Recensione: “Il sentiero dei bambini dimenticati” Elly Griffiths

Genere: Thriller

Prezzo: € 9,90

Casa Editrice: Garzanti

Trama:
Inghilterra, North Norfolk. Nelle desolate paludi salmastre regna una calma piatta e terribile. La mano che lentamente riemerge dal fango, durante gli scavi, è piccola e leggermente chiusa. Un braccialetto che sembra fatto d’erba cinge il polso esile. Da quanto tempo le sabbie del Saltmarsh custodiscono queste ossa? Ruth Galloway è abituata a confrontarsi con la morte e le sue testimonianze, e è l’unica in grado di sciogliere l’enigma. Professoressa di archeologia forense, specialista nella datazione delle ossa antiche. La sua è un’esistenza indipendente ma piuttosto monotona, movimentata solo dalla lotta contro la bilancia e i genitori invadenti. Almeno fino a quando l’ispettore Harry Nelson non decide di coinvolgerla nelle indagini. Il caso irrisolto della piccola Lucy Downey, scomparsa da dieci anni, tormenta l’uomo; dal giorno della sparizione riceve inquietanti e enigmatiche lettere che alludono ad antichi rituali, sacrifici e divinità pagane. Le ossa restituite dalla palude sono antiche o potrebbero essere quelle di Lucy? Solo le analisi al carbonio 14 e gli scavi potrebbero dare una risposta. Ma bisogna fare in fretta, perché un’altra bambina è appena scomparsa e nuove lettere cominciano ad arrivare al dipartimento di polizia. Mettendo a repentaglio la sua stessa vita, Ruth non esita un attimo a lanciarsi a capofitto nell’inchiesta. Lei lo sa bene: le ossa non dimenticano. Mai. Nella loro memoria è nascosto il sentiero che porta alla verità. E anche alla salvezza.

Recensione:
Non avevo mai sentito parlare di questa scrittrice e dei suoi thriller, ma un giorno ho trovato casualmente il suo primo romanzo e leggendo la trama ho scoperto che la protagonista è un’archeologa come me quindi l’ho subito acquistato e letto. Trovare un libro che contenga ben due delle mie grandi passioni non è semplice, anzi è un caso più unico che raro. Fortunatamente, il mio “colpo di fulmine” con questo romanzo si è rivelato molto più di una semplice cotta.
La scrittrice ha uno stile molto coinvolgente, il marito è un archeologo e le ha insegnato davvero molto bene i segreti del mestiere. I dettagli inseriti nella storia sono molto realistici e rispecchiano il lavoro che compie l’archeologia e quanto sia importante per scoprire il nostro passato e collegarlo al presente. Ho amato certi riferimenti agli scavi archeologici e all’emozione delle scoperte.
Ma anche il lato thriller del romanzo è stato davvero ben strutturato e collegato all’archeologia. C’è un omicida a piede libero e ben due bambine sono state rapite, ma una è scomparsa da 10 anni ed è difficile trovare un collegamento tra i due casi dopo tutto questo tempo. Per la polizia avere al proprio fianco un’archeologa è stato un vero colpo di fortuna.
Parlando dei personaggi, la protagonista, Ruth, non è la classica donna bella e perfetta ma una donna comune che proprio per questo è vicina al lettore. Lei è una di noi: una donna semplice, solitaria, amante dei libri e dei gatti, si dedica alla sua passione per l’archeologia, lavora e vive in un luogo desolato e molto isolato.
Mi è piaciuta sin dai primi capitoli, ho trovato le sue riflessioni sempre molto umanistiche e realistiche, riuscivo a comprendere i suoi tormenti e mi sarebbe piaciuto aiutarla nei momenti difficili.
Il co-protagonista, l’ispettore Harry Nelson, è un uomo particolare, non è il tipo che piace facilmente e anzi ha un carattere molto scontroso e freddo ma con il procedere della storia mostra anche altri lati del suo carattere.
Ci sono anche molti altri personaggi secondari, ma sinceramente nessuno di loro mi ha colpito, anzi i miei sospetti erano indirizzati soprattutto su di loro.
L’unico difetto che ho trovato nel romanzo, è stata la lentezza di alcuni capitoli che raccontavano dei dettagli poco interessanti e informazioni di cui il lettore poteva fare a meno.
Invece, uno dei migliori pregi è stata l’ambientazione; non conoscevo questo luogo dell’Inghilterra ed è stata proprio una bella scoperta, il luogo in cui avvengono i fatti non esiste realmente ma nelle note la scrittrice ha detto di essersi ispirata a luoghi realmente esistenti in questa piccola parte di mondo. Le paludi sono luoghi affascinanti e magici, pericolosi e attraenti.
Per il resto è stata davvero una bellissima lettura, perfetta per chi come me ama l’arte e l’archeologia ma anche per chi è interessato ad un thriller con delle sfumature diverse dal solito e più interessato all’aspetto storico/artistico.

Citazione Preferita:
“Il passato è morto. Lei, come archeologa, lo sa meglio di tutti.
Ma sa anche che può essere allettante.”

Voto: 9-/10


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