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La scienza di Guerre Stellari – Luca Perri

La scienza di Guerre Stellari. Dal Millennium Falcon alla spada laser cosa è «fanta» e cosa è «scienza» Book Cover La scienza di Guerre Stellari. Dal Millennium Falcon alla spada laser cosa è «fanta» e cosa è «scienza»
Luca Perri
Saggio
Rizzoli
2021
Digitale - Cartaceo
304
Fornito dalla Casa Editrice

«Alla base della scienza c'è la curiosità, e il porsi domande che nessuno si è ancora mai posto. Ma per farlo serve la fantasia. La morale è che bisogna sempre seguire la propria fantasia, perché non sappiamo dove potrebbe condurci.»

Era il 1977 quando il mondo scoprì una galassia lontana lontana, ricca di pianeti e tecnologie di ogni tipo. Da allora, miliardi di persone hanno seguito le vicende della saga di Star Wars, immedesimandosi in eroi intenti a lottare contro un Impero malvagio. Iperspazio, pistole laser, droidi, porti spaziali e una misteriosa Forza capace di connettere tutti gli esseri viventi. Quanto la fantascienza ha attinto dalla scienza reale per ricreare questi mondi e civiltà? Sulla Terra sappiamo costruire una spada laser? Quali tecnologie della Morte Nera abbiamo già sviluppato? Quanto costerebbe realizzare il Millennium Falcon? E riusciremmo a pilotarlo in una fascia di asteroidi? C'è però un altro aspetto da considerare: quanto è invece la scienza ad aver tratto ispirazione dalla fantascienza cinematografica? Con una sorta di quiz interattivo (strutturato come un Chi vuol essere milionario?), adatto ai fan più sfegatati ma anche ai semplici curiosi, Luca Perri spazia in questo libro dalla fisica alla biologia, dall'astronomia all'ingegneria, dall'economia alla chimica per illustrare – con l'ironia e l'accuratezza che ben conosce chi lo segue sui social e in televisione – come la relazione tra scienza e fantascienza non sia mai a senso unico.

Oggi si chiude il blog tour dedicato a La scienza di Guerre Stellari, scritto da Luca Perri e pubblicato da Rizzoli. E cosa c’è di meglio di una bella recensione? Prima di cominciare vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro. E ci sono anche tutte le tappe del blog tour più bello della galassia! La nostra la trovate qui.

La scienza di guerre stellari

Prima di proseguire, però, una curiosità: per sviluppare la sequenza dei titoli di testa del primo film di Star Wars, il regista George Lucas chiamò un designer di titoli che aveva già lavorato a cult come L’esorcista, Taxi Driver e Incontri ravvicinati del terzo tipo. Il nome del designer? Dan Perri. Non so se sia mio lontano parente, ma la sola idea di avere un antenato in comune con uno che ha fatto una delle cose più iconiche della saga mi mette di buon umore. A parte che un antenato in comune lo avremo di certo, considerando che ne ho uno anche con l’acaro incastrato sotto i tasti della tastiera su cui sto digitando e anche con qualunque altra forma di vita esistente sul pianeta.
Peraltro, l’ipotetico organismo antenato comune di tutte le forme di vita del pianeta Terra è chiamato ultimo antenato comune universale. In inglese, Last Universal Common Ancestor: LUCA.
Il cerchio si chiude.
Dissolvenza al nero.
Applausi.

È con questo genere di ironia che Luca Perri, partendo da ciò che vediamo nei film, e non solo, di Guerre Stellari, ci racconta la scienza. Quella vera, non quella riadattata per necessità degli sceneggiatori. Del resto, Luca Perri è un astrofisico e di queste cose se ne intende eccome!

L’ho sempre detto e ho anche scritto diversi articoli in merito: la fantascienza influenza la scienza. In questo saggio, Luca Perri, appassionato dell’immensa saga di Star Wars, ci racconta quanto può essere lontana davvero “una galassia lontana lontana”, ci descrive come gli scienziati e gli astrofisici misurano distanze incommensurabili, ci spiega come si fa a scoprire nuovi pianeti, a determinarne le caratteristiche e a dar loro nomi il più delle volte discutibili.

