Il club delle lettrici compulsive

L’ultima gru di carta – Kerry Drewery

L'ultima gru di carta Book Cover L'ultima gru di carta
Kerry Drewery
storico
Rizzoli
28 luglio 2020
cartaceo, digitale
288

Dice un proverbio giapponese: se avrai la pazienza di piegare mille gru di carta, il tuo desiderio si avvererà. È una splendida giornata d'estate. Ichiro, che sta per compiere diciotto anni, e il suo amico Hiro si godono una giornata libera dalla mobilitazione per lo sforzo bellico. Una luce abbagliante accompagna l'esplosione della bomba che cambierà le loro vite e il mondo. Feriti e confusi, i due ragazzi attraversano la città devastata alla ricerca della sorellina di Hiro, Keiko, che si trovava all'asilo. Quando dopo ore di disperata ricerca finalmente riescono a trovarla, alla gioia di abbracciarla illesa si sostituisce presto la consapevolezza di non essere in grado di portarla davvero in salvo. Hiro è ferito gravemente e Ichiro capisce che deve cercare aiuto, che da solo non potrà mai farcela. Chiede a Keiko di aspettarlo lì dov'è e in pegno della sua solenne promessa di tornare a prenderla le lascia un origami, una gru di carta. Ma le cose non andranno come sperava...

Oggi partecipiamo al review party di L’ultima gru di carta, un libro di Kerry Drewery pubblicato in Italia da Rizzoli. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

L'ultima gru di carta

L’ultima gru di carta narra le immediate conseguenze della devastante bomba atomica sganciata su Hiroshima. Il racconto è fatto dal nonno della voce narrante che, alla morte della moglie, si sente perduto solo e schiacciato da un senso di colpa che risale al 1945, appena dopo la caduta della bomba atomica sulla città. Da qui parte il racconto struggente di Ichiro.

Il romanzo è in realtà un’immensa ricerca storica da parte dell’autrice su quello che successe in conseguenza di un gesto estremamente crudele e nefando degli Stati Uniti, gesto di cui probabilmente nemmeno loro si resero conto fino al suo compimento.

Ichiro racconta cosa provò nell’istante della deflagrazione e nell’istante immediatamente successivo, dividendo la sua vita nel prima e nel dopo. Un dopo fatto di dolore, vuoto, distruzione e morte. La città non esiste più, gli edifici non esistono più e la popolazione è decimata. E tra coloro che sono riusciti a sopravvivere allo scoppio, molti moriranno in seguito a causa delle radiazioni.

Il racconto è devastante. Il linguaggio è pacato, ma duro, netto, senza lasciare niente all’immaginazione. La scia di desolazione e la distruzione provocata dalla bomba lasciano attoniti, la mente non riesce a capire come e perché l’uomo abbia creato un arma così potente.

Ho letto il libro tutto d’un fiato incapace di staccarmene, con un groppo in gola che mi ha accompagnata tutto il tempo. E questo anche grazie al modo di scrivere dell’autrice, semplice, ma realistico e puntuale.

La storia è raccontata in tre momenti, ed è corredata dalle magnifiche illustrazioni del disegnatore Natsko Seki che ha reso ancora più struggente il racconto. Le immagini sono davvero inquietanti, soprattutto quelle delle “ombre” stampate sul suolo a imperitura memoria di quanti sono morti in quel luogo.

I personaggi che popolano questo romanzo creano una forte empatia. Soprattutto Ikiro, che al momento della deflagrazione non aveva ancora compiuto 18 anni. Si è comportato da ragazzo coraggioso che ha affrontato il pericolo degli incendi e ha attraversato Hiroshima per trovare la piccola Keiko, sorellina di soli 5 anni dell’amico fraterno Hiro.

Nonostante il romanzo sia stato scritto da un’autrice non giapponese, è chiaro che ci sia stato dietro un grande studio e ricerca storica fin nei minimi particolari, in modo da descrivere in maniera dettagliata e veritiera una parte della storia dell’umanità davvero cruda e incredibile.

L’alternanza di prosa e poesia non fa che rimarcare il passaggio tra passato e presente e questo crea una netta distinzione tra i due momenti, dando un valore aggiunto a un romanzo che è già mirabile.

Il romanzo esplora le emozioni forti che Ichiro, già provato da un evento così inconcepibile, si trova ad affrontare a causa delle scelte che si trova a dover fare e questo dolore e questa disperazione è purtroppo comune a tutte i conflitti che ancora oggi devastano il nostro pianeta.

Si tratta dunque di un romanzo davvero duro, crudele, che emoziona e devasta. Per giorni ho pensato alle sue parole, a quello che successe, a quanto l’uomo sa essere crudele e a come è capace di distruggere. Conoscevo Hiroshima solo dai libri di storia, ovviamente sapevo bene quello che successe, ma l’aver letto questo romanzo mi ha dato una consapevolezza in più.

Da leggere assolutamente per capire e non dimenticare.

In fondo al libro, nelle ultime pagine, ci sono le istruzioni per creare un’origami, la gru di carta di cui parla il titolo del libro, gru che è il simbolo di questo romanzo.

Non ho potuto fare a meno di provarci, fallendo miseramente. Mia figlia, invece, ci è riuscita e ora la gru di carta campeggia sulla mensola della sala, a monito di quanto la storia sia stata crudele, simbolo di speranza per un futuro migliore.

Avete letto L’ultima gru di carta? Vi aspetto per commentarlo insieme!

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NdA: il libro mi è stato fornito dalla casa editrice perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

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