L’astratto

“L’astratto é la ricerca della libertá: libertá di percepire, senza ossessioni, tutto ció che é umanamente possibile. Secondo me gli stregoni dei nostri giorni cercano l’astratto perché cercano la libertá; non sono interessati a guadagni concreti.”

Don Juan mi spiegó che per loro percepire l’essenza energetica delle cose rappresentava la meta piú alta. Oggi come oggi, dopo una vita di esercitazioni e disciplina, gli stregoni acquistano la capacitá di percepire l’essenza delle cose, e la chiamano vedere. Percepire l’essenza energetica delle cose vuol dire percepire l’energia direttamente. Separando la parte sociale si percepisce l’essenza di tutto. Qualsiasi cosa noi percepiamo é energia, ma poiché non siamo in grado di recepirla direttamente, trattiamo la nostra percezione in modo che si adatti a una forma. Questa é la parte sociale che dovremmo separare, perché riduce deliberatamente la portata di quanto puó essere percepito e ci fa credere che la forma cui abbiamo adattato le nostre percezioni é la sola che esista. Un essere umano oggi, dovrebbe cambiare la sua percezione alla base sociale. La base sociale é la certezza fisica che il mondo é fatto di oggetti concreti. La definiamo base sociale perché tutti esercitano un serio e considerevole sforzo per condurci a percepire il mondo cosí.

Tutto é energia. L’intero universo é energia. La base sociale della nostra percezione dovrebbe essere la certezza fisica che l’energia é ció che conta. Dovremmo fare un grande sforzo per portarci a percepire l’energia come tale. Dopo, avremmo a disposizione entrambe le alternative.

“L’arte di sognare” di Carlos Castaneda

BHAGAVAD GITA

“Un muni controlla i suoi sensi, la mente e l’intelletto e rimuove i loro contatti esterni equilibrando prana apana nelle narici. Egli fissa il suo sguardo nel mezzo delle due sopracciglia convertendo la corrente duale della vista fisica nella corrente singola dell’onniscente occhio spirituale. Tale muni ottiene la libertá assoluta.”

INTERPRETAZIONE SPIRITUALE DI PARAMHANSA YOGANANDA

Un muni (letteralmente “unito con l’Uno”) é uno yogi che puó ritirare a volontá la sua coscienza dagli oggetti esterni dei sensi e dall’attrazione mentale verso di essi. Usando la discriminazione, il muni osserva l’anima (identificata con l’ego dall’asservimento ai sensi) sottoposta a innumerevoli sofferenze fisiche e mentali.

Con la tecnica particolare del Kriya Yoga, il respiro inalante del prana e quello esalante dell’apana sono convertiti in corrente fresca e calda. All’inizio della pratica del Kriya Yoga il devoto percepisce la corrente fresca ascendere lungo la spina dorsale e quella calda discendere per la stessa via, accompagnando il respiro inalante ed esalante. Il kriya yogi avanzato vede che il respiro interno del prana e quello esterno dell’apana sono stati “equilibrati”; egli sente solo la fresca corrente del prana che ascende lungo la spina dorsale e la calda corrente dell’apana che discende lungo la stessa via.

L’uomo comune deve imparare prima di tutto che il prana o corrente cristallizzante (che scorre attraverso i cinque canali dei sensi e il sistema nervoso, e sostiene gli organi vitali e i venticinque miliardi di cellule corporee) é collegato principalmente con il respiro inalante; mentre l’apana o corrente eliminatoria (che rimuove le impuritá del corpo) si manifesta come il respiro esalante che libera il corpo dai gas velenosi di diossido di carbonio. Il respiro inalante é genericamente chiamato chiamato prana; ma la forza vitale intelligente, o prana, é anche il creatore del corpo simmetrico dell’uomo a partire dalle cellule ovariche e dallo spermatozoo microscopico; il prana é anche l’elemento specifico mediante il quale l’ossigeno del respiro inalante viene mutato in forza vitale.

La comune materia consiste di tessuti, fatti di molecole. Le molecole sono fatte di atomi; gli atomi sono formati da elettroni e protoni. Elettroni e protoni  sono composti di forza vitale intelligente: prana o vitatroni. Inoltre, la corrente pranica, o i vitatroni possono essere dissolti nella loro fonte, i “pensieri-troni di Dio”.

-E Dio disse: “Sia la luce”. E la luce fu-. (Genesi 1: 3). Cioé, il pensiero di Dio vibró nella luce della vita cosmica o del prana cosmico; e il prana cosmico fu poi materializzato in elettroni, protoni, atomi, molecole, cellule e materia. Come in un film, le illusioni di solida terra, acqua, luce del sole, elettricitá, gas, esplosioni atomiche, o le manifestazioni di vita e pensiero negli uomini, sono tutte vibrazioni di luce e ombre -cosí come questa terra con tutti i suoi solidi, liquidi, gas, energia, vita e i pensieri negli esseri umani, sono vibrazioni e relativitá dei pensieri di Dio, della Sua luce cosmica e delle ombre della Sua maya illusoria.

Il pensiero cosmico di Dio si manifestó dapprima come prana o forza vitale di luce, e infine come la materia del macrocosmo. Il corpo microcosmico dell’uomo é composto dall’anima individuale e da una specifica forza vitale. Pensiero, vita e carne; coscienza cosmica, vita cosmica e materia cosmica, sono soltanto tre vibrazioni differenti del pensiero di Dio – come la coscienza di un sognatore produce una vivida creazione. Svegliandosi l’uomo realizza che ciascun corpo di sogno fatto di carne, vita e pensiero – tre percezioni distinte – s’é fuso in un’unica sostanza-pensiero immanifesta.

Il kriya yogi impara a dissolvere il respiro inalante ed esalante nella percezione delle correnti fresche e calde che salgono e scendono lungo la spina dorsale. Egli sente che il suo corpo é sostenuto dalle correnti interiori di forza vitale, e non dal respiro. Inoltre realizza che le correnti sono sostenute dal Verbo, ovvero dalla divina luce cosmica vibratoria del prana che entra nel corpo, attraverso il midollo allungato. Questa forza vitale viene alloggiata nei plessi cerebrale, midollare, cervicale, dorsale, lombare, sacrale e coccigeo, che poi trasmettono energia al corpo fin nelle cellule piú piccole. Il midollo allungato dell’uomo puó essere considerato “la bocca di Dio”, perché é l’apertura principale per l’afflusso divino della forza vitale.

