Romanzo rosa - Young Adult
Leggereditore
2021
Digitale - Cartaceo
276
Fornito dalla Casa Editrice
Alessia Lini
Oggi parliamo di Love Boy Story. Non avevo mai letto nulla del duo formato da Christina Hobbs e Lauren Billings nonostante i loro libri arrivati in Italia siano tantissimi e, soprattutto, siano in genere molto apprezzati. Love Boy Story mi è stato inviato a sorpresa da Leggereditore perché lo recensissi e quindi eccomi qua. Non vi nascondo che mi sono molto emozionata quando aperto il pacco perché in genere queste cose accadono alle grandi book influencer, quindi doppio grazie a Rosa e a Leggereditore!
Sapete bene però che l’invio di un libro non sempre significa recensione positiva per forza. Ci tengo sempre a precisarlo: la nostra opinione è sempre sincera e riflette il nostro sentire, le emozioni che la lettura ha suscitato oltre ai dati oggettivi come incoerenze, buchi narrativi e simili.
E ora veniamo al libro.
“Finalmente”, starete pensando. Avete ragione.
Siamo in USA nello Utah. Il protagonista è il giovane Tanner, un adolescente bisessuale che da due anni è arrivato alla Provo High, la scuola superiore della quale frequenta l’ultimo anno. Tanner si è trasferito da Palo Alto in California. Lo shock culturale di un cambiamento di tale portata avrebbe potuto spaventare chiunque, ma Tanner è stato fortunato perché ha incontrato Autumn, che è subito diventata sua amica e “confidente” (poi capirete il perché delle virgolette). Ed è proprio lei il “fattore scatenante” di tutta la vicenda, perché è Autumn che spinge Tanner a iscriversi al Seminario, un super ambitissimo corso nel quale gli studenti cercheranno di scrivere un libro. Non voglio dilungarmi sulla trama perché Love Boy Story è decisamente un libro da leggere. È anche perfetto per celebrare il Pride Month per esempio (e di sicuro verrà incluso nella nostra lista compulsiva del prossimo anno – quella del 2021 la trovate qui), ma è davvero un libro che andrebbe letto nelle scuole.
Tanner arriva nel più conservatore Utah dopo aver vissuto in California, luogo con mentalità in genere più moderna e aperta. Oltretutto, Tanner è stato praticamente catapultato nella comunità mormone, nonostante non ne faccia parte. Vi linko per comodità la pagina di Wikipedia perché non tutti conoscono questa religione e le sue varie ramificazioni. Vi confesso che ho fatto un po’ fatica a destreggiarmi tra le varie letture, ma ho voluto comunque fare un po’ di ricerca prima di cominciare il libro in modo da avere ben chiaro davanti il quadro completo della situazione. In ogni caso, le due autrici spiegano benissimo, mentre la vicenda si dipana, cosa significhi appartenere alla Chiesa dei Santi degli ultimi giorni senza essere banali, provocatorie o noiose. Alla fine del libro, poi, ci sono le letture consigliate proprio dalle autrici, quindi ricordatevi di guardare: magari troverete qualcosa di vostro interesse.
Tanner non è religioso e non ha alcuna intenzione di convertirsi. Nemmeno la Provo High è una scuola religiosa, nonostante possa sembrarlo a causa del grandissimo numero di studenti mormoni che la frequenta.
La seconda frase – ‘A volte ho la strana sensazione di non essere abbastanza per te’ – mi tocca nel profondo. Nonostante avessi quasi avuto il coraggio di fare coming out con lei, dopo quelle parole cambiai idea. Le parole di Autumn fecero vibrare quella corda dissonante dentro di me, il conflitto interiore su cosa significasse essere bisessuale. Su una spalla c’è il diavoletto, l’ignorante percezione che ricevo da ogni parte, sia all’interno sia all’esterno della comunità queer, secondo cui la bisessualità è solo una questione di indecisione, ed è impossibile che i bisessuali siano soddisfatti da una sola persona, un’etichetta che sta a significare la mancanza di impegno. Sull’altra spalla che l’angioletto – che i libri e gli opuscoli pro queer mi incoraggiano a sostenere – secondo cui sono semplicemente aperto a innamorarmi di chiunque. Io sono felice di impegnarmi, ma è la persona e non una specifica parte ad avere importanza.
Ecco perché Tanner non ha mai detto a nessuno, nemmeno ad Autumn, di essere bisessuale, ma non solo. Questo è uno dei temi su cui si basa tutta la storia perché sappiamo tutti benissimo come si pongono in generale le frange più estremiste di ogni religione nei confronti dell’omosessualità e della comunità LGBTQIA+. Spesso poi, le persone sono talmente “prese” da loro “delirio religioso” da mettere da parte l’amore che dovrebbero provare nei confronti di un proprio caro che fa coming out, tanto da arrivare ad allontanarlo. Per fortuna, le religioni dovrebbero predicare amore, eh!
Scusate se su questo argomento mi parte il pippone automatico sempre, ma trovo davvero inconcepibile un atteggiamento del genere. Come si può mettere da parte una persona in carne, ossa e sentimenti, qualcuno a cui dovreste voler bene tra l’altro, per qualcosa che con tutta probabilità non esiste?
Dai! Chi è l’anormale?
‘Normale è solo un programma della lavatrice’
Love Boy Story è un libro fatto di rapporti umani con tutta la loro straordinaria complessità.
Solitamente apprezzo poco i libri con un instant love marcato come questo, ma le autrici hanno reso benissimo tutti i turbamenti di Tanner, le sue paure, il suo lasciarsi andare istintivamente.
È un libro di una delicatezza estrema, con alcuni momenti commoventi e altri che vi strapperanno ben più di una risata.
Quasi tutta la storia è raccontata in prima persona da Tanner, timido, impacciato, con sbalzi di sfacciataggine che poi tende a rimpiangere. Le due autrici sono state davvero brave nel rendere su carta tutti i disagi dell’adolescenza, compresi gli imbarazzantissimi colloqui con i genitori.
Questo libro non è solo arcobaleni e fatine, però. Contiene anche tanto dolore, fatto di parole che feriscono e che annichiliscono chi le subisce, fatto di terapie comportamentali a base di emetici ed elettroshock. Avete mai sentito parlare delle cosiddette terapie correttive per omosessuali? Sono cose aberranti che dovrebbero essere illegali ovunque, eppure così non è… E questa è cronaca, ragazzə. Ecco perché è così importante parlarne. Ecco perché usiamo la schwa quando scriviamo. Ed ecco anche perché mi scattano i pipponi. Sorry not sorry.
Ribadisco, non entro nei dettagli della trama anche se avrei altre tantissime cose da dire (e una ve la lascio nella casella spoiler), ma questo libro è davvero da leggere e da capire. Perché l’amore è amore. Sempre.
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Sono cinque stelle meritatissime per la trama, per l’empatia, per le emozioni, per gli argomenti trattati e per il modo in cui le due autrici hanno scelto di trattarli.
Prima di salutarvi, vi lascio la casella spoiler: APRITE SOLO SE AVETE GIÀ LETTO IL LIBRO!
Siamo arrivati alla fine della recensione. Love Boy Story mi ha davvero colpita. Fatemi sapere cosa ne pensate!
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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.