, qualsiasi ambito sociale cerca, per la sua sopravvivenza, un ritmo di innovazione accellerata, che fa si che ogni cosa, in ogni ambito, diventi obsoleta in un breve periodo di tempo.

Tuttavia si sta producendo una corrente con tendenza a rallentare, in una parte della societá che si sta risvegliando e capisce che nello svilluppo personale e spirituale si trova un luogo in cui potersi appartare da questo flusso accellerato e superfluo.

Al giorno d’oggi, la gente vive una gran controversia: vuole sapere come frenare ma allo stesso tempo vuole tutto piú rapido, addirittura vuole imparare a frenare piú rapidamente. Il tempo passa peró…ció che facciamo con la nostra vita accellerata realmente ci arricchisce? Non parlo di ricchezza materiale, ma della capacitá di godere delle cose che veramente vogliamo e ci importano. La vita non deve essere vissuta rapidamente, deve essere vissuta bene e il primo passo per cambiare é rendersene conto.

L’essere umano, non solo accellera i suoi ritmi, ma tenta anche di accellerare i ritmi della Natura, per trarne maggior beneficio.

Questa cultura della velocitá (fast culture), realmente ci influenza negativamente in aspetti come la salute, l’alimentazione, il lavoro, le nostre relazioni, l’ambiente e la vita in comunitá. Cosí l’essere umano non puó dedicare il tempo e la pazienza ad ascoltare e comprendere il suo corpo, che finisce per stancarsi o ammalarsi. “Per fortuna”, anche nell’ambito della medicina e delle bibite energetiche, i progressi sono molto rapidi.

Una societá ammalata porta beneficio solo a pochi, ma noi non ci rendiamo conto di questo e continuiamo nel flusso accellerato, sottilmente disegnato per non sviarci. Forse la soluzione é semplicemente fermarci e riflettere su ció che sta facendo questa cultura del correre a noi e ai nostri cari.

PERCHÉ SIAMO DIVENTATI COSÍ RAPIDI?

A causa dell’urbanizzazione, del consumismo, del posto di lavoro, della tecnologia?

Forse la ragione piú profonda é il modo in cui percepiamo il tempo. In altre culture il tempo é ciclico. Lo osservano muoversi in grandi cicli, senza fretta, sempre rinnovandosi e rinfrescandosi. Mentre in occidente il tempo é lineare, o lo usi o lo perdi. Il tempo é denaro…un’equazione, secondo la quale se il tempo scarseggia, dobbiamo accellerare, fare di piú in meno tempo. Trasformiamo cosí ogni momento del giorno in una corsa verso una meta, che non raggiungiamo mai.

É possibile liberarsi di questo modo di pensare? Per fortuna si; c’é una reazione a livello mondiale contro questa cultura che ci dice che piú rapido é meglio, che piú occupati é meglio. In alcune parti del mondo la gente sta facendo l’impensabile, sta frenando. Rallentando nel modo giusto si scopre che si fa tutto meglio. Si mangia meglio, si fa meglio l’amore, si fa esercizio meglio, si lavora meglio, SI VIVE MEGLIO.

Parole come “decrescita” si espandono in tutto il mondo ed esprimono questo sentimento di vivere una vita piú lenta. Sono sorte in Europa e in Italia iniziative pioniere del movimento slow, come il mangiare lentamente (slow food) o le cittá lente (slow cities) che stanno ripensando lo stile di vita al’interno delle cittá accellerate.

Concretamente Slow Food lancia un messaggio molto semplice e sensato, che é quello di ottenere piú piacere e piú salute dal nostro cibo se lo coltiviamo, lo cuciniamo e lo consumiamo ad un ritmo ragionevole. Tutto questo é mosso da persone ansiose di liberarsi dei cibi industriali.

Per recuperare questo squilibrio umano di questo secolo, la lentezza, la calma hanno un ruolo importante in tutti gli ambiti della vita. É curioso che l’Italia, che fu la culla del Rinascimento, sia adesso la culla del movimento lento. Sará una nuova rinascita?

Anche nel mondo del lavoro si stanno riducendo le ore di una giornata lavorativa seguendo i modelli nordici, con piú tempo libero a disposizione e una maggiore produttivitá durante le ore di lavoro. E anche nell’educazione si sta cambiando il paradigma fast con slow. I bambini sono sottoposti ad un eccesso di compiti. Si é dimostrato che riducendo i compiti si ottiene un miglior rendimento accademico. Questa tendenza sta crescendo in molte universitá, che riducono i compiti, incrementando il tempo libero per sviluppare e pensare creativamente e godere allo stesso tempo delle esperienze della vita.

Frenare peró non é una cosa facile. Per prima cosa perché la velocitá é adrenalina, la quale dá dipendenza perché ci porta una grande diversitá di stimoli in meno tempo, colmandoci di distrazioni e allontanandoci dalla riflessione e dalle domande profonde.. Stiamo diventando i consumatori delle nostre vite.

La seconda ragione é il tabú culturale secondo cui tutto ció che é associato al concetto “lento” é negativo. Come se fosse sinonimo di fannullone, vago o di qualcuno che si arrende.

Ma c’é anche una lentezza buona che é prendersi tempo per mangiare in famiglia, con la televisione spenta, prendersi tempo in ufficio per analizzare un problema da diversi punti di vista. O semplicemente prendersi il tempo per calmarsi e assaporare la nostra vita.

Frenare si puó e sta succedendo in tutto il mondo. Si puó cominciare con l’essere piú snelli e agili in alcuni aspetti, per ottenere tempo da godere in altre cose. Mettersi dei limiti nelle faccende da sbrigare, lavorare efficacemente ed evitare di perdere tempo in cose che non ci apportano valori positivi e permanenti. Dobbiamo mettere piú tempo a disposizione dell’amore, dell’amicizia, della creativitá, delle esperienze, della musica,ecc.

É possibile essere produttivi e slow.