Il kriya yogi converte i due distinti impulsi d’inalazione ed esalazione in due correnti vitali, la fresca prana  e la calda apana, percepite nella spina dorsale. Quindi realizza la veritá del detto di Gesú: che per l’uomo non é necessario dipendere dal respiro esterno (dal “pane” o da qualsiasi altro sostentamento esterno) per vivere. Lo yogi percepisce che le due correnti che salgono e scendono lungo la spina dorsale traggono continuamente e magneticamente un voltaggio extra di corrente dall’onnipresente forza vitale cosmica che scorre perennemente nel midollo allungato. Gradualmente egli vede che le due correnti spinali vengono mutate in un’unica forza vitale, attirando magneticamente altro prana da tutte le cellule e i nervi del corpo.. Questa corrente vitale rafforzata ascende poi fino al punto tra le sopracciglia, dove appare come lo sferico occhio astrale di tre colori. Gesú si riferí a questo occhio “singolo” al centro della fronte, e alla veritá che il corpo é essenzialmente formato di luce, con le seguenti parole: “Se perció il tuo occhio é singolo, tutto il tuo corpo sará pieno di luce”,(Matteo 4: 4).

Quando lo yogi riesce a far penetrare la sua mente nell’occhio spirituale, percepisce il suo corpo fatto non di carne, ma di minuscole cellule di luce di protoni. elettroni e vitatroni. Il corpo fisico é formato da due strati di correnti: le correnti atomiche che appaiono come carne e uno strato piú sottile di protoni ed elettroni. Il corpo elettrico-protonico emana a sua volta dalle correnti di luce pranica del corpo astrale supersottile.

L’intero corpo astrale dell’uomo é composto di varie densitá di luce, proprio come il corpo fisico é costituito dei diversi tessuti di pelle, carne, ossa e organi interni. La particolare forza vitale astrale presente nel corpo fisico é chiamata prana. Questa forza vitale é quintuplice, perché compie le cinque funzioni fisiche di cristallizzare o solidificare nuova carne, eliminare le impuritá, far circolare il sangue, assimilare il cibo e, col metabolismo, creare vari tessuti dall’unica fonte del sangue.

Con il suo occhio sferico il kriya yogi vede il suo corpo astrale fatto di vitatroni: le cellule di prana astrale. Egli percepisce che la Luce Cosmica della Vita riflette i suoi raggi attraverso l’occhio spirituale astrale nel cervello astrale e nei plessi e nervi astrali, per sostenere le cellule del corpo astrale. Vede inoltre che il suo corpo fisico é solo una luce piú grossolana di elettroni, protoni e atomi che emanano dal piú sottile corpo astrale. Avanzando ulteriormente lo yogi percepisce che sia il suo corpo fisico che quello astrale emanano dal suo corpo causale o ideazionale, composto dai pensieri-troni coordinati di Dio.

Questa conoscenza é necessaria per comprendere che il corpo, la forza vitale e la mente che formano la gabbia dell’anima sono in realtá dei pensieri di Dio che vibrano in maniera differente. Con la pratica del kriya, lo yogi stacca in modo scientifico la sua mente dalle grossolane percezioni dei sensi e realizza che coscienza e forza vitale (prana o luce cosmica) sono alla base di tutta la materia. Il kriya yogi adotta un metodo scientifico per stornare mente e ragione dalla percezione del corpo fisico; elevandosi oltre la percezione grossolana del respiro, egli percepisce il corpo come luce e coscienza.

BHAGAVAD GITA

Le azioni non causano attaccamento in Me, né IO ho desiderio per i frutti delle azioni. Chi si identifica con Me e Mi conosce cosí, non é legato ai frutti delle azioni”.

Questo verso ammonisce i devoti a non essere attaccati alle azioni e a non rimanere spiritualmente inattivi; seguendo questa regola, tutti gli esseri umani potrebbero rimanere sulla terra, recitando sul palcoscenico della vita, senza attaccamento o agitazione mentale le parti di piacere e dolore, prosperitá o povertá, salute o malattia – come gli attori recitano le loro parti comiche o tragiche senza esserne toccati internamente.

Quando un individuo agisce con attaccamento, crea desideri e crea la propria parte invece di seguire il piano divino e la parte a lui assegnata dal Regista Cosmico, pasticciando cosí lo spettacolo cosmico e cacciandosi nella confusione, nel dolore, nell’insoddisfazione e nell’infelicitá.

L’uomo saggio contatta il Regista Divino nell’ufficio della meditazione, dove conosce i Suoi piani e le parti a lui assegnate. 

Per Dio tutto il creato é solo un hobby; perció i Suoi veri figli non devono vivere tragicamente la parte terrena, ma solo come un’attivitá temporanea. In questo verso Dio esprime chiaramente la Sua legge: “Chiunque dei Miei esseri umani, fatti a Mia immagine, voglia essere felice ed ottenere il Mio stato di completa realizzazione, deve compiere le azioni di questa rappresentazione cosmica senza desiderio per i loro frutti”.

Tutti i figli di Dio possono svolgere i loro ruoli limitati sulla terra e tuttavia rimanere coscienti della pienezza interiore, se scelgono di farlo.

Anche se ogni essere umano é potenzialmente un’immagine perfetta di Dio, tuttavia – per l’azione di maya (illusione) e della mente che fluisce verso i cinque sensi esterni di vista, udito, tatto, gusto e odorato – l’anima si identifica con i sensi fisici e i possessi, e sviluppa abitudini di simpatie e antipatie.

La maggioranza dei milioni di esseri umani nati sulla terra sono stati coscienti solo del corpo e dei suoi bisogni vitali. Si sono guadagnati da mangiare, provato il piacere e l’amore, procreato, e quindi sono morti nel totale oblío del vero significato della vita; ma si puó dire con certezza che tutti gli esseri umani – non importa quanto si perdano nei grovigli materiali e si credano prodighi ego mortali – sono tuttora potenziali déi immortali, e come tali devono riguadagnare la consapevolezza dei loro veri indelebili Sé di perfezione. Essendo déi potenziali, un giorno tutti gli esseri umani – non importa per quanto tempo rimangano legati alle rinascite dalle catene tortuose del cattivo karma – dovranno fare lo sforzo cosciente d’acquisire la liberazione, dopo essersi disillusi sulla possibilitá di trovare la vera beatitudine dell’anima nei falsi e impermanenti piaceri materiali. Alla fine tutte le anime troveranno quella libertá assoluta che hanno sempre posseduto come ereditá divina, e che avevano dimenticato perché legate alla materia dall’influenza dell’illusione.

Chi vede l’inazione nell’azione e l’azione nell’inazione ha discriminazione tra gli uomini; egli é unito allo Spirito, ha realizzato lo scopo di tutte le azioni (ed é libero)”.

Tutte le attivitá umane o portano verso l’esterno, accrescendo la coscienza dei sensi e del mondo, oppure portano internamente, allo sviluppo della coscienza dell’anima.

