BHAGAVAD GITA

“Non é sbagliato pregare Dio per le proprie necessitá. Ma quando un devoto prega per la comunione divina, nel sottofondo della sua mente non deve sperare la concessione di un favore. La sua mente non deve concentrarsdi sui doni, ma solamente sul Donatore. Quando il devoto potrá fare questo realmente, allora tutti i doni del Donatore gli saranno dati in piú.”

“La coscienza divina non ha passato né futuro, perché non é mai interrotta, come quella umana, dalla morte o dalle limitazioni. L’eterna coscienza ha un solo tempo: l’eterno presente. Dalla finestra della coscienza infinita Dio guarda i film degli avvenimenti finiti del passato, del presente e del futuro proiettati sullo schermo di spazio e tempo, andando continuamente avanti e indietro nell’eterno presente.”

“Non appena un essere umano nasce in un posto particolare di questo sogno cosmico, comincia a rispondere emotivamente. Guardando la rappresentazione degli elementi contrari, conosce il desiderio e l’avversione e ne viene influenzato felicemente o negativamente. Il respiro é ció che ci mantiene in questa illusione (maya). Dunque i bambini sono esposti fin dalla nascita all’illusione cosmica e crescono impotenti sotto di essa. Per portare a termine il piano della Sua creazione Dio dá loro prima l’illusione, e non Se Stesso. Se Egli non si fosse coperto con i veli di maya , non potrebbe esserci il gioco cosmico della creazione in cui gli uomini giocano a nascondino con Lui e cercano di trovarLo come Grande Premio.

Quand’é disilluso dalle tentazioni inferiori dei piaceri dei sensi, l’uomo cerca la tentazione suprema della vita, la beatitudine di Dio. In questo modo impara a usare i Suoi doni divini di discriminazione e libero arbitrio per scoprire la realtá dietro le apparenze della vita. Quando l’acqua in un vaso é agitata, distorce qualsiasi oggetto vi sia riflesso. Similmente, quando le calme acque del cuore umano (emozioni) sono mosse da simpatie e antipatie, l’uomo é incapace di risolvere i suoi problemi e prendere sagge decisioni. Né un cuore agitato puó riflettere la presenza interiore dell’anima beata.”

“Un devoto conscio di Dio mantiene la sua coscienza divina anche al momento del grande terremoto della morte. Per mantenere la continuitá della consapevolezza di Dio al momento dell’importantissimo evento – la transizione terrena – lo Yogi deve essere altamente evoluto. Quando il “canarino” (il comune devoto) é preso dal “gatto” (la morte), dimentica il suo canto divino e comincia a gridare terrorizzato. Per questo é necessario stabilire la divina unione estatica cosí profondamente, in modo che le dure prove della malattia o l’avvicinarsi della morte non facciano urlare spaventato il devoto, dimentico della sacra presenza di Dio. Un grande maestro puó rimanere in comunione con il suo Creatore anche durante una morte dolorosa.

Le prove del Signore sono a volte molto sottili. Durante l’agonia sulla croce, Gesú sentí per un attimo che Dio gli sfuggiva. Perció gridó: “Padre, Padre, perché mi hai abbandonato?” Altri maestri pienamente illuminati hanno conosciuto  momenti di prova al momento della morte, per poi uscirne trionfanti come Cristo.

La vita é una scuola d’addestramento militare-spirituale in cui si deve disciplinare corpo, mente ed emozioni per conquistare la vittoria nella battaglia finale della morte, nell’ultimo giorno del nostro soggiorno terreno.”

AHÓ