La vita a un passo da noi
narrativa
Mondadori
25 Febbraio 2020
cartaceo, e book
360
Mentre la demenza senile di sua madre sta progredendo, Christian Berkel cerca di salvare ciò che resta della memoria della sua famiglia. Consulta gli archivi, legge la vecchia corrispondenza e viaggia alla ricerca delle sue origini. I pezzi mancanti li deve inventare. Il risultato è una saga familiare davvero epica.
Oggi partecipiamo al review party di La vita a un passo da noi, un libro di Christian Berkel pubblicato in Italia da Mondadori. Vi lascio il banner, in modo che possiate leggere le recensioni delle altre bravissime blogger che hanno partecipato e farvi così un’idea più precisa del libro.
La vita a un passo da noi è il romanzo d’esordio dell’attore tedesco Christian Berkel.
La vicenda, strettamente autobiografica, racconta della lotta dell’autore contro il tempo e la demenza senile della propria madre, per ricostruire la storia della sua famiglia.
Tra le interviste stentate e le ricerche negli archivi, apprendiamo delle diverse origini dei genitori di Berkel, Sala e Otto, entrambi tedeschi, ma provenienti da ambienti molto differenti: Otto veniva da una famiglia povera e disfunzionale, Sala era figlia di un intellettuale bisessuale e di una donna, Isabella, la cui famiglia era di religione ebraica.
Le origini Isabella, naturalmente, influirono in maniera decisiva sul destino della giovane Sala, nonostante l’abbandono precoce da parte della madre, che la lasciò, piccolissima, con il padre, per trasferirsi in Spagna.
Berkel descrive l’incontro tra Sala e Otto, lo sbocciare del loro amore e la doccia fredda dell’impossibilità di portare avanti la relazione alla luce del sole, a causa delle leggi razziali.
Sullo sfondo una Germania sempre più cupa, che precipita lentamente negli abissi del regime e verso la più devastante delle guerre.
Nel tentativo di salvarsi, Sala fugge in Spagna, da quella madre che non conosce e che non la ama, coinvolta nella guerra civile e nella resistenza al franchismo.
Capisce di non essere al sicuro e si trasferisce da una zia in Francia, ma viene internata in un campo di concentramento, dal quale viene rilasciata per essere riportata in Germania.
Otto, nel frattempo, è arruolato come medico militare.
Sala, sul treno che la riporterà in Germania, riesce a confondersi con gli altri passeggeri e, con l’aiuto di un’anziana coppia, a riguadagnare una parvenza di libertà.
Decide di diventare infermiera e continua a pensare a Otto, con cui riesce a passare una notte, fugacemente, durante una licenza.
Le circostanze la porteranno a continuare a scappare, fino alla fine della guerra e anche oltre, sperando di riuscire a ricongiungersi a Otto, che nel frattempo è prigioniero in Russia.
Il racconto è appassionante, confuso dalla malattia di Sala, dal tempo passato e dalla difficoltà di distinguere la verità dalla fantasia della donna.
Sono frequenti i flash forward, gli equivoci, le inesattezze.
Il ritmo passa dall’essere molto lento in principio, a tratti noioso, all’essere serrato sul finale, con un flusso di pensieri che rimane comunque poco chiaro.
Nel complesso la vita a un passo da noi è una saga famigliare interessante, uno spaccato soggettivo di un periodo che ha sempre da raccontare, e del quale è sempre bene parlare.
Penso sia stato importante, per l’autore, il fatto di aver consegnato la propria storia al pubblico, perché anche quando si tratta di eventi che precedono di molto la nostra nascita, le conseguenze dei traumi a cui le persone che hanno vissuto la guerra sono sopravvissute, ci influenzano e ci plasmano.
Vi ho incuriositi? Fatemi sapere se lo leggerete!
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