L’anima dell’uomo mondano, essendo attiva esternamente, viene incatenata ai continui desideri d’appagamento delle speranze, e questo causa le quasi interminabili rinascite che sono necessarie per placare i desideri mortali. L’uomo spirituale, invece, sa di non essere stato messo in questo mondo per rimanervi coinvolto e farsi prendere nella trappola della reincarnazione, ma di essere un’anima fatta ad immagine perfetta di Dio venuta sulla terra per recitare lo spettacolo divino dell’illusione e poi tornare al regno di felicitá infinita di suo Padre. Perció il fine di ogni attivitá deve essere la libertá e non la schiavitú.

L’uomo del mondo é un pessimo attore quando prende seriamente le parti tragiche assegnategli da Dio, invitando cosí guai e infelicitá. Se, ancora, un attore umano compisse i doveri assegnatigli da Dio sul palco della terra con un’attitudine mentale indifferente, non farebbe piacere al Regista Cosmico. Per compiacere Dio, l’attore umano deve recitare le sue parti con grande entusiasmo, ma nello stesso tempo dev’essere interiormente vigile per non farsi intrappolare personalmente in quei ruoli.

Agire per se stessi é la base di tutte le sofferenze umane. Prima di farsi coinvolgere nelle attivitá del mondo, ogni uomo deve pensare di non essere venuto sulla terra per suo desiderio, ma per decreto divino. Perció non deve abusare della libertá datagli da Dio agendo per se stesso e facendosi intrappolare in interminabili rinascite per esaudire i desideri inappagati. Al contrario, deve agire per Dio che lo ha mandato qui per attuare i Suoi piani e, dopo la realizzazione del piano divino, tornerá nel Suo regno.

AHÓ

BHAGAVAD GITA

L’individuo che disciplinando i sensi con la mente, senza attaccamento, conduce i suoi organi d’azione nei giusti canali delle azioni dirette dalla saggezza e prescritte dal Karma Yoga, questi – o Arjuna – ha successo”

La persona morale che governa i suoi sensi con la mente e non é attaccata al corpo, che considera uno strumento divino, e che con saggezza e i sensi sotto controllo dirige le attivitá dei suoi organi – cervello, mani, bocca, piedi, sesso e parola – lungo il sentiero della giusta azione in tutto, si specializza in attivitá che conducono al bene supremo della vita.

La persona con responsabilitá materiali che con i sensi sotto controllo lavora solo per Dio, e quindi non é attaccata ai suoi desideri e ambizioni, grazie alla giusta azione alla fine raggiungerá la meta divina, piú rapidamente dell’uomo del mondo che lavora pieno d’attaccamento ai suoi desideri e al suo limitato ambiente. L’uomo comune pensa erroneamente di stare in questo mondo per realizzare la sua piccola carriera. L’uomo d’affari spirituale realizza d’essere venuto al mondo non per soddisfare i propri desideri e appetiti dei sensi, ma per adempiere una missione divina.

Il vero devoto trova la sua felicitá solo in quello che piace a Dio.

AHÓ

Cercando la magia

Se ci sono degli esseri che hanno formato parte della coscienza collettiva dell’umanitá, questi sono senza dubbio le fate. Esse ci accompagnano dall’inizio dei tempi. Nei racconti e nelle leggende ci hanno sempre parlato di loro peró, il fatto che questa realtá sia stata sovraesposta, ha finito per farla diventare un segreto. Peró, cosa c’é di vero in tutto questo? Esistono realmente le fate? Come sono? Si trovano fra di noi? Qual é la loro missione sulla Terra? Cercheremo di rispondere a queste domande. Accompagnatemi in questo viaggio e andiamo insieme alla ricerca della magia.

La natura che ci circonda é la massima rappresentazione della bellezza interiore della Madre Terra. E se parliamo di bellezza, dobbiamo parlare delle fate. Degli esseri le cui leggende occultano una realtá che supera di gran lunga la finzione. Forse ció che pensiamo sia semplice fantasia, é qualcosa di piú reale e piú vicino di quello che immaginiamo.

Il termine “fata” in sé significa destino. Se pensiamo a destino, pensiamo verso dove stiamo andando, poche volte ci rendiamo conto che il destino é ció che viene verso di noi. Quindi, quando parliamo di fate, stiamo parlando della manifestazione che viene verso di noi ad accoglierci.

Le fate appaiono in luoghi dove l’uomo ha avuto una convivenza sufficiente con la Natura a far si che gli Spiriti del luogo, delle piante, delle pietre, della memoria della Terra, che é il suolo, configurino un desiderio di accogliere l’essere umano.

Direttamente relazionate con Diana, la Dea cacciatrice nella mitologia greco-romana, anche lei molto vincolata alla Natura,le fate sarebbero la sua corte femminile, sempre molto legate allo sviluppo di un ambiente naturale, con alberi, piante e soprattutto fiori. Le fate sono guardiane dell’elemento Terra; ogni pianta, ogni albero, per quanto piccolo sia, ha un Guardiano  Elementale. Questo é realmente un mondo magico, un mondo che, anche se non ne abbiamo molta informazione, esiste. Davvero esiste. Ció che conosciamo riguardo a questi esseri é una piccolissima parte di quello che raccontavano i folkloristi nei secoli XIX e XX. Con il passare del tempo la concezione che si aveva delle fate, attraverso i libri e le produzioni cinematografiche, é cambiata e si é allontanata dalla sua vera essenza.

“Fata” é un termine molto generico in cui si includono molti elementali. L’unico denominatore comune di questo aspetto femminile, é che sono sempre relazionate con il mondo delle piante e dei fiori.

L’aspetto femminile delle fate ha a che vedere con la captazione dello Spirito umano. É un aspetto seduttore dello Spirito umano, che normalmente si vede maschile, per questo vediamo la fata in aspetto femminile.

Sono degli esseri del bosco, molto coraggiosi. A volte si prova paura per i folletti, peró forse bisognerebbe fare piú attenzione alle fate. L’unica cosa che chiedono é essere riconosciute; vogliono che sappiamo che ci sono, che sono lí; vogliono che le salutiamo e le onoriamo, che quando stiamo innaffiando le piante, riconosciamo che sono lí e magari, pur non vedendole, rivolgiamo loro un saluto. Ce ne sono di molte misure; piccoline, che appaiono soprattutto ai bambini e sono nel loro stato piú puro e ci sono quelle un po’ piú grandi, che sono piú responsabili delle cose che accadono e sono perció abbastanza rigide e dominatrici, per non perdere il loro proposito e quindi dover abbandonare il luogo. E poi ci sono le Dame, che sono bellissime e che con la loro presenza possono sanare interi gruppi di persone.

