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Sono una donna, non sono (solo) una sarta – Sandra Faè

Sono una donna, non sono (solo) una sarta Book Cover Sono una donna, non sono (solo) una sarta
Sandra Faè
Romanzo rosa, Narrativa
Genesis Publishing
2021
Digitale - Cartaceo
338

Corinna, quarantaduenne single romana, lavora da vent’anni come costumista a Cinecittà. Stoffe e attori sono la sua vita, ma il contratto non le viene rinnovato: la nipote di un noto produttore le sottrae il posto e tanti saluti. Sola e depressa, in seria difficoltà per trovare un nuovo impiego, Corinna trascorre le giornate inviando curriculum senza successo, fino a quando trova lavoro in un bar gestito da una megera. L’umore di Corinna non migliora di molto: sgobba sette giorni su sette e ha una grande nostalgia per la moda, fino a quando si inventa di disegnare un bozzetto con la proposta di un abito, che consegna agli avventori del locale. L’idea ha immediato riscontro, che la condurrà a una reale trasformazione, accompagnandola verso un domani più vicino alle stelle, ma con il gusto profondo delle cose più autentiche.

Sono una donna non sono (solo) una sarta è una favola moderna, con tocchi di frivolo romanticismo, capace di offrire spunti di riflessione sul sapersi evolvere, pratica in cui le donne sono campionesse.

Oggi parliamo di Sono una donna, non sono (solo) una sarta, un libro scritto da Sandra Faè e pubblicato da Genesis Publishing.

Sandra Faè ha scritto davvero tanti libri, ma non mi era mai capitato di leggerne uno. E che peccato, direi, perché ha uno stile brillante e ironico che mi ha colpita davvero, quindi recupererò. Accanto all’ironia intelligente che pervade Sono una donna, non sono (solo) una sarta, non manca la dolcezza.
Ma andiamo con ordine.

La protagonista del libro è Corinna, una ragazza di quarantadue anni (beh? Che cosa sono quelle facce? Se sono ragazza io che ne ho quasi quarantuno, va da sé che lo sia anche Corinna. E smettetela di ridere!).

Dicevo… La protagonista è Corinna che da vent’anni fa la costumista a Cinecittà. Ama profondamente il suo lavoro, vero centro della sua vita. Non ha una famiglia sua, non si è mai sposata e non ha un fidanzato, non ha figli, non ha genitori o parenti… ma questo non le pesa più di tanto perché essere la sarta che porta nella realtà i costumi che vestiranno gli attori più famosi d’Italia è davvero ciò che le colma l’esistenza.

Fino a quando non arriva lei, Pamela Della Vedova. Pamela è una raccomandata. E quindi ciao, ciao contratto a tempo determinato di Corinna!
Corinna deve ricominciare da capo, ma lo sapete: trovare lavoro dopo i quaranta è un vero e proprio CASINO.

Il destino, però, ha grandi piani per la nostra sarta preferita. E così Corinna si trasferisce da Roma a Milano. Ovviamente non vi dirò altro perché Sono una donna, non sono (solo) una sarta è un libro tutto da scoprire.

È una storia fin troppo realistica se ben ci pensate. Tu fai il tuo lavoro per gran parte della tua vita, sicuro che la tua professionalità non verrà mai messa in discussione, magari occupando anche un posto di rilievo e di responsabilità quando ecco che arriva il figlio di/nipote di/parente di un grado qualsiasi di e tu puoi salutare tutti, raccogliere baracca e burattini e metterti alla ricerca di altro. Sempre che esista quel fantomatico altro. Questa è una cosa che non ho mai davvero capito del nostro Paese. A parte la meritocrazia inesistente, che problemi ha la gente con chi ha passato i quaranta? Non è che al compimento del quarantesimo anno di età si diventa inabili alla vita, eh. Lo dico per informazione. Sì, certo, magari a quarant’anni abbiamo il vaffanculo più facile e siamo un pelo meno manipolabili rispetto a un ventenne che ha, per forza di cose, meno esperienza, ma non è che diventiamo rincoglioniti di colpo e quindi: «Ma no, assumiamo un ragazzino perché questa è una vecchia ciabatta». Perdonatemi, lo sapete che ogni scusa è buona per parlavi di argomenti che mi turbano e che mi stanno a cuore. (È come se voi foste i miei psicologi privati, alla fine. Fortunelli!).

Ma tant’è. Corinna deve reinventarsi, deve trovare un modo per non finire sotto a un ponte e per riuscire a ritrovare la voglia di vivere. La Faè equipara un licenziamento a un lutto e sono decisamente d’accordo con lei. È un trauma da elaborare, soprattutto se, come nel caso di Corinna, non si perde il lavoro per una giusta causa.

Gli essere umani sono straordinari, però. Nei momenti bui, siamo tutti in grado di tirare fuori risorse che nemmeno sapevamo di avere e che ci servono per restare a galla. Così fa la protagonista del libro, che si reinventa davvero.

Sono una donna, non sono (solo) una sarta è una storia di rinascita e di speranza. È una storia che grida fortissimo “Non mollare! Non è finita finché non finisce!”. Perché è vero. A volte bisogna solo avere tempo per riuscire a elaborare un piano B. Certo, la fortuna non guasta eh. Essere al momento giusto nel posto giusto è garanzia di riuscita, ma mi riferisco al prima. Se avete già letto Sono una donna, non sono (solo) una sarta sapete a cosa mi riferisco altrimenti cerco di farmi capire senza spoiler.

È proprio il buttarsi, il “lasciare andare la balaustra della pista di pattinaggio e muoversi verso il centro”. Corinna lo fa. Prima dal punto di vista lavorativo e poi anche da quello affettivo.

La storia è scritta in prima persona, quindi Corinna è il personaggio che conosciamo meglio. Attraverso i suoi occhi incontriamo tutti gli altri… e che altri! Ogni persona che entra in contatto con lei ha qualcosa da dire, qualcosa da trasmettere. Sono personaggi più o meno profondi ma che sono determinanti per la storia personale della protagonista. Quello che avrà il peso maggiore di tutti è Matteo, un ragazzino di undici anni, un tornado di energia che è stato ingiustamente punito dalla vita stessa.

Non voglio dirvi di più, anche se ho una voglia tremenda di parlarvi di Wanda, di Carla, di Virginia, di Andrea e di Bruno. Ma non posso, devo fare la brava!

E allora vi esorto a leggere Sono una donna, non sono (solo) una sarta. Non è solo narrativa, non è solo un rosa, è il potere delle seconde possibilità, è un libro che vi farà sorridere, arrabbiare a tratti, ridere in altri e magari anche versare qualche lacrima.
Alla fine è un po’ come la vita.

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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