La scienza di Guerre Stellari è un libro che, sfruttando la popolarità della saga da cui prende il titolo, si prefigge uno scopo divulgativo che non posso non apprezzare. Attraverso alcune domande in stile “Chi vuol essere milionario”, l’autore ci porta, quasi per mano, nei meandri dello spazio profondo e, grazie al suo tono ironico leggero, ci insegna, purtroppo (e anche con una punta di rammarico), che non potremo mai avere una spada laser funzionante. Sì, lo so, ci sono rimasta male anch’io e quindi non potevo tenermela. Tuttavia, lo sappiamo benissimo, la scienza fa passi da gigante, quindi chissà! Forse, prima poi, riusciremo ad avere una spada laser che faccia davvero swoosh a seconda di come la muoviamo! Tolta questa delusione, resta la scienza che è sempre interessante soprattutto quando riguarda cose misteriose e immensamente lontane come lo spazio profondo. Lo sapete che, quando ne ho l’occasione, mi piace leggere libri che parlino di astrofisica. Avevo partecipato anche al blog tour in occasione dell’uscita di La sfrontata bellezza del cosmo, il libro di Licia Troisi, altra astrofisica con il pallino del fantasy. L’esplorazione spaziale, e il conseguente progresso scientifico che questa comporta, non è solo al servizio degli scienziati, delle Agenzie Spaziali nel mondo o degli astronauti che possono lasciare il pianeta (sì, per questo provo della sana invidia). Ogni scoperta, ogni tecnologia che viene utilizzata per permettere i viaggi o l’invio di sonde e telescopi nello spazio, prima o poi verrà riutilizzata e riadattata per migliorare la vita dei terrestri.

Nonostante i commenti a volte ridicoli che possiamo leggere su Facebook sotto le notizie che riguardano il lancio di razzi e di nuovi tipi di navette, o delle coltivazioni sulla Stazione Spaziale Internazionale per esempio, tutta questa scienza e tutta questa tecnologia prima o poi troveranno il loro campo di applicazione nella nostra quotidianità. Anche in quella dei detrattori. Perché se è vero che non è democratica, la scienza è anche altruista e non le interessano i brutti commenti.

Veniamo al dunque. Perché dovreste leggere La scienza di Guerre Stellari? Perché se siete appassionati della saga, prima o poi anche voi vi sarete posti delle domande, come per esempio come faccia a propagarsi il suono nel vuoto dello spazio, oppure come si possa aprire il portellone di un’astronave senza che tutto quello che c’è all’interno venga risucchiato nello spazio esterno (morendo malissimo! Cit.). Perri ci spiega soprattutto i perché no, ma del resto questa saga, che ci affascina dagli anni ‘70, non ha la pretesa di essere un documentario. Però mi è piaciuto da matti poter fare il paragone tra ciò che è reale e ciò che non lo è, tra ciò che ci piacerebbe lo fosse e tra ciò che forse, un giorno, lo sarà. Vi ho confusi per bene? Eh, lo so, ma non voglio dire troppo perché, nonostante sia un libro che parla di scienza per cui non ci sono grosse sorprese che non siano già state pubblicate e non ci sia una trama vera e propria, La scienza di Guerre Stellari è un libro che merita di essere letto. Mi sono divertita, ho imparato cose nuove e ne ho ripassate altre che avevo accantonato in un angolo della memoria, quindi grazie a Luca Perri e grazie a Rizzoli!

Bellezze, il nostro viaggio per ora si conclude qui. Che la Forza sia con voi! Sapete da dove arriva questa frase? Eheheh! Io sì! È scritto nel libro!

Non dimenticatevi di leggere anche la nostra tappa del blog tour!

Avete letto La scienza di Guerre Stellari? Vi aspetto per commentarlo insieme!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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