Il club delle lettrici compulsive

L’uomo che metteva in ordine il mondo – Fredrik Backman

L'uomo che metteva in ordine il mondo Book Cover L'uomo che metteva in ordine il mondo
Fredrik Backman
Narrativa contemporanea
Mondadori
2014
Cartaceo - Digitale
321

Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama "un vicino amaro come una medicina" e in effetti lui ce l'ha un po' con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all'ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l'acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello... Ma... Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l'arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male...

Il romanzo di cui vi parlerò oggi è L’uomo che metteva in ordine il mondo di Fredrik Backman, pubblicato in Italia da Mondadori.

Ove è un cinquantanovenne svedese che si trova a dover affrontare la vita dopo la morte della moglie. Lungi dall’essere depresso, ma non trovando più un senso nel vivere, Ove tenta più volte il suicidio, ma viene ogni volta interrotto dai suoi vicini. Ed è così che conosciamo gli altri protagonisti, prima fra tutti Parvaneh, una delle poche che va da subito oltre la superficie burbera di Ove e riesce a leggergli dentro. Perché Ove, apparentemente, è un “vecchietto” burbero e rompiscatole, attaccabrighe, rissoso, sempre imbronciato, ma sotto questa scorza si nasconde un cuore enorme, disposto ad aiutare tutti senza mai aspettarsi un grazie.

È facile innamorarsi di Ove, per quanto dia l’impressione di essere ossessivo-compulsivo con la sua mania dell’ordine, del pulito, dell’estremo rispetto delle regole, ma è comunque un uomo capace di dare grande amore, e non solo alla moglie, ma a chiunque lo circondi.
Certo è che è perseguitato da una sfiga terribile!

Non dico il perché, dovete leggere il romanzo per saperlo, ma capitano tutte a lui, fidatevi! E posso capire perché dopo non abbia più fiducia nell’uomo e ritenga tutti degli “imbranati”! A proposito, una caratteristica esilarante di Ove è anche il suo linguaggio “politicamente scorretto”, per cui il marito di Parvaneh è imbranato, Jimmy, il ragazzo che vive nella villetta accanto è ciccione, poi c’è il finocchio, l’oca bionda e la ciabatta, il cagnolino dell’oca bionda, e l’imprecazione preferita di Ove, cazzarola!
Onore al merito al traduttore che è stato bravissimo a rendere in italiano questi termini, senza far perdere la sottile ironia.

Tutto il romanzo è, allo stesso tempo, esilarante e commovente. Ci sono scene, che ho trovato facile immaginare, che mi hanno fatto ridere fino alle lacrime, e scene che hanno prodotto lacrime di commozione, senza mai scendere nel patetico. L’autore ha un modo di scrivere lento, ma non noioso, bensì pacato e dà la possibilità al lettore di godere dei vari episodi fino in fondo.

Il romanzo è strutturato in modo da alternare il presente e il passato, per cui conosciamo Ove anche da bambino e da ragazzo, seguiamo tutte le sue vicende.  La narrazione è molto dolce quando parla della moglie Sonia, per diventare, invece, più dura e tagliente quando racconta episodi della sua giovinezza.

Ove è tenerissimo quando discorre sulla tomba della moglie in compagnia del gatto che lo ha adottato come padrone, e il loro rapporto è esilarante (anche se a volte rasenta l’assurdo, ma glielo si perdona facilmente). Allo stesso modo è tenero quando ha a che fare con le bimbe di Parvaneh, da cui viene adottato come nonno.
Si tratta, dunque, di un romanzo delizioso che fa passare ore liete e fa nascere più di un’emozione del cuore del lettore.

Mi ha anche fatto pensare a come la società svedese vede le persone anziane, visto che Ove in fin dei conti ha solo 59 anni, e invece viene descritto quasi come un peso per la società, come se non avesse più niente da dare. E invece, lui ha ancora un mondo da offrire a chi è pronto a saperlo capire.

Curiosità: sapevate che L’uomo che metteva in ordine il mondo è anche un film? Vi lascio il trailer, ma conoscete la regola: sempre il libro, prima!

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Avete letto L’uomo che metteva in ordine il mondo? Vi aspetto per commentarlo!

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