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Artisti, creativi: I ❤️ U!

Personaggi complicati ed affascinanti gli artisti! Non ce n’è uno che abbia un carattere semplice, una vita facile, una spontanea propensione ad aprirsi agli altri. Stanno bene nel loro mondo, stanno bene da soli, nel silenzio, quasi “in assenza”, eppure della vita sono i più grandi interpreti, delle emozioni sono i traduttori, dei sentimenti i più profondi conoscitori.

Che siano pittori, scultori, poeti, musicisti, stilisti, chef o come si dice oggi in comunicazione “creativi”, l’artista è baciato da un sacro fuoco di talento, che lo distingue, non solo per intelletto, ma per sensibilità. L’espressione (distaccata e a tratti un poco infastidita), l’abbigliamento (dal total black, alla follia sgargiante, al finto trasandato), l’allure (sospeso a 5 cm dal suolo). Oggettivamente l’artista è molto spesso una persona che non cerca di piacere, che non fa niente per essere “accettato”, che anzi sfida e adora la sua diversità che protegge come il tesoro più prezioso.

Perché mi trovo a fare queste riflessioni? Perché io sono attratta come una calamita da questa tipologia di persona, che rappresenta il mio concetto di “meraviglia”, di vero stupore, davanti a quello che una mente umana può concepire, quando è accompagnata da un “sentire” più forte. E sono assolutamente affascinata da tutto ciò che l’artista, attraverso il suo personaggio, mi rappresenta.

In una chiacchera con la mia amica Susanna, avevo espresso questo concetto basilare della mia estetica: “a me piacciono i personaggi, non le persone”. Intendiamoci, una provocazione, solo per dire che le persone “normali” non mi attirano, con colpiscono la mia curiosità, mi trasmettono poco. Io adoro chi ha saputo trasformare se stesso ed il proprio lavoro in qualcosa di unico, riconoscibile, emozionante.

Quella vena di pazzia che c’è in ogni artista è il lato che più mi affascina, perché nel mio piccolo fuori dalla norma e lontana dai luoghi comuni, mi sento anch’io. E’ la pazzia che ti spinge oltre, sia nella disperazione che nell’estasi, è la pazzia che va gestita e controllata perché non si impossessi completamente di noi, fino a distruggerci. Ma la pazzia è per me la manifestazione di una ipersensibilità estrema, che se non è malata, è il vero fuoco creativo.

Difficile che personalità di questo tipo possano trovarsi a proprio agio nel mondo. L’introversione è tipica di un animo inquieto, che non trova pace, che si annoia facilmente delle banalità del quotidiano. Vivere solo di “straordinario” è impossibile, brucerebbe chiunque, ma fuggire dalla mediocrità per coltivare le proprie passioni ed esprimerle, è un piccolo atto di creazione, che ha del miracolo.

Io, purtroppo, manualmente non son brava. Da piccola facevo bellissimi orecchini che vendevo alle mie compagne di liceo, ma poi le suore mi hanno impedito di andare avanti verso la via della moda, “perché la scuola non è luogo di commercio”. Ecco, come tarpare le ali ad una giovane creatrice, business oriented!

Però, scrivo! E lo scrivere è la mia valvola di sfogo, la mia voglia di comunicare con gli altri, ma anche il mio momento di pace e solitudine. In questo mi sento una creativa, mi diverto e trovo sollievo.

Man mano che scrivo e rileggo, mi vengono in mente tutti i nomi degli artisti e dei creativi che ho conosciuto e che ancora frequento che mi hanno regalato la loro amicizia e mi hanno permesso di avvicinarmi al loro mondo: ogni volta un viaggio meraviglioso!

“Alice in Wonderland”, davvero, mi avete fatto felice!

 

 

 

 

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