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La rovina dei re – Jenn Lyons

La rovina dei re Book Cover La rovina dei re
Il coro dei draghi #1
Jenn Lyons
Fantasy
Fanucci
13 marzo 2020
cartaceo, digitale
608

Kihrin, l'apprendista di un bardo, è cresciuto ascoltando storie di gesta leggendarie. Costretto a rubare per sopravvivere alla povertà dei bassifondi di Quur, una sera fa irruzione nella casa sbagliata e viene marchiato da un demone: da quel momento in avanti la sua vita non sarà più la stessa. La difficile situazione di Kihrin lo porta al cospetto dei reali, che lo rivendicano come il figlio del loro principe perduto da tempo. Ma, lungi dal vivere il sogno di una vita di fasti e onori, Kihrin è in balìa delle spietate ambizioni della sua nuova famiglia, e quando cerca di fuggire dalla sua gabbia dorata non fa che peggiorare le cose. È ormai succube del ruolo di cui è stato investito e non c'è più scampo per lui, erede ritrovato di un regno ormai non più privo di corona come vuole l'antica profezia. Così ogni fazione – dèi, demoni, draghi e maghi – lo rivendica come propria pedina e tutte quelle vecchie storie che aveva ascoltato sin da piccolo, in cui l'eroe vince sempre, diventano improvvisamente depositarie delle più aspre menzogne.
O forse no... Forse Kihrin non è l'eroe, e il suo destino non è di salvare l'impero. Forse il disegno che il fato ha per lui è quello di distruggerlo…

Oggi partecipiamo al review party de La rovina dei re, un libro di Jenn Lyons pubblicato in Italia da Fanucci.
Prima di cominciare vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più precisa del libro.

La rovina dei re

La rovina dei re è un romanzo fantasy di quelli di una volta, epico, altisonante, roboante. Non è però un romanzo che si legge facilmente, sia per la complessità della trama, che per la miriade di nomi, caste, dinastie, dei, maghi, demoni che popolano le sue pagine. 

È un romanzo intricato, un romanzo che si intreccia, il presente al passato, il passato al presente, ed è difficile sbrogliare la matassa. 

Il romanzo inizia con una lettera di Thursivar D’Lorus indirizzata al suo imperatore, e allega le testimonianze dei personaggi principali del libro. 

Il sedicenne Kihrin, imprigionato e legato con catene, e il demone mutaforma Talon, iniziano a raccontare la storia. Il primo racconta partendo da metà e la seconda dall’inizio della vicenda. I loro racconti si alternano, prima l’uno e poi l’altro, capitolo per capitolo, fino a che i loro racconti si incontreranno in un momento comune.

Racconteranno uno per volta,  un capitolo ciascuno e non sempre è facile ritrovare il filo del racconto. Infatti, non appena mi appassionavo all’avventura del momento, improvvisamente mi trovavo a fare un salto in avanti o indietro nel tempo e dovevo ricominciare da capo e riprendere le fila del discorso. E questo mi ha dato non poco fastidio perché la narrazione, inevitabilmente, viene rallentata.

Credo che rileggerò il libro, leggendo tutti insieme i capitoli narrati da Talon e poi quelli narrati da Kihrin, anzi consiglio di fare lo stesso al prossimo lettore. In questo modo la consecutio temporum verrà rispettata e sarà più facile seguire il corso della vicenda. 

È vero che poi le due narrazioni si ricongiungeranno, ma non ho ancora capito il motivo di questa scelta stilistica visto che non c’è nessun tipo di colpo di scena che possa giustificare una tale decisione. 

Altra cosa che mi ha infastidito moltissimo sono le note a piè di pagina, a cui spesso venivo rimandata durante la lettura. Ogni volta staccavo l’attenzione dalla vicenda per leggere le note, sperando di avere delle delucidazioni a riguardo, ma ogni volta trovavo solo commenti di Thursivar che spesso non capivo e che mi distoglievano dalla vicenda. Anche in questo caso credo che le salterò del tutto, nel momento in cui dovessi rileggere il libro, perché vanno a frammentare la lettura che invece richiede grande attenzione. 

La storia, tra l’altro complicatissima, è quella di Kihrin, orfano che vive come un ladro nei bassifondi, fino a quando non scopre di far parte della nobiltà. E da qui comincia una serie di intrecci, davvero confusi e intricati, per cui si rimane nel dubbio di chi sia realmente Kihrin e non solo lui, perché nessuno è quel che dice di essere. Spesso un personaggio che fino a quel momento avevo creduto essere (diciamo un nome a caso) Giovanni, si scopre che in realtà è Antonio, che è il figlio di Peppino, che però in realtà è il figlio di Giovanni che si è reincarnato ed è diventato Mario.

Insomma un gran caos, e più si va avanti nella lettura più queste concatenazioni aumentano, fino a perderne completamente il filo (oltre al fatto che i nomi non sono, ovviamente, Giovanni, Antonio e Mario ma Teraeth, Tyentso, Khaemezra, Galen, Tishar e così via!). Inizialmente avevo cominciato a prendere appunti, ma poi ci ho rinunciato perché il numero di nomi era diventato troppo alto e anche gli appunti erano diventati un gran macello!

Lo stile dalla Lyons non è male, è molto descrittivo, ma nonostante ciò non è quello che annoia, anzi rende più interessante una vicenda davvero molto ingarbugliata e difficile da seguire.

Inoltre, non sono riuscita a provare simpatia per nessuno dei personaggi, da Kihrin che è troppo bello, troppo arrogante, troppo presuntuoso, troppo spavaldo per risultare simpatico, a tutti gli altri, i nobili arroganti e crudeli, i maghi che non sono mai sinceri, anche gli Dei che non sono mai quello che crediamo durante ,la lettura.

Se vi piacciono le storie arzigogolate, dove l’intreccio passa continuamente da un tempo all’altro, allora La rovina dei re fa per voi.

Io, purtroppo, sono un po’ più tradizionalista, mi piace di più quando un romanzo, soprattutto di questa portata, ha una struttura più semplice: inizio, svolgimento e fine.

La rovina dei re è un libro molto lungo, e se ogni volta che si passa da un capitolo all’altro devo rifare il punto della situazione, rischio di annoiarmi e abbandonarne la lettura.

Per quanto mi riguarda, quindi, come ho già detto prima, darò una nuova possibilità a questo romanzo, considerando anche che è il primo di una trilogia, rileggendolo però partendo dall’inizio e non alternando i capitoli. Chissà, magari ho perso qualche sfumatura, e non ho colto la vera chiave di lettura. 

Vedremo e ve lo farò sapere quando uscirà il secondo volume e se deciderò di leggerlo.

Avete letto La rovina dei re? Vi aspetto per commentarlo insieme!

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NdA: il libro mi è stato fornito dalla casa editrice perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

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