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Le donne pittrici – Blog Tour Il mistero della pittrice ribelle

Le donne pittrici. Perché questo titolo? Perché oggi chiudiamo il blog tour dedicato al libro di Chiara Montani, Il mistero della pittrice ribelle, pubblicato da Garzanti. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle bravissime blogger che mi hanno preceduta. Non ne resterete deluse!

Le donne pittrici

La tappa che ho scelto riguarda proprio le donne pittrici. Sapete che io non so disegnare nemmeno un cerchio con un bicchiere ed è Sally quella con velleità artistiche, però mi piace sempre approfondire quello che leggo… è un modo come un altro per imparare, no?
Vi lascio la trama del libro e iniziamo! Sarà uno dei miei articoli pieni di polemica… Lo sapete che certi temi sono “pericolosi” per me.

Il mistero della pittrice ribelle – Chiara Montani

le donne pittrici

Il fascino della Firenze dei Medici.
Un affresco maledetto.
Una verità perduta.

Firenze 1458. Lavinia, ferma davanti alla tela, immagina come mescolare i vari pigmenti: il rosso cinabro, l’azzurro, l’arancio. Ma sa che le è proibito. Perché una donna non può dipingere, può solo coltivare di nascosto il sogno dell’arte. Fino al giorno in cui nella bottega dello zio arriva Piero della Francesca, uno dei più talentuosi pittori dell’epoca. Lavinia si incanta mentre osserva la sua abile mano lavorare all’ultimo dipinto, La flagellazione di Cristo. L’artista che ha di fronte è tutto quello che lei vorrebbe diventare. E anche l’uomo sembra accorgersene nonostante il contegno taciturno e schivo. Giorno dopo giorno, Lavinia capisce che la visita di Piero nasconde qualcosa. Del resto sulle sponde dell’Arno sono anni incerti: il papa è malato e sono già cominciate le oscure trame per eleggere il suo successore. E Piero sa più di quello che vuole ammettere. Il sospetto di Lavinia acquista concretezza quando lo zio viene ingiustamente accusato dell’uccisione di un uomo e Piero decide di indagare. Ma Lavinia questa volta non vuole restare in disparte. Grazie alla vicinanza dell’artista, che fa di tutto per proteggerla, per la prima volta comincia a guardare il mondo con i propri occhi. Perché lei e Piero sono entrati in un quadro in cui ogni pennellata è tinta di rosso sangue e ogni dettaglio è un mistero che arriva da molto lontano. Perché la pittura è un’arte magnifica, ma può celare segreti pericolosi.
Chiara Montani trascina il lettore per le vie della Firenze rinascimentale e tra le opere di Piero della Francesca, un artista che ha fatto la storia della pittura. Lo immerge nella vita di una giovane donna che vede le sue ambizioni soffocate dalle leggi non scritte del tempo. Lo cattura in un vorticoso susseguirsi di eventi in cui le ragioni dell’arte si intrecciano con quelle della politica e della religione. Un esordio che rimbomba come un tuono.

Il nostro Paese potrebbe vivere solo con la storia dell’Arte. Non esiste città o borgo che non nasconda una piccola opera. Sul pippone di come non sfruttiamo a dovere le risorse che la nostra Storia ci ha regalato ci torniamo in un secondo momento ma, se avete mai messo il naso fuori dai patrii confini, vi sarete senza dubbio accorti che siamo proprio dei babbei. Sì, babbei in grassetto e sottolineato.

Detto ciò, se dico Pittura italiana vi verranno in mente nomi come Michelangelo, Raffaello (e tutte le altre tartarughe ninjia). Tutto bellissimo, eh.
Ma le donne?
Possibile che non ci sia stata nemmeno una donna pittrice? Parlando in generale, non solo in Italia, all’epoca dei grandi Maestri mancano le grandi Maestre?

La risposta è NI.

NI perché all’inizio, gli artisti erano artigiani ai quali venivano commissionate le opere e quindi raramente le firmavano. Per fare un esempio, è come se il fabbro che avete chiamato per cambiarvi la serratura della porta di casa ve la firmasse prima di darvi la chiave.

Tuttavia, non nascondiamoci dietro un dito. Ne abbiamo parlato spessissimo qui, in varie occasioni: per le donne non è un carnevale di Rio. Quasi mai, nella Storia. Abbiamo parlato delle donne costrette a farsi pubblicare con pseudonimo pur di essere prese sul serio già in epoche più illuminate del Medioevo (qui l’articolo), immaginate quindi come potesse essere la vita di una donna nel 1300. Avete fatto? Bene, peggioratela ancora un pochino, perché non è mai abbastanza.

