Luke Perry, classe 1966 Luke Perry, classe 1966 - Facebook Full view

Luke Perry, classe 1966

Caro Luke,

guarda Te lo dico subito: non ero una tua fan, non eri il mio idolo, non ho mai guardato Beverly Hills 90210, ma porca miseria, avevi la mia età, precisa precisa. Non solo l’anno, pure il mese, Ottobre 1966. E questo è quello che mi ha fatto gelare il sangue. Eri il simbolo della mia generazione, con quella faccia bella e dannata e te ne sei andato all’improvviso, per colpa di un ictus.

Quindi alla mia età si può morire all’improvviso per colpa di quei malanni che nella mia mente colpiscono “quelli più grandi”, “gli anziani”. Come si fa ad accettare l’idea che io ora faccio parte proprio di questa categoria e che la gioventù è definitivamente un ricordo?

Mi stavo già rattristando per tutte le cose che probabilmente non potrò più fare, tanto da metabolizzarle per non dispiacermene troppo, che lo spauracchio del fulmine che improvvisamente potrebbe colpirmi mettendo la parola fine a tutta l’energia che ancora vorrei esprimere, mi ha decisamente spaventata.

Riflessione banale, ne convengo, ma davvero la vita è un continuo mettersi alla prova e se già invecchiare è dura, il non poterne uscire vivi è devastante.

“L’inconveniente di essere nati” di E.M. Cioran, nel titolo riassume tutto il mio momento presente. Libro che decine di anni fa fu l’argomento di una predica domenicale del grande Priore di Santa Maria delle Grazie, Monsignor Catoretti.

Sì alla base c’è che non trovo tutta questa convenienza nell’essere venuta al mondo. Tanta fatica, tante lotte, tantissime delusioni. Le cose che vanno come vogliono e non come Tu hai fatto tanto perché andassero. Ovvio che ognuno ha la sua lista e mette sul piatto della bilancia gioie e dolori per tirare le sue conclusioni. Io avevo ben altre aspettative, ben altre predisposizioni. Accettare le cose non era la mia scuola di vita. Il carattere, l’energia, la capacità, la solarità restano i miei tratti. L’entusiasmo sempre e comunque, anche quando trovo qualcosa di nuovo all’Esselunga. Ma non era così che me l’ero immaginata, tutto qui.

Sapere che il tempo che ho davanti non basterà a recuperare quello che ho perso, è molto doloroso. Sapere che addirittura tutto potrebbe finire in questo momento è sconvolgente. Almeno andarsene avendo vissuto pienamente, almeno quello.

Avevo bisogno di scriverlo, per liberarmene.

Per il resto tutto bene, grazie.

Related Articles

1 Comments

Leave a comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.