La visione che abbiamo di loro é stata un po’ deformata; le abbiamo dipinte come esseri con ali, stile Walt Disney, con la bacchetta magica e il vestitino di tulle. Le fate invece sono esseri fosforescenti, senza forma specifica né capelli; forme di luce molto luminose e di diversi colori. Vibrano a seconda del luogo in cui si manifestano e a seconda delle culture con cui entrano in contatto. Le culture che hanno messo piú enfasi nel parlare di queste creature sono i celti, i paesi nordici dell’Europa.

Sono varie le teorie sull’origine delle fate e molto diverse nelle diverse culture, peró tutte mantengono come punto in comune la loro stretta relazione con la Natura. E se teniamo conto che provengono da lí, forse la loro origine rimonta all’origine della Natura stessa. Ma tentare di situarle in un tempo preciso é un errore. Loro sono sempre state qui, prima dell’esistenza dell’essere umano. L’origine dell’Energia Elementale é il cosmo, l’Universo. La grande Guardiana é Gaia, lo Spirito cosciente e vivo che custodisce questo pianeta. Agli elementali tocca il compito di custodire la Natura; gli esseri umani, invece, devono vivere l’esperienza della vita, imparare in questi scenari di cui loro sono responsabili guardiani.

Le fate vivono in un regno intermedio dove non si possono vedere, peró comunque devono interagire con gli esseri umani poiché il loro proprio sviluppo evolutivo é legato allo sviluppo evolutivo umano.

L’essere umano ha sempre sognato di avere contatti con le fate e questo é molto piú semplice di quello che sembra. Dobbiamo solo imparare ad aprire gli occhi del cuore per percepire questa magica realtá. Per percepire le fate e gli altri esseri magici bisogna entrare nella stessa vibrazione della Natura, rimanere quieti, abbassare i nostri decibel e improvvisamente, un giorno aprendo gli occhi, ci incontreremo con un mondo magico davanti a noi. Non é un dono; é credere per vedere.

Le fate sono una coscienza collettiva che viene dal centro della Terra per esercitare individualmente la missione di prendersi cura di un albero, di una pianta, rimanendo peró sempre connesse con questa coscienza collettiva. La loro manifestazione é molto sensoriale; quando si avvicinano si puó percepire un aroma di rose, vedere luminositá contemplando fiori, piante, tramonti, cristalli, paesaggi e poi lasciare che le immagini entrino in noi. A volte non potremo ricordare le nostre visioni perché sono filtrate dalla nostra mente socialmente educata. Dobbiamo allenare non tanto la nostra visione ma l’intensitá di captazione per poter vedere esseri che vibrano in altre frequenze, in modo che, se si produce un contatto diretto, non ci causi svenimenti, perdite di coscienza.

I racconti delle fate sono molto importanti per lo sviluppo della mente dei bambini. Questi racconti erano inizialmente trasmessi oralmente. Attualmente questo mondo leggendario é piú vivo che mai. Ogni giorno si sentono casi di avvistamenti di fate o altri esseri magici. La Societá di Avvistamento Fate, fondata nel 1927 emette un bollettino semestrale con il resoconto delle segnalazioni recenti. Anche in Canada, nella regione di Alberta, esiste l’Elfen Project, un’organizzazione fondata nel 1998 dal biologo Jeff Butler, che ha una visione piú scientifica che si appoggia a tecnologie, fisica delle particelle, folklore, meccanica quantistica.

Attualmente stiamo vivendo una crisi ecologica; la Terra ci sta parlando ma noi non stiamo ascoltando. Siamo accecati dalla nostra autoimportanza immaginaria. Cerchiamo aiuto per risolvere problemi che noi stessi abbiamo creato e non siamo coscienti che questo aiuto é davanti a noi. Da molto tempo gli esseri umani hanno perso la connessione con le fate e con la Natura peró adesso é il momento di riconnettersi. Loro lo desiderano, e anche noi. E allora, che aspettiamo? Come possiamo fare per avvicinarci a loro?

Dobbiamo farlo con fiducia, senza investigare ma cercando di vibrare nel loro stesso tono, di entrare in sintonia con la Natura, con gli alberi. Non é vedere per credere, bensí credere per vedere. Dobbiamo cercare di dare il meglio di noi stessi perché loro si avvicinino a noi. Sono qui per aiutarci a rafforzare il nostro vincolo con la Natura, con maggior comprensione, giocando con amore, per arrivare infine a ricordare chi siamo e da dove veniamo.

Possiamo crederci o no, comunque loro continueranno ad aspettare pazientemente che ci rendiamo conto. É arrivato il momento di aprire il nostro cuore e la nostra mente ad altre realtá. Lasciamo da parte la paura o la vergogna, non priviamoci dell’opportunitá di sentire la vera essenza della Natura e della vita. C’é molto di piú di ció che ci fanno credere. La magia é intorno a noi, OVUNQUE.

 

AHÓ

 

Nel Tempio di Karnak….

“Ti chiedo solo di entrare nella Mia casa con rispetto. Per servirti io non ho bisogno della tua devozione, ma della tua sinceritá. Nemmeno delle tue credenze, ma della tua sete di conoscenza. Entra con tutti i tuoi vizi, le tue paure e i tuoi rancori. Tutti. Posso aiutarti a dissolverli. Puoi guardarmi e amarmi come femmina, come madre, come figlia, come sorella, come amica, peró non guardarmi mai come ad un’autoritá al di sopra di te. Se la devozione ad un qualsiasi Dio é maggiore di quella che hai verso il Dio dentro di te, offendi entrambi e offendi all’Uno.”

 

Uovo di Ossidiana

foto Huevo OBSIDIANA

OSSIDIANA

L’Ossidiana é una pietra di origine vulcanica,é lava vulcanica pietrificata, la cui azione é specifica per il primo e secondo chakra. É quindi perfetta per lavorare sulla sessualitá e sulle relazioni con le altre persone, con  i soldi e con la Terra, per fare un lavoro di sanazione e attivazione dell’utero e dell’apparato genitale femminile e per lavorare con i muscoli vaginali e del pavimento pelvico.

Il suo colore nero ha il dono di pulire, tagliare, diluire, dissolvere… per questo é perfetta per rimuovere e liberare: relazioni, modelli, sintomi dell’apparato genitale. Allo stesso tempo catalizza la nostra relazione con l’oscuritá e con il nostro incosciente.

COME CONSEVARE E PULIRE L’UOVO

Bagnarlo con acqua fresca prima e dopo l’uso.