Chi non moriva lavorando o di parto, e magari aveva avuto la fortuna di nascere in una famiglia abbiente, o si sposava (rischiando di morire di parto, blablabla) oppure finiva in convento. Ed è lì che finalmente le donne possono prendere in mano un pennello animate dal sacro fuoco dell’arte che veniva confluita nelle miniature sacre.

Ecco quindi che inizia a spuntare qualche nome, come quello di Antonia Doni (1456 – 1491), figlia di Paolo Uccello, che ha dipinto Vestizione di una monaca.

©ArteImmagineZappa

Oppure Plautilla Nelli (1524 – 1588) che ha dipinto una sua versione de L’ultima cena, restaurata da poco e che potete vedere nel museo di Santa Maria Novella a Firenze.

Le donne pittrici
©smn.it

Chiusa in convento all’età di quattordici anni, Plautilla Nelli ha imparato a dipingere copiando dalle opere degli altri, ma aveva un talento innato, tanto che perfino il Vasari la definisce “in grado di dipingere come un uomo se solo avesse potuto studiare”. Complimentone, eh. In ogni caso le hanno “trovato da dire” perché tutte le sue figure, anche quelle maschili, avevano qualcosa di femminile. Per forza, direi, visto che lei aveva esperienza solo di donne, essendo suora da tutta la vita.

Bisogna aspettare il Cinquecento per avere qualche nome importante. E, non per caso, quasi tutte le pittrici di cui parleremo sono anche figlie d’arte.

Catharina van Hemessen (1528 – 1588) è la prima pittrice fiamminga di cui si abbia un autoritratto.

Le donne pittrici. Catharina van Hemessen, Public domain, via Wikimedia Commons

Figlia del pittore Jan Sanders van Hemessen, divenne anche dama di compagnia di Maria D’Asburgo nonché l’insegnante d’arte di Don Carlos, principe delle Asturie (che, per la cronaca, ha fatto una finaccia). Alla morte di Maria d’Asburgo, tornò con il marito ad Anversa. Al suo posto, a corte fu chiamata Sofonisba Anguissola.

Sofonisba Anguissola (1532 – 1625) era figlia di nobili ed ebbe la fortuna di essere assecondata dai genitori nelle sue doti artistiche. Il padre mandò addirittura i disegni di Sofonisba a Michelangelo perché li valutasse.

le donne pittrici
Le donne pittrici. Sofonisba Anguissola Autoritratto, 1554 Vienna, Kunsthistorisches Museum, via Wikimedia Commons

Quasi sua contemporanea, troviamo Fede Galizia (1578 – 1630). Figlia di un miniaturista, è stata una pittrice di una bravura eccezionale. Alla Pinacoteca Ambrosiana è conservato un suo quadro, Ritratto di Paolo Morigia, ricco di dettagli e di particolari, tra cui anche il riflesso delle finestre sulle lenti degli occhiali che Morigia tiene in mano.

le donne pittrici
Le donne pittrici. Fede Galizia – Ritratto di Paolo Morigia ©Wikimedia Commons

Di notevole pregio sono i dettagli di Giuditta con la testa di Oloferne che potete ammirare a Roma alla Galleria Borghese. Non male per una donna specializzata in nature morte, vero?

Le donne pittrici. Fede Galizia – Giuditta con la testa di Oloferne. ©Artribune.com

Lavinia Fontana (1552 – 1614) era la figlia del pittore manierista Prospero Fontana. Si sposò “vecchia”, a 25 anni (parliamone…) con Giovan Paolo Zappi, anche lui pittore. L’unica richiesta che Lavinia fece fu di poter continuare a dipingere e, visto il talento e il successo che i dipinti di Lavinia avevano, il marito diventò il suo assistente. Arrivarono a Roma, dove arrivò anche il vero successo per Lavinia, la quale dipinse tantissimo nonostante undici gravidanze. UNDICI GRAVIDANZE.

Le donne pittrici
Le donne pittrici. Lavinia Fontana – Autoritratto nello studio. ©Wikimedia Commons

Artemisia Gentileschi (1593 – 1653). Su di lei potremmo parlare per ore e probabilmente mi verrebbe anche un colpo apoplettico per il nervoso perché la sua storia personale è angosciantissima. Figlia di Orazio Gentileschi, pittore pisano, iniziò a dipingere per emulare il padre che ne valorizzò il talento, permettendole così di compiere il passaggio da allieva a collaboratrice.

