Codici di famiglia

I codici di famiglia non erano altro che una specie di protocollo di scambi verbali e, quando qualcosa veniva infranto, era per ogni membro come aver ricevuto uno schiaffo in viso.

Codici di famiglia
Codici di famiglia

 

 

Codici di famiglia

La sera della domenica Marianne entrò in cucina in modo talmente silenzioso che quasi nessuno se ne accorse. Era abitudine, faceva parte dei famosi codici di famiglia rivolgersi a qualche animale per dire o chiedere qualcosa a qualcuno, e Corinne si rivolse appunto a Piumotto, l’uccellino, e bastò questo per scatenare una reazione mai né vista né solo immaginata nella ragazza

Mi pare…mi pare crudele che quel povero uccellino resti imprigionato in gabbia tutta la vita per permettere ad esseri egoisti come noi di divertirsi. Penso che sia peccato

Aveva infranto il codice, quando in casa si parlava tramite animale si doveva rispondere tramite l’animale, Marianne non solo aveva risposto in un modo secco e risentito che non era il suo, ma lo aveva appunto infranto!

Mamma era addolorata indignata, come poteva dire la sua Marianne certe cose, ma per Marianne

Mamma, è sempre una gabbia

che importava se antica, se Piumotto era nato in gabbia ed abituato a stare in gabbia?

detto questo scomparve dalla cucina senza nemmeno salutare.

Ti sei resa conto, Marianne, che infrangendo il codice quel giorno lo hai infranto per sempre? per tutti noi?

 

Quel pomeriggio della domenica, nella sua stanza, Marianne svuotò la borsa di tutto.

Dopo ripensamenti vari, senza mai avere avuto una sola volta il coraggio di guardare il suo prezioso orologio da polso; Marianne pur sapendo che il vetro era scheggiato sfiorandolo, decise di indossarlo ugualmente, il padre se ne sarebbe accorto sicuramente se l’avesse tolto e lei non voleva assolutamente destare sospetti.

La sua stessa stanza le sembrava diversa, lontana, ed era sicura che Patrick nel suo silenzio nel suo non fare domande avesse capito.

Tutto gettò nel cesto dei rifiuti meno il completo da toilette, nessuno si sarebbe accorto di cosa buttasse o si sarebbe chiesto il perché., il vestito invece lo lasciò in borsa nell’angolo più nascosto dell’armadio, non sarebbe stata così la prima cosa visibile aprendolo.

Focaccina, il suo gatto che la seguiva ovunque, la guardava con gli occhi di chi non giudica, e quella sera uscendo a fare una passeggiata  riuscì a ” scampare” dalla madre, dalla sua vicinanza dal preparare ( almeno per il momento ) lo sformato con lei.

Ma sua madre non era come le altre, un’altra madre l’avrebbe sobillata di domande sulla festa, l’avrebbe tempestata per sapere per conoscere come aveva trascorso la serata, ma Corinne non era così era “moderna”….non apprensiva non soffocante.

Lei non ricordava, di quella sera  ricordava una ragazza che non era lei era qualcuno che non riconosceva, ricordava un abito strappato e gambe, gambe che correvano….

Aveva bisogno di stare sola, passò alla stalla a vedere i cavalli, al negozio d’antiquariato della madre che non amava quanto lei, ma almeno lì la tranquillità era assicurata.

Alla fine Marianne superò anche l’ora della cena, tutti chiacchieravano lei sentiva ma non ascoltava, il suo corpo era in quella cucina, seduto a quel tavolo, ma era come se non ci fosse.

E quelle, tra le tante parole, che le frullavano in testa…..non riusciva a liberarsene.

Nessuno ti farà del male, Marianne

Marianne Mulvaney, che stronza

Mi stai facendo incazzare, lo sai?

Lei, Marianne, non era rientrata con Trisha a casa sua, sicuramente l’amica e la madre se ne saranno chieste il perché, e più passava il tempo e più si convinceva che Patrick il fratello sapesse, se non sapeva ancora, sicuramente qualche pettegolezzo gli sarebbe giunto all’orecchio e nel peggiore dei modi, l’indomani mattina a scuola.

    Mulvaney! Credete di essere tanto per bene, eh?

e ancora …..

 

….Non è successo niente che tu non abbia voluto e chiesto

Quindi tieni il becco chiuso. Capito?

Quella domenica sera mentre stava facendo l’ennesimo bagno, senza guardare per paura di vedere il suo corpo, quella sera immersa nell’acqua Marianne si convinse che del suo dolore avrebbe potuto fare un’offerta, dell’umiliazione un dono, capì che Gesù non ci manda nulla che non possa essere sopportato se le sue sofferenze sulla Croce erano sopportabili e se per quelle non era morto.

Ed ecco calare sé e la sua anima in un vuoto perfetto.

 

Allora adesso io mi chiedo, mi domando……( sicuramente chi mi legge, se mi legge, avrà vagamente intuito che a questa giovane qualcosa di brutto è accaduto ) come può una madre di una ragazza peraltro così giovane non accorgersi di nulla? non avvertire che qualcosa non va, che la figlia non è quella di sempre? eppure succede, succede per la troppa sicurezza che ” a noi certe cose” non possono accadere, sono cose che possono capitare sì ma solo in altre famiglie, e soprattutto non in famiglie a modo rispettabili amate invidiate e benvolute da tutti, cose che si leggono sui giornali come notizie e che lasciano coi più svariati stati d’animo, sconcertano disgustano, ci lasciano increduli ma che poi alla fine si mettono in un angolino, o che si commentano con un ” se l’è voluta” in fondo ” se l’è cercata”.

E poi, dopo un giudizio più o meno moralistico, si va oltre, l’attenzione è rivolta ad altre novità , tanto non ci tocca non è successo a noi….

Ma torniamo a Corinne, non vi fa pensare un attimo?  non è facile fare il genitore, al di là della colpa dell’uno piuttosto che dell’altro, quello che mi lascia un po’ così è, non  credo l’indifferenza, quanto la troppa sicurezza di questa madre, ingenuità forse ma soprattutto il disinteresse certo in buona fede verso una figlia che sotto sotto non aspettava altro che l’occasione la persona giusta con cui aprirsi o almeno tentare di farlo.

E allora quando è meglio chiedere? c’è una mezza misura in tutto, una via di mezzo tra soffocare ed ignorare….Corinne era troppo presa dal suo pezzo d’antiquariato per soffermarsi un attimo….per prestare attenzione…per notare che c’era qualcosa di strano…col senno di poi se avesse fatto…se avesse chiesto…se avesse detto…

Ma tutti sappiamo che il se nella storia non fa testo….

Se siete incuriositi appena un po’, questa è veramente una bella lettura, porta molto a riflettere soprattutto le mamme di figlie femmine, ed in generale tutti coloro che sono sensibili a questo tipo di argomento e problema, purtroppo molto frequente oggi e da sempre.

Alla prossima!