Per permettergli di scaricarsi e rinnovarsi energeticamente puoi eseguire, scegliendo tu i tempi, una delle seguenti forme di mantenimento:

sotterralo per una o due notti; si nutrirá cosí dell’informazione della stessa terra;

mettilo in una vasca con acqua e sale marino, per una notte alla luce della Luna. Il giorno dopo ritiralo e sciacqualo con acqua corrente;

mettilo in una vasca con acqua  e sangue mestruale (che raccoglierai mettendo in ammollo assorbenti di cotone o con la coppa mestruale); cosí lo programmi con tutta l’informazione che hanno il tuo sangue, il tuo utero, il tuo lignaggio, il tuo corpo.

L’uovo é il tuo compagno di viaggio, di lavoro interiore, é molto personale; non puó toccarlo nessuno all’infuori di te.

É meglio non lasciarlo a contatto con la luce. Puoi conservarlo in un sacchetto di cotone, sul tuo altare o in un cassetto, visto che si tratta di una pietra che assorbe molto le energie esterne. É importante che rimanga nel suo sacchetto e lontano da cellulari, computer e apparati elettronici in generale.

METODO DI APPLICAZIONE

Questo che si descrive di seguito é un possibile metodo ciclico. L’importante comunque é non eccedere, riposare e ascoltare molto il tuo intuito.

Durante il ciclo mestruale non si usa. Dall’inizio delle mestruazioni si contano 7 giorni e l’ottavo si comincia ad usare l’uovo, fino alle mestruazioni successive; sarebbero quindi circa 21 giorni di uso. Durante questi 21 giorni, ogni 6 giorni si riposa 1. Tutto questo per 3 mesi, poi si riposa un mese e si ricomincia.

In ogni caso io consiglio di affidarsi al proprio intuito per decidere quando é il momento di cominciare ad usarlo. Se vi trovate in un periodo molto impegnativo, stressante, potete aspettare e rimandare il trattamento. Ascoltate la saggezza del vostro corpo. Ognuna di noi é un essere unico.

Ogni volta che introdurrai l’uovo nella tua vagina puoi programmarlo, dargli un proposito, per esempio, settimanale o mensile. Per esempio lavorare con un determinato modello delle donne della tua famiglia, una determinata emozione o disturbo fisico, pulire una qualche relazione intima; quello che ti senti.

ENTRATA E USCITA DAL CORPO

La posizione corretta per introdurlo é seduta sui talloni

Si colloca con la punta dell’uovo rivolta verso il basso, per facilitarne l’uscita.

Prenditi del tempo per familiarizzare con l’uovo. Appoggialo all’entrata della vagina, esplora la misura dell’uovo in relazione a questa entrata, prova a inserirlo un po’ e poi fallo uscire spingendo con i muscoli, cominciando cosí a capire come esercitare la forza muscolare, e poco a poco inseriscilo piú a fondo.

Per estrarlo l’ideale é non usare le dita, ma fare forza con i muscoli del pavimento pelvico, come se volessi defecare. Se vedi che al primo tentativo non esce, non preoccuparti, piuttosto prova a rilassarti piú che puoi, respira profondo in modo che i muscoli della vagina si rilassino. L’ideale é non forzare, forse l’uovo ha bisogno di rimanere dentro piú tempo, forse ore, forse giorni…non é un problema, sta lavorando dentro di te. Se vedi che non esce per diverse ore o giorni é essenziale che ti domandi: … che cose devo liberare nella mia vita? Di sicuro quando potrai rispondere a questa domanda, l’uovo salirá!

É importante ricordare che l’uovo non puó andare da nessuna parte, il collo dell’utero é troppo stretto perché l’uovo possa passare.

RAFFORZAMENTO DEL PAVIMENTO PELVICO

L’uovo di ossidiana si usa per rafforzare i muscoli vaginali, come metodo per prevenire e correggere problemi di incontinenza urinaria, recupero postparto, per migliorare il processo di lubrificazione e la sensibilitá vaginale, aumentare il piacere sessuale. Si introduce nella vagina, nella parte media del canale e si contraggono i muscoli vaginali, che sono anelli trasversali che comprimono l’uovo, accompagnando tutto con la respirazione.

L’uso dell’uovo di pietra per rafforzare i muscoli della vagina é una pratica che si sviluppó nell’antica Cina. Con il passare del tempo la conoscenza  del segreto di questo esercizio si ridusse al Palazzo Reale e lo si insegnava solo alla Regina e alle sue concubine.

Le donne che dominavano questa tecnica godevano di ottima salute, mantenendosi giovani e belle e conservando in etá avanzata degli organi sessuali stretti e flessibili come una donzella.

L’esercizio dell’uovo e del sollevamento del peso con la vagina si praticava per migliorare la salute, sia fisica che spirituale, perché questi esercizi aumentano la forza energetica e innalzano l’energia sessuale dal basso verso l’alto, dove si trasforma in energia spirituale superiore.

ESERCIZIO

Per aiutarti a introdurre l’uovo con facilitá se é necessario utilizza una crema lubrificante o procurati tu stessa una lubrificazione vaginale, massaggiando il seno, per esempio. Una volta introdotto adotta la Posizione Equestre, con i piede separati all’altezza delle spalle e appoggiati con fermezza al suolo, le caviglie e le ginocchia curve, la spina dorsale allineata con il collo.

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Isola e contrai il gruppo di muscoli che si attivano per chiudere l’orifizio esterno della vagina. Questo permetterá di trattenere l’uovo all’interno.

Inala e contrai i muscoli del canale vaginale che si trovano immediatamente davanti al collo dell’utero, mantenendo contratti quelli precedenti. Non c’é bisogno di forti contrazioni ma questo dipende dal controllo che si é acquisito di questi muscoli.

Adesso stringi l’uovo nella parte centrale del canale vaginale fino a tenerlo ben stretto. Inala e stringi ancora una volta, aumentando poco a poco la forza. Quando senti di stringere l’uovo fermamente, comincia a muoverlo lentamente verso l’alto e poi verso il basso. Comincia con calma accellerando poco a poco, fino a farlo rapidamente.

Mantenendo l’uovo nella parte media del canale vaginale muovilo ora da una parte all’altra, destra e sinistra. Insisti fino a dominare l’esercizio.

Porta l’uovo nella sezione piú bassa del canale e ripeti l’esercizio precedente (destra sinistra) fino a dominarlo.

Con il tempo puoi combinare tutti i movimenti a tuo piacimento.  Per ottenere buoni risultati devi ripetere gli esercizi almeno due o tre volte la settimana. Per aumentare la tua evoluzione spirituale, devi cominciare con un uovo piccolo, aumentando la misura con il tempo e la pratica. Devi arrivare ad avere una capacitá di suzione tale da introdurre l’uovo senza la spinta delle dita, come se lo aspirassi.

OSA!