La storia personale di Artemisia però è segnata dalla violenza. Fu infatti violentata da Agostino Tassi, un artista da cui Artemisia prendeva lezioni. A questa violenza seguirono promesse non mantenute e dolore su dolore a causa prima dell’indifferenza del padre e dopo per un umiliante processo pubblico perché Tassi pagasse per il suo abuso.

Artemisia fu addirittura torturata perché gli inquirenti volevano capire se stesse mentendo… Nonostante gli ulteriori abusi e le umiliazioni subite (visite ginecologiche in pubblico, testimoni pagati da Tassi perché confermassero in buona sostanza che Artemisia era una “puttana che andava con tutti”) la ragazza non ritrattò mai le sue dichiarazioni. Vinse il processo, ma Tassi non pagò mai per i suoi crimini. Ovviamente, questo ne influenzò anche la pittura. Guardate questi due quadri, dipinti a distanza di due anni.

Le donne pittrici
Le donne pittrici. Artemisia Gentileschi. A sinistra, Susanna e i vecchioni (1610). A destra Giuditta che decapita Oloferne (1612 – 1613). Lo stupro è avvenuto nel 1611.

Se volete approfondire la vita di questa donna straordinaria, vi lascio in primo luogo il link alla sua pagina di Wikipedia. Se volete invece delle letture a tema, fatemi un fischio!

Vogliamo proseguire con le figlie d’arte? Lasciamo però che a parlare siano le loro opere e la loro arte, troppo a lungo tenuta nell’ombra.

Marietta Robusti (1554 – 1590).

Le donne pittrici
Le donne pittrici. Autoritratto della Tintoretta alla spinetta ©Wikimedia Commons

Lucrina Fetti (1600 – 1651).

Ritratto di Margherita Gonzaga. ©pausacaffèblog

Judith Leyster (1609 –  1660)

Autoritratto ©Wikimedia Commons

Maria Sibylla Merian (1647 – 1717) Pittrice e naturalista. Anche lei ha avuto una vita straordinaria. Cercatela! Resterete stupiti!

Metamorfosi di una farfalla da Metamorphosis insectorum Surinamensium, Plate XX. ©Wikimedia Commons

Elisabetta Sirani (1638 – 1665)

Le donne pittrici. Cleopatra. ©Wikimedia Commons

Giulia Elisabetta Lama (1681 – 1747)

Autoritratto @Wikimedia Commons

Rosalba Carriera (1675 – 1757)

Autoritratto con ritratto della sorella. ©Wikimedia Commons

Potrei davvero continuare per ore soprattutto perché, più andiamo avanti sulla linea temporale, più le donne riescono a riappropriarsi della loro libertà artistica, vedendo così finalmente riconosciuti i loro lavori. Cercate i lavori di Berthe Morisot o di Mary Cassat, per esempio. O quelle di Elizabeth Jane Gardner. O di Élisabeth Vigée Le Brun. Per la serie: puoi cercare di togliere qualcosa a una donna, ma la determinazione la porterà a raggiungere il suo obiettivo. Vero eh, ma che fatica! E che nervoso mi viene se penso a quanto abbiamo perso come umanità a causa della mentalità retrograda e maschilista. E non solo secoli fa. Margaret Keane vi dice qualcosa?

Convinta che non sarebbe mai riuscita a vendere un quadro a proprio nome, Keane lascia che sia il marito a firmare le sue opere e a venderle. Poi però decide di riappropriarsi del suo nome e delle sue opere, quindi porta in tribunale l’ormai ex marito. Anche questo processo è passato alla storia perché, per dimostrare di essere lei l’artista, Margaret dipinge un quadro in aula in soli 53 minuti. Walter invece rifiuta di mettersi alla prova davanti a un pubblico. Chissà perché, eh? Ça va sans dire, Margaret vince la causa. Date uno sguardo al suo sito. Le sue opere sono emozionanti!

Dalla sua storia è stato tratto un film, Big Eyes. Vi lascio il trailer. Se non l’avete ancora visto, guardatelo! Io l’ho adorato!

In ogni caso, cercando troverete numerosi articoli che trattano le donne pittrici e il loro rapporto controverso (per colpa di altri) con l’arte. E di questo non posso che essere felice nonostante ormai le donne dell’arte in questione siano morte da secoli. Imparare dagli errori del passato serve per non ripeterli in futuro, giusto?

Bellezze, siamo arrivati alla fine di questo papello artistico che però è solo un’infarinatura. Quali sono i vostri quadri preferiti? Avete altre pittrici da segnalare? Ho volutamente tralasciato Ottocento e Novecento, ma suggerite pure!

Leggerete Il mistero della pittrice ribelle? Fatemelo sapere!

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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