Tradizioni pasquali salentine

Tradizioni pasquali salentine
Tradizioni pasquali salentine

Tradizioni pasquali salentine

Oggi vi voglio parlare delle tradizioni pasquali salentine in cucina. Il salento, terra pianeggiante interrotta solo da alcuni rilievi collinari a ridosso delle Murge e poi più a sud, nelle Serre Salentine. Una terra rossa e grassa in cui ulivi, viti, agrumeti, cereali, legumi, ortaggi e verdure la fanno da padrone, e poi terreni argillosi e impervi, dove tra i massi sopravvivono in un terreno aspro, fichi, fichi d’india. mandorle, capperi ….. e la macchia mediterranea con i suoi profumi di mirto, timo, rosmarino, alloro, …
Ecco questo è l’entroterra salentino, ma poi abbiamo il mare meraviglioso dalle mille sfumature di colore, lo circonda, l’avvolge, stringendolo in un abbraccio.
I salentini: agricoltori o pescatori dal volto segnato dal sole, dal mare, dai tratti scavati, la pelle bruciata, scuri, con le mani callose, segnate dalla zappa o dalle corde delle reti. Si alzano all’alba e scrutano il cielo: oggi si lavora? Eh si, il loro lavoro dipende dal tempo e dal Padreterno: se il tempo è buono, si va nei campi o si salpa, se il tempo è brutto: non si esce, si preparano le semenze, si aggiustano le reti.
Questo loro scrutare il cielo li porta ad avere un rapporto diretto con il Signore che c’è lassù, lo pregano lo invocano, a volte nella disperazione lo maledicono, pentendosene subito dopo e amandolo a loro modo.
Saranno poco praticanti, ma sono oltremodo religiosi, e questa loro religiosità traspare in ogni loro gesto,in ogni loro modo di dire ma anche nel cibo che mangiano.
La Pasqua è il momento in cui il simbolismo religioso raggiunge la sua apoteosi: l’agnello, simbolo del sacrificio di Cristo per salvare l’umanità, è presente in ogni tavola, può essere “Lu spazzatu“, o il più classico spezzatino di agnello, o semplicemente cotto alla brace, o il golosissimo agnello in pasta di mandorla, dolce tipico, farcito con cioccolato, nocciole, gelatina alla frutta che sostituisce la più famosa colomba pasquale. L’uovo, simbolo della rinascita, è anch’esso presente sulle tavole salentine, viene inserito nelle “cuddhure cu l’ou” sia nella versone salata che in quella dolce.  Nella versione salata non è altro che il classico pane salentino, di una pezzatura notevolmente inferiore in cui al centro veniva posto l’uovo; nella versione dolce: una pasta frolla a cui vengono date varie forme, a ciambella, a pesce (altro simbolo cristiano), a colomba, sempre con la presenza dell’uovo intero posto al centro, senza contare le uova sode, immancabili nel pic nic in campagna o al mare il giorno di pasquetta.
Come dicevo anche il pesce, simbolo di Cristo è presente sulle tavole salentine, sopratutto nella sua versione dolce, sostituisce l’agnello in pasta di mandorle. Preparato allo stesso modo con un golosissimo ripieno, a differenza dell’agnello, il pesce viene dipinto con dei colori sgargianti e il più gettonato è lo scorfano, rosso brillante, che a guardarlo sembra vero.
Un tempo, quando la cucina non aveva subito contaminazioni di alcun genere, il pranzo tradizionale prevedeva la classica “pasta fatta e casa cu le purpette o cu lu pesce” e poi l’immancabile agnello, frutta fresca e secca e chi se lo poteva permettere come dessert: agnello o pesce in pasta di mandorle o le più classiche “cupete”, altro dolce sempre a base di mandorle.
Se siete curiosi di sapere come realizzare l’agnello in pasta di mandorle o lu spazzato, potete cliccare sulle parole azzurre che trovate sopra nella descrizione.
Vorrei parlavi anche delle tradizioni religiose, ma queste richiedono molto spazio e molto tempo e oggi mi sono dilungata anche troppo.

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