 

 

LA SAGGEZZA DELLE PIANTE SACRE

La Terra ospita molti Regni e sotto Regni che vivono in simbiosi l’uno con l’altro e con la Razza Umana. Tra loro il Regno minerale, il Regno vegetale e il Regno animale. Ognuno di essi é sensibile e sensitivo, peró l’umanitá ha dimenticato molto della sua capacitá di comunicarsi e ricevere la saggezza e il vero appoggio che offrono.

Le Piante Sacre maestre sono come lenti d’ingrandimento che si offrono a coloro che desiderano sperimentarle, una saggezza che esisteva probabilmente nelle scuole di alchimia dei giorni antichi. É una scelta individuale che conduce a una modalitá di introspezione intensa che porta a una maggiore coscienza. É certamente un sentiero disponibile per i pochi che davvero desiderano entrare nella loro dimensione reale.

Carissime, il Regno vegetale sacro ha una capacitá unica di interagire con l’umanitá perché riesce a lavorare in forma diretta nel campo mentale, in maniera completamente diversa rispetto ai Regni animale e vegetale. Questi ultimi possono interagire in molti modi, aprendo energie auriche o sostenendo lo spazio per la comunicazione multidimensionale, tuttavia solo il Regno Sacro vegetale ha la capacitá di entrare nel corpo fisico attraverso il flusso sanguigno. Questo altera la frequenza dell’impulso elettrico cerebrale in modo da permettere alla coscienza primaria di passare ad uno stato subcosciente di sogno lucido, senza la narrativa frontale della personalitá-ego.

INFLUENZA DELLE PIANTE MEDICINALI

Il Regno vegetale offre qualitá medicinali che nessun altro Regno sulla Terra ha. Le piante sono capaci di alterare la pressione del flusso sanguigno o di elevere le emozioni e lo stato d’animo. Altre sono capaci di equilibrare gli emisferi cerebrali umani regolando la relazione che abbiamo con la nostra essenza originale, gli aspetti incoscienti della mente multidimensionale.

Societá campestri indigene sono a conoscenza di questo da millenni, come lo sapevano gli Egizi e prima gli Atlanti. Loro sapevano, attraverso la comunicazione diretta, che certe piante erano capaci di alterare le onde di pensiero e gli stessi modelli di risonanza del cervello. Per questa loro capacitá di aprire porte altrimenti molto difficili da oltrepassare, venivano chiamate Piante Sacre.

Gli Antichi sapevano che, a mano a mano che le onde cerebrali e i pensieri vengono alterati, la coscienza puó espandere o contrarre la percezione della realtá oltre la linea spazio-tempo. Una  coscienza molto piú acuta della norma si fa cosí possibile.

PORTE DI PERCEZIONE

Vengono cosí aperte le porte di un’altra dimensione di percezione, di altre realtá, aspetti unici della mente con maggiori visioni di creativitá e comprensione, permettendo molte volte che “blocchi di energia” profondamente nascosti siano accettati e liberati. Si puó dire che le Piante Sacre possono essere di molto aiuto a diversi livelli, dipendendo dall’energia, dal livello di luminositá, dal sistema di credenze e dalla volontá dell’individuo.

Queste piante permettono l’ingresso alla dimensione della Veritá; una visione della nostra Veritá individuale allineata in un unico punto, in un’unica frequenza, con tutto ció che uno puó aspettarsi di ricevere, scoprire, illuminare e imparare. Il risultato completo di chi siamo e chi possiamo essere.

Ci danno la possibilitá di ripassare la nostra vita come se fosse in tempo reale e dove abbiamo ferito altri, sentire questa ferita dalla loro prospettiva, cercare e ottenere la liberazione dell’energia. E fare la stessa cosa con coloro che hanno ferito noi. L’energia viene quindi purificata, pulita.

A volte le porte della percezione rimangono aperte e la nostra Esistenza o Stato dell’Essere diventa piú lucida poiché le esperienze negative sono state liberate in una notte, quando normalmente l’operazione avrebbe richiesto varie vite.

L’esperienza umana é spesso piena di reazioni emozionali negative che creano blocchi di energia nei corpi emozionale e mentale, le quali causano la chiusura delle porte percettive della mente. Certe Piante Sacre del genere psicoattivo, quando sono ingerite in maniera rituale in compagnia di un cerimoniere esperto possono contribuire all’apertura di queste porte. Una volta aperte esse raramente si richiudono, rimangono comunque aperte per molto tempo permettendo salti quantici di stati di coscienza.

Per esempio, i corridoi aperti dalla Pianta Sacra chiamata Ayahuasca possono condurre verso incrostazioni energetiche non risolte dovute a traumi di questa o altre vite; in questo modo le questioni della vita presente o delle passate si chiariscono e le energie associate sono rivissute confrontandosi peró con la realtá attuale dell’individuo e si crea la possibilitá di liberare ció che deve essere liberato per rimuovere il blocco. Si possono anche chiudere esperienze non portate a termine in altre vite.

Bisogna tuttavia tenere presente che sono necessarie forza e saggezza per realizzare queste liberazioni e chiusure. Il fatto di avere accesso al portale di espansione non significa necessariamente che uno avrá la chiave per aprirlo o l’abilitá per navigare nelle realtá offerte. L’intenzione, la forza d’animo e un buon livello di luminositá dell’essere sono i requisiti per questo viaggio. Tutto ció richiede preparazione e sforzo per poter affrontare questi Regni senza paura, la quale potrebbe essere amplificata in questi stati di percezione.

Senza questi attributi si provano semplici allucinazioni, sogni o incubi. In certi casi non succede niente. La chiave sta nel fatto che la vibrazione del ricercatore deve essere orientata verso il proposito piú elevato. Queste piante non sono mai state destinate a scopi ricreativi o di intrattenimento. La intenzione deve essere come quella che si prova quando si entra in una grande Cattedrale sacra, con riverenza, rispetto e umiltá. Quello che ognuno semina, raccoglierá. É cosí per tutte le attivitá di crescita spirituale e la paura é una frequenza disarmonica , una vibrazione di interruzione che non va d’accordo con il tipo di esperienza. L’Ayahuasca é tra tutte le Piante Sacre la piú insondabile e quella che offre piú possibilitá e la frequenza di saggezza piú elevata. La sua ingestione connette il cercatore all’area ultravioletta della mente subcosciente. Il processo si potrebbe chiamare “esperienza di pre-morte”. La coscienza dell’ego deve “andare a dormire” e il subcosciente si apre verso sogni lucidi trasportando l’individuo nella dimensione della Veritá, uno stato di coscienza maggiore. É un processo che permette al cercatore avanzato di far fronte all’imperfezione, revisionare la perfezione e confrontare l’esperienza totale dalla nascita al presente, e ricominciare. Essenzialmente é una rinascita. Le antiche Scuole di Magia usavano questo processo con gli studenti avanzati. É simile all’esperienza di digiuno prolungato, ma in tempi piú rapidi e con visioni piú dettagliate. Se peró si fa senza un proposito e per pura curiositá, la frequenza sensibile non si raggiunge e la vibrazione non puó suscitare l’esperienza piú alta.

Per questa ragione, maestri, le Piante Sacre non sono per tutti. Aggiungo anche che nonostante queste piante offrano un’incredibile opportunitá di purificazione e veritá, non sono certamente l’unico metodo per ottenere tale chiarezza. La pianta ha una frequenza altamente elevata e un grado enorme di coscienza della Terra stessa e di conseguenza offre una trasformazione incredibile per quelli che scelgono questo percorso e per quelli che sono pronti. Il Regno vegetale offre portali, peró il portale piú importante si trova dentro di noi.

La luce Divina dimensionale é trasmessa ad ogni essere umano dall’interiore del suo proprio essere, non da fuori. É basata nell’energia della sua realtá individuale.

Questo é il dono che appartiene al Regno umano sulla Terra.

E cosí sia.

GLI ANTICHI, IL MAGNETISMO E I MOTI ASTRALI

MAGNETISMO

Tutto é magnetico, o meglio, tutto é elettromagnetico. Secondo la fisica moderna tutte le cose che si muovono con variabilitá, producono un campo magnetico, infatti il campo magnetico é il prodotto della variazione del movimento. Quindi, se il movimento é magnetismo, un piccolo movimento come quello di un elettrone intorno ad un atomo, genera un campo magnetico; figuriamoci un grande movimento come quello della Terra intorno al Sole, o dei pianeti intorno al Sole, piuttosto che della Luna intorno alla Terra, e cosí via; produce campi magnetici di una portata immensa, questo roteare, questo movimento cosí veloce.

In epoca medievale gli alchimisti utilizzavano un termine, magnesia. “Devi scoprire la tua magnesia”, per esempio, é una frase abbastanza frequente; e questa magnesia era un modo di simbolizzare un termine egizio,che attraverso i Greci e gli Arabi era passato all’alchimismo medievale. Questo termine é formato da due parole: la prima parola é MAK e la seconda é NES.

MAK significa fiamma

NES significa lingua e fuoco,

quindi letteralmente lingua di fuoco che brucia. L’alchimista dice. ” La Magnesia nostra é un fuoco che bagna”, perché il magnetismo, pur essendo un fuoco in natura, si comporta come l’acqua. É possibile trasferire il magnetismo nel corpo di qualcuno e quel magnetismo entra nel suo corpo come l’acqua entra nei corpi solidi, per impregnazione, impregna il corpo.

Ora, comunque la si voglia pensare, che i pianeti siano cause prime perché generano i campi magnetici che interessano il luogo, o che i pianeti sono espressione degli Archetipi, che sono al di lá del pianeta stesso, evidentemente lo studio astronomico, cioé dei movimenti di questi corpi, é fondamentale.

GLI ANTICHI

Quando parlo degli Antichi, con la A maiuscola, non intendo l’Egizio, piuttosto che il Cinese o l’Arabo. Intendo tutti gli Antichi del Mondo.Gli Antichi erano pratici, non si perdevano in cose inutili.

Per parlare dello scopo delle osservazioni astronomiche e delle interpretazioni astrologiche degli Antichi, noi possiamo osservare che le popolazioni antiche hanno sempre preso in considerazione questi moti per due ragioni: una ragione poteva essere di ordine sacrale-religioso (ovvero la ragione di ossequiare questa divinitá che si affacciava in questa o quella epoca). Quindi si studiavano i “moti di ritorno” dei vari cicli, cioé ció che ritornava, veniva studiato in quanto espressione di un ciclo temporale che era governato da determinate forze sottili, quindi permeato di quei colori, di quelle vibrazioni, di quella energia. A partire da questo si giunge al rituale, che ha un duplice scopo: da un lato, quello di rendere il nuovo Dio che appare, ben disponibile nei confronti del luogo, e secondo, quello di rendere se stessi pronti ad accogliere questo genere di forza che entrava a governare questo nuovo ciclo in questione.

La seconda ragione per cui gli Antichi utilizzavano l’astrologia era invece di ordine predittivo, per poter prevedere determinati fenomeni naturali, determinate catastrofi, determinati fenomeni sociali, che erano sempre e comunque di ordine collettivo. Presso tutte le popolazioni Antiche, presso le popolazioni assiro-babilonesi, sudamericane, presso gli Egizi, i Cinesi, non si danno oroscopi in senso stretto, realizzati ad personam,fino a circa l’anno 200 a.C.. Quindi, per migliaia e migliaia di anni le osservazioni astronomiche e le interpretazioni astrologiche, riguardano solo l’umanitá in senso collettivo.

Evidentemente questo tipo di indagine (ad personam) non aveva significato, non aveva importanza nella logica in cui si muovevano queste popolazioni. Evidentemente non era necessario stendere un oroscopo per sapere se in una persona mancava Giove piuttosto che Venere, se c’era da somministrare un’erba piuttosto che un’altra, perché tutte queste fenomenologie erano tranquillamente osservabili ad occhio nudo. Gli Antichi non vedevano sicuramente come noi oggi vediamo e questo si puó evincere dagli scritti antichi: nella stesura dell’Eneide, dell’Iliade e dell’Odissea, non é mai scritto che il mare é azzurro o che il cielo é azzurro; il mare é il “gran verde” (come nei testi delle Piramidi). Determinati colori non esistevano nel linguaggio: tutte le frequenze luminose al di sopra del verde, erano verde; non c’erano l’azzurro, l’indaco e il viola.

Probabilmente, piano piano, lo spettro percettivo luminoso si é specializzato nelle frequenze acute,   perdendo altri tipi di frequenze, come le bande a infrarossi, per esempio, che permettono di vedere determinati tipi di cose. Le bande a infrarossi sono le frequenze della temperatura dei corpi; probabilmente gli Antichi potevano vederle a occhio nudo.

Oggi come oggi, facendo astrologia seria, si cerca di cogliere la summa generale dei colori, delle condizioni energetiche che sono presenti in un dato momento e cosí si creca da questo, di trarre delle conclusioni. Quindi, ad esempio, si colgono le condizioni nei momenti fondamentali, quando nasce un soggetto, oppure nei momenti importanti e si prova a capire da quali forze quell’insieme é in quel momento “governato”.

L’aspetto predittivo dell’Astrologia puó anche essere utile ad un’evoluzione, anche se va inquadrata sempre all’interno di un ambito in cui l’Astrologia é lo studio delle immagini nascoste di quel soggetto.

Noi siamo come delle antenne, come dei canali, dei vasi.: l’egizio diceva che l’uomo é un vaso nel quale passa il liquido lustrale.

Partendo dal concetto che lo Spirito umano é immortale mentre il Corpo é materia presa a prestito dalla Terra e l’Anima é, appunto,l’animazione, ció che da il movimento a questa materia, lo Spirito immortale entra nel divenire, compie un’esperienza e ne esce, rientra nel divenire, ne compie un’altra e ne esce. In Astrologia si cerca di cogliere il colore di quel momento presente dell’incarnazione, il divenire. Capire da quali forze quell’insieme ciclico é governato.

Il primo respiro stacca da un certo legame e lega all’aria del pianeta; da quel momento inizia l’interscambio con l’aria collettiva del pianeta. Fino a quel ommetno non entra aria nel polmone, non c’é anemos, non ha un’anima, lo Spirito non é “animato”. Quando l’aria entra nel sistema, sará una certa aria, avrá una certa qualitá, quest’aria, e questa qualitá é espressa in maniera meravigliosa dalle forze celesti. Le qualitá di un certo spazio-tempo, segnano in maniera molto importante, tutta la vita di quella creatura, perché é lí che la creatura forma l’anima, e l’anima si forma in base a come é la condizione di quello spazio-tempo ed é parte di quella condizione anche l’individuo che nasce. Il primo respiro é il contatto personale, individuale con i pianeti. In quel momento si stende il Tema Natale.

Quindi, in sostanza ogni destino individuale é governato dagli Archetipi. Ogni esperienza viene perché deve venire secondo un piano che é proprio di una zona piú profonda della psiche e che Jung ha individuato con il nome di Sé. Questo sistema é individuale e personalizzato (sviluppa cioé una personalitá, un ego), ma poggia su degli Archetipi uguali per tutti.

E il libero arbitrio?

Gli astri inclinano e non fanno.

Ma in campo umano esiste proprio, non tanto il libero arbitrio, quanto il dovere di riformare quest’anima, il dovere di lavorare con questo corpo, su questo corpo, in questo corpo. E quindi tutte le inclinazioni a cui siamo soggetti, sono semplici inclinazioni; ma nella maggior parte dei casi il libero arbitrio é praticamente inesistente,  tutto dipende da quali forze un individuo é in grado di mettere in campo verso la liberazione dal gioco degli astri. Il liberato in vita é colui che ha la possibilitá di applicare il libero arbitrio al 100%, colui che non solo non é piú soggetto alle forze, ma le governa. I comuni mortali sono soggetti alla legge del Karma ma tutti gli uomini hanno un certo grado di libero arbitrio.

Esiste un Karma, esiste un Destino. Esiste un Destino Collettivo e un Destino Individuale. Il destino individuale é tale nel momento in cui l’individuo si individua, cioé nel momento in cui applica il libero arbitrio, altrimenti resta nel destino collettivo.

IL TEMA NATALE É IL TEMA DELL’ANIMA. É IL DNA DELL’ANIMA.

 

 

 

I passi magici dello sciamano

“Se vuoi ottenere il benessere fisico e l’equilibrio mentale hai bisogno di un corpo flessibile: Queste sono le due questioni piú importanti nella vita di uno sciamano, perché conducono alla sobrietá e al pragmatismo, gli unici requisiti fondamentali per poter entrare negli altri regni della percezione. Per avanzare nell’ignoto occorre assumere un atteggiamento coraggioso ma non imprudente; al fine di stabilire una sorta di equilibrio tra audacia e avvedutezza, uno stregone deve essere estremamente sobrio, prudente, capace e in ottime condizioni fisiche.” 

“Il solo pensiero di affrontare l’ignoto,per non parlare poi di entrarci dentro, richiede palle d’acciaio, e un corpo in grado di sostenere palle del genere. A che cosa servirebbe avere coraggio se mancano la prontezza mentale, la capacitá fisica e i muscoli adeguati?”

Don Juan Matus – dal libro Tensegritá di Carlos Castaneda

Gli sciamani del lignaggio di don Juan erano profondamente impegnati con la ridistribuzione della loro energia interiore. Questo coinvolgimento non era un impegno intellettuale, e nemmeno il prodotto di induzioni, deduzioni o conclusioni logiche; era invece il risultato della loro capacitá di percepire l’energia come fluisce nell’universo. 

Gli stregoni dell’antico Messico scoprirono che ogni singola parte del corpo umano é impegnata, in  un modo o nell’altro, nel trasformare questo flusso vibratorio, questa corrente di vibrazioni, in una sorta di immissione di dati sensoriali. Per mezzo della sua utilizzazione, l’insieme globale di questo bombardamento di informazioni sensorie si trasforma nel sistema di interpretazione che permette agli esseri umani di percepire il mondo nella maniera in cui lo percepiscono.

In base alla spiegazione di don Juan sulla ridistribuzione, gli esseri umani, percepiti come conglomerati di campi energetici, sono unitá energetiche saldate che hanno confini ben definiti che non permettono all’energia di entrare o uscire. Di conseguenza, l’energia che esiste all’interno del suo campo energetico é tutto ció su cui puó fare affidamento ogni essere umano.

Gli uomini hanno la tendenza naturale ad allontanare l’energia dai centri vitali, preoccupandosi e lasciandosi sopraffare dalla tensione della vita quotidiana. La durezza delle azioni quotidiane impone un pesante tributo all’organismo. Questa energia dispersa si raccoglie alla periferia del campo energetico del corpo a volte fino a creare un deposito piuttosto spesso, simile a una sorta di corteccia.

I passi magici si riferiscono all’essere umano nel suo insieme come a un corpo fisico e un conglomerato di campi di energia, e agitano l’energia che si é accumulata lontano dal corpo per riavvicinarla. I passi magici impegnano sia il corpo in quanto entitá fisica che subisce la dispersione di energia, sia come entitá energetica capace di ridistribuire l’energia dispersa.

La vera magia dei passi magici sta nel fatto che essi immettono di nuovo nei centri vitali l’energia bloccata, e da questo deriva il benessere che provano i praticanti. L’esecuzione dei passi magici non richiede necessariamente uno spazio particolare o un orario specifico. I movimenti devono essere eseguiti lontano da correnti d’aria e bisognerebbe sforzarsi di mantenere la mente staccata dalle preoccupazioni della vita quotidiana.

In questo video si mostra la prima serie di passi magici proposta nel libro “Tensegritá” di Carlos Castaneda. Il libro contiene spiegazioni dettagliate sull’utilitá di ciascun passo, con immagini che mostrano le varie posizioni con chiarezza.

Lo consiglio a tutti.

https://www.youtube.com/watch?v=JtYfyD2h8As