Consumo locale

Che significa consumo locale?

Per denominare un alimento “locale”, valutiamo la quantitá di acqua contenuta, poiché i prodotti locali sono direttamente proporzionali alla quantitá di liquido che contengono, cioé ogni alimento o sostanza che non si possa portare in viaggio per piú di 24 ore, perché altrimenti si deteriora o si decompone a meno che non venga trattato con sostanze chimiche o conservanti artificiali, non si puó considerare alimento locale una volta che arriva ad una destinazione dopo oltre un giorno di viaggio, mentre invece lo é nel suo luogo di nascita e crescita.

Alimenti locali sono tutte le verdure e la frutta, radici, spezie ed erbe che sono costituite principalmente da acqua e che contengono il bioma della flora di una determinata regione, che comporta la perfetta simbiosi tra flora, fauna e condizioni climatiche. Sarebbe a dire che sono ció che ci fa risuonare l’uno con l’altro in una determinata localitá geografica, includendo anche i microbatteri che vivono nelle nostre radici, gli “intestini”, che sono analoghi ai microbatteri che troviamo nella terra, nell’aria e nell’acqua.

La parola persona deriva da risuonare, risuonare con l’aria, l’acqua, la terra, la vegetazione, il sole, la luna ed é giustamente questo risuonare ció che mantiene alto il nostro sistema immunitario, poiché mangiare cibo locale (acqua) tra le altre cose, é il modo che la Terra ha calcolato per aiutare il nostro adattamento e la nostra convivenza con l’ambiente del quale siamo frutto e cosí creiamo un equilibrio dinamico con esso.

Quando ingeriamo alimenti ricchi di acqua di luoghi molto lontani del Pianeta, come piante, frutta, radici e spezie, la nostra flora intestinale non entra in risonanza con le sostanze contenute in quel vegetale e il nostro sistema immunitario deve fare uno sforzo per adattarsi. Per esempio quando mangiamo un ananas hawaiano in un paese del Nord Europa in inverno, dal momento che tutto ció che esiste é interconnesso e non siamo separati da niente e da nessuno, non solo il nostro sistema immunitario deve fare grandi sforzi, ma la stessa Terra deve faticare enormemente per fare in modo che quell’ananas hawaiano si adatti al lungo tragitto per trasportarlo, utilizzando risorse naturali extra, oltre alla trasfomazione di risorse naturali in risorse sintetiche per il suo trasporto e conservazione. Questo presuppone che la frutta e la verdura tropicali possono essere salutari nel luogo di crescita ma molto dannose fuori dal loro contesto e non solo per l’impatto ambientale che provoca il trasporto ma anche perché per adattarle al nostro bioma interno si richiedono molte sostanze extra, necessarie per una adeguata metabolizzazione e assimilazione.

Quando diciamo, per esempio, che l’ananas contiene bromelina e che la papaya contiene papaina, questo é vero ed é utile quando l’ananas e la papaya vengono consumati nel loro luogo di origine, nella giusta misura o come parte di una dieta equilibrata, in una determinata epoca dell’anno e in una determinata regione, ma non come alimento miracoloso; la funzione principale di quel tipo di frutta, piú che i benefici dei componenti isolati, é la qualitá espansiva di rinfrescare, ma quando viene ingerita fuori dal contesto, quando non é piú alimento locale, dovremmo fare un’altra equazione: cosa mi apporta e cosa mi toglie questo alimento?

Quando si tratta di prodotti tropicali, per l’abbonadanza di potassio presente in quel tipo di frutta e verdura, se ingeriti ad altre latitudini, rubano minerali all’organismo, come magnesio e calcio, tra gli altri, che vengono presi dai tessuti duri come le ossa e i denti. Per decidere quali verdure e quale frutta  sino piú adeguate, dovremmo tener conto se é piú quello che ci tolgono di quello che ci danno.

Concludendo, mangiare alimenti di un altro ecosistema molto diverso puó essere una delle cause dell’impoverimento del sistema immunitario della societá attuale, dove sono in continua crescita le allergie e disturbi sempre nuovi e diversi.

“La Natura é saggia” e contiene nella sua saggezza tutto il necessario per ogni specie, lí dove vive; é una nostra idea che la Natura sia imperfetta e questo ci porta a interferire con tecnologia e scienza.

D’altro canto, gli alimenti che contengono meno acqua come cereali in grano, legumi, alcuna frutta secca e alghe di mare, si possono consumare in un’area geografica piú ampia e distante. Sarebbe a dire, che possiamo trasportare ceci, piselli, lenticcchie ed altri legumi, riso, orzo ed altri cereali, lungo un raggio molto piú ampio senza che si deteriorino e senza che richiedano l’uso di sostanze chimiche per la loro conservazione.

Bisogna comunque tenere conto che c’é un ordine, una conoscenza profonda della Natura, che ci regala connessione e interconnessione. Per esempio, i cereali piú espansivi contengono potassio, come per esempio il mais, tipico dell’estate e dei paesi tropicali; questo per equilibrare condizioni climatiche molto contrattive, ancor piú se accompagnato da legumi, come nel caso del Messico, Colombia ed altri posti centro e sudamericani, dove il mais e i fagioli sono stati e sono un piatto tradizionale. Al suo opposto, il grano Saraceno é proprio dell’inverno, di paesi con un freddo estremo come la steppa russa, Polonia, Ucraina ed altri, e serve ad equilibrare condizioni molto espansive, bassa vitalitá o poca vitalitá sessuale, come é il caso della “grechka”, piatto tradizionale russo.

“Una nazione che distrugge il suo suolo, distrugge se stessa; i boschi e le piante sono i polmoni della Terra, purificano l’aria e danno forza pura alla nostra gente” Franklin D Roosvelt.

Quando ci nutriamo con alimenti locali, quando “ci mangiamo il paesaggio”, penetriamo nel notro presente e nel presente della Natura, ricevendo l’apporto di freschezza e flessibilitá che ci procurano le piante, agenti naturali di Luce, fabbricate dagli agenti della Vita presenti nella Terra, con l’aiuto del Sole e dell’Acqua, che con la loro struttura cristallina nutrono e risvegliano nelle nostre cellule l’auto coscienza e la pace.

Quando ci arrendiamo ad un consumo globalizzato illogico ci sconnetiamo drasticamente da quello che é il messaggio diretto della pianta alla nostra anatomia olografica e non teniamo presente un concetto importante: “ció che non é adeguato per il Pianeta, non é adeguato per te”.

La Natura ha il suo ritmo ciclico e l’ego dell’uomo vuole imporre il ritmo concettuale dei suoi propri capricci e questo fa si che cerchi di controllare ció che é materiale senza tenere conto della ´parte energetica e somatica della sua materia.. La Natura vive nel presente; tutto ció che facciamo per incentivare la ´produzione (futuro) o per conservare artificialmente i raccolti (passato), modifica snaturatamente il processo della materia e crea una grande confusione organica e sociale.

Il messaggio della Natura é chiaro: cambio, costante cambio. Se vogliamo vivere in armonia dobbiamo adattarci a questo cambio perpetuo consumando ció che amorosamente ci offre la Terra. 

AHÓ