Il club delle lettrici compulsive

Un matrimonio inglese – Frances Hodgson Burnett

Un matrimonio inglese Book Cover Un matrimonio inglese
Frances Hogdson Burnett
Narrativa, romanzo storico
Astoria
2010
Digitale - Cartaceo
507
Fornito dalla Casa Editrice
Clementina Liuzzi e Paola Vallegra

Primi anni del Novecento. Uno degli scambi più frequenti tra le due sponde dell'Atlantico è quello tra titoli nobiliari e grandi patrimoni. Sir Nigel Anstruthers, un nobiluomo inglese ridotto in miseria, si reca a New York in cerca di ricchezza e incontra Rosalie Vanderpoel, diciannovenne ingenua, figlia di uno dei più grandi miliardari americani. Abile nel convincere tutti che si tratta di un matrimonio d'amore, sir Nigel si rivela ben presto un uomo spregevole. Ma la coppia a quel punto è tornata in Inghilterra, Rosalie è obbligata a interrompere i rapporti con la famiglia e di fatto scompare. Passano dieci anni. Bettina Vanderpoel, una bambina ai tempi del matrimonio della sorella e l'unica ad aver nutrito un'immediata antipatia per il cognato, è cresciuta trasformandosi in una giovane donna indimenticabile, che coniuga garbo e determinazione, rispetto delle regole sociali ma anche capacità di sovvertirle qualora si rivelino ingiuste. Decide di partire per l'Inghilterra per scoprire cosa ne è stato di Rosalie, iniziando in tal modo un viaggio che si rivelerà pieno di drammi e avventure e che le porterà una nuova conoscenza di sé.

Oggi partecipiamo al review party di Un matrimonio inglese, un libro scritto da Frances Hodgson Burnett e pubblicato in Italia da Astoria. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

Un matrimonio inglese

Un matrimonio inglese è un libro bellissimo che ho adorato nonostante non sia un romanzo scritto in anni recenti. È anche un libro molto descrittivo che sembra perdersi nei dettagli, vi avviso perché non a tutti piace il genere. Solitamente, anche io preferisco storie più “veloci”, ma tutto quello che Frances Hodgson Burnett inserisce nel romanzo serve a farsi un’idea di quella che era la vita a inizio ‘900, le cui atmosfere sono rievocate (o forse evocate, visto che è un libro del 1907) alla perfezione. Preparate i vostri carnet. Si comincia!

La vicenda inizia con il matrimonio della giovane Rosalie, americana e figlia di un ricco imprenditore, con sir Nigel Anstruthers, un nobile praticamente decaduto che cerca una moglie ricca abbastanza da risollevare le proprie sorti. I due, appena dopo le nozze celebrate a New York, tornano in Inghilterra e si stabiliscono a Stornham Court, la dimora della famiglia Anstruthers, dove Nigel vive con la madre e i pochissimi dipendenti che servono per mandare avanti la casa. La proprietà è in rovina e sir Nigel non ha alcuna intenzione di porre rimedio allo sfacelo in cui versano sia la magione che il paesino in cui abitano i fittavoli, i quali dovrebbero produrre la rendita perché Stornham sia mantenuta in condizioni accettabili. Insomma, se avete visto Donwton Abbey avete capito cosa intendo.

Rosalie inizia la sua vita nella nuova casa nel modo peggiore possibile perché l’uomo che ha sposato si rivela essere un vero e proprio mostro che, in modo deliberato e subdolo, la isola, la fa sentire sbagliata e fuori posto. Una vera e propria violenza psicologica in cui è appoggiato dalla madre, altra creatura gretta e meschina.

Con un salto temporale abbastanza rapido, seguiamo la crescita della sorellina minore di Rosalie. Betty ha un carattere totalmente diverso dalla sorella. Non è remissiva e mite, ma è una vera e propria forza della natura. Studia in Europa e impara da tutti quelli che incontra. Nonostante la lontananza e le lettere sempre più sporadiche da parte di Rosy, Betty non l’ha mai dimenticata e nemmeno ha mai accettato questo distacco che ai suoi occhi appare strano e contronatura. E quindi, non appena è abbastanza adulta per farlo, parte per l’Inghilterra, con lo scopo di presentarsi a casa della sorella.

Gli argomenti che vengono trattati in Un matrimonio inglese sono tantissimi. Non so dirvi se i dettagli siano storicamente esatti perché non sono un’esperta del periodo (le mie conoscenze si fermano a Downton Abbey e a Titanic), ma mi sembra tutto molto scorrevole e plausibile. I personaggi sono ben delineati e tutti hanno, dal mio punto di vista, una valenza quasi allegorica, a partire da Betty.

Sicuramente Betty è una figura molto stereotipata perché è una sorta di Mary Poppins americana, senza alcun difetto e che ha solo pregi, ma ho deciso di leggerla come se fosse la divina provvidenza, di manzoniana memoria, che interviene a risolvere problemi altrimenti inaffrontabili. In questo caso, il problema è il matrimonio della sorella di Betty. Rosy è annichilita, ridotta alla magra figura di se stessa, da un uomo violento, gretto, meschino e attaccato solo ai soldi. Nigel rappresenta, appunto, la meschinità umana. È un personaggio estremamente credibile perché è un narcisista manipolatore e tutti ne abbiamo incontrato almeno uno nella nostra vita.

Rosy, invece, è la vittima, quella che si lascia annullare dalla presenza, nella sua vita, di un mostro narcisista che non sa come gestire semplicemente perché non ha mai imparato cosa significhi avere a che fare con la cattiveria umana. A prima vista potrebbe sembrare una donna debole, ma in realtà è una donna sola, abbandonata a se stessa. Guardate l’intera faccenda attraverso ciò che sappiamo del momento storico, sapendo come avvenivano viaggi e comunicazioni all’inizio del ‘900.

Immaginate di non essere a portata di telefono dei vostri affetti più cari. Immaginate di dover impiegare settimane di viaggio per spostarvi da un luogo all’altro, invece di salire su un aereo e volare da Londra a New York in 7 o 8 ore. Immaginate adesso di vivere con una persona orribile che vi tiene praticamente segregati in casa, che intercetta tutte le vostre lettere alle quali, a volte, risponde al posto vostro, non permettendovi di avere una vera comunicazione con le persone che amate. Per di più, quando queste si presentano a casa, vengono allontanate con delle bugie tremende sul vostro conto. Considerando che queste cose, sicuramente in modalità diversa, accadono ancora oggi, vi sembra ancora così debole? Secondo me, no.

Gli altri personaggi sembrano far da cornice alla storia principale, con la quale si intersecano alla perfezione, anche quando sembra che non siano attinenti, ma in realtà hanno un ruolo fondamentale. Rappresentano la casualità della vita che, se sei fortunato, ti porta a essere nel posto giusto al momento giusto. Frances Hodgson Burnett è stata bravissima a delineare storie, situazioni e personaggi che agiscono in una perfetta sinergia, creando un romanzo quasi corale che non dimostra gli anni che ha.

La figura che lega tutti i personaggi è sempre Betty. E quanto mi piace! In un mondo di uomini, Betty dimostra che è possibile, per una donna, occuparsi di affari. Riesce a farsi rispettare grazie, o forse sarebbe meglio dire soprattutto, al suo cognome, sinonimo di ricchezze inimmaginabili. La cosa la infastidisce, lo ammette lei stessa di essere nata nella famiglia Vanderpoel per puro caso, e, mentre avrebbe potuto vivere una vita agiata nel lusso, senza un pensiero al mondo, decide di mettersi in discussione e in gioco, riuscendo a portare freschezza nella ristagnante campagna inglese, dove i pregiudizi crescono accanto alle rose dei bei giardini che vengono descritti. Le sue schermaglie con Nigel mi hanno fatto venire in mente una partita a scacchi ed è bellissimo vedere una donna forte e indipendente pronta a lottare, non solo per sé, ma anche per la sorella e per il nipote.

Lotte per l’autodeterminazione, rinascita personale, rivalsa, dimore da sogno (e da incubo – Ok, sembra il nome di un reality…), culture in contrapposizione e tanto, tanto altro. Ecco cosa troverete tra le pagine di Un matrimonio inglese. E, se siete affascinati dalla nobiltà inglese, non potete proprio perdervelo. A me ha ricordato, in molte occasioni, proprio Downton Abbey (credo di aver appena battuto un record. Quante volte si può nominare Downton Abbey in una recensione che non riguarda Downton Abbey?), ma se avete anche solo intravisto la serie TV vi renderete conto che ricalca alla perfezione le atmosfere di Un matrimonio inglese.

Ci sarebbero ancora un milione di cose da dire, ma non voglio rischiare di rovinarvi la lettura. Spero, però, di avervi incuriositi.

Sono proprio felice di aver letto Un matrimonio inglese, quindi grazie infinite di cuore ad Astoria per aver portato nelle librerie questo piccolo gioiello!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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