Il club delle lettrici compulsive

La mia Famiglia e altri Animali – Gerald Durrell

La mia famiglia e altri animali Book Cover La mia famiglia e altri animali
Gerald Durrell
biografia
Adelphi
1 novembre 1975
cartaceo
352

«Questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso da ragazzo, con la mia famiglia, nell’isola greca di Corfù. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell’isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato i vari amici a dividere i capitoli con loro»: così Gerald Durrell presenta questo libro, uno dei più universalmente amati che siano apparsi