Il club delle lettrici compulsive

Profumo di Timo – Rosamunde Pilcher

Profumo di timo Book Cover Profumo di timo
Rosamunde Pilcher
Romance
Mondadori
1978
Cartaceo
368
Fornito dalla Casa Editrice
Pierangelo Badano e Liliana Schwammenthal

Oliver Dobbs ottiene sempre quello che vuole. Questo è il suo fascino d'artista e il suo limite di uomo. L'ha provato Jeanette. L'ha provato e riprovato Victoria. E persino il piccolo Tom, quando Oliver si è ricordato di avere un figlio di due anni e se l'è portato via. Tra il caos metropolitano di Londra e la pace della campagna scozzese, la storia di un uomo che non sa amare e di una donna che deve imparare a non amarlo più.

Bentrovatə compulsivə, oggi parliamo di Profumo di Timo, della regina del romance Rosamunde Pilcher, pubblicato da Mondadori nella collana “I Miti”! Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi un’idea più completa del libro.

profumo di timo

I romanzi di Rosamunde Pilcher sono innumerevoli, la sua carriera è un tripudio di successi durato più di cinquant’anni, tanto significativa da fruttarle una nomina a Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico da parte dell’inossidabile Regina Elisabetta! Che emozione!

Purtroppo la Pilcher ci ha lasciati nel 2019, ma i suoi romanzi restano e, periodicamente, vengono riproposti dalle case editrici di tutto il mondo, insieme ai film tedeschi degli anni ’90 che guardavo con mia nonna su rete 4, in quelle afosissime mattine d’estate in cui spuntavo i fagiolini seduta al tavolo della cucina per sfruttare un po’ della brezza dell’unico ventilatore! Scommetto che li guardavate anche voi!

Naturalmente, anche Profumo di Timo ha la sua bella versione televisiva, la trovate per intero su YouTube e, se vi fidate di me, non vi perderete una perla così kitsch della tv di quegli anni!

Il romanzo, che avevo già notato in bella mostra nella libreria di mia suocera e che avevo in programma di chiederle in prestito, tratteggia, sin dalle prime pagine, il ritratto di un protagonista maschile che riesce a essere antipatico prima ancora di proferir verbo.

Oliver Dobbs è uno scrittore che recentemente ha riscosso un discreto quanto inaspettato successo, le sue commedie vengono apprezzate in tutta l’Inghilterra e, secondo il suo agente, presto anche oltreoceano.

In passato, Dobbs, non si è fatto mancare una vita fintamente bohemiene, fatta di scelte lavorative superficiali, espedienti, alcol e donne. Da una di queste relazioni ha avuto un figlio e, su insistenza della famiglia di lei, ha accettato di sposare la ragazza in cambio della sicurezza economica. Purtroppo lei è mancata in un incidente e adesso il bambino vive con i genitori di lei che non gli fanno mancare nulla.

Per puro capriccio, Oliver decide di rapire il bimbo e portarlo via con sé e, sempre perché ci tiene a starci simpatico fin dall’inizio, lo porta a Londra, da una sua vecchia fiamma.

Victoria, la malcapitata prescelta, è giovane, ingenua e molto sola.

Con una supercazzola degna del peggiore dei manipolatori, Dobbs le propina una storia inverosimile di pentimento e contrizione che riesce a smentire da solo in circa 8 secondi netti e che lei si beve come un pesce senza battere ciglio.

Pervaso dunque dal sacro fuoco (momentaneo) della paternità riscoperta, il Nostro riesce (con una frustrante facilità, gli sia dato atto) a convincere la sprovveduta Vittoria ad assumersi l’onere della cura del piccolino e, contemporaneamente, a mollare tutto per seguirlo in un improbabile viaggio in Scozia, dove conta d farsi ospitare da un altro scrittore, che ha conosciuto di sfuggita a una premiazione.

Sia chiaro, io non riesco, in tutta coscienza, a pensare male di una che molla tutto per andare in Scozia, è umano, anche io quando sento la parola Scozia non capisco più niente, è il lasciarsi abbindolare da uno che vuole una babysitter gratis che mi perplime.

Una volta ospiti nell’austero maniero dello scrittore, i due cominciano ad avere qualche attrito perché, in qualche sporadico momento di lucidità mentale, Victoria avanza il dubbio di dover dare notizie ai nonni del piccolino, che nel frattempo sono a un passo dallo smuovere l’esercito.

Pensa te che idea balzana.

Come le verranno in mente certe cose.

L’arrivo dell’affascinante erede di tutta la tenuta fa da catalizzatore e il disastro, ovviamente, è dietro l’angolo.

Profumo di Timo è un romanzo che, purtroppo, dimostra tutti gli anni che ha.

Le atmosfere oniriche degne di una favola, popolate di colline nebbiose, laghi scintillanti, infiniti pascoli profumati di (neanche a dirlo) timo selvatico, fanno da cornice a una storia che sicuramente, negli anni ’70, quando il libro è stato pubblicato per la prima volta, poteva essere plausibile e anche piacevole da leggere, ma che nel 2021 porta più di uno spunto di riflessione su temi ai quali non si vorrebbe pensare mentre si legge un romanzo rosa, come l’emancipazione femminile, il rispetto di se stessə, le relazioni tossiche e altre amenità simili. Intendiamoci, non si tratta di un romanzo di denuncia, semplicemente è facile capire che poco più di quarant’anni fa fossero tollerati atteggiamenti che oggi non lo sarebbero più. Nella maggior parte dei casi.

Una protagonista passiva e volubile come Victoria risulta difficile da comprendere e, ovviamente, non è facile lasciarsi coinvolgere da una storia così agli antipodi della nostra sensibilità.

Per fortuna la Pilcher ha dalla sua uno stile così descrittivo, minuzioso e gradevole, che non si può pensare di dire che Profumo di Timo sia brutto. Non lo è, è solo un po’ datato.

Voi avete letto Profumo di Timo? Avete almeno visto il film? Commentiamoli insieme!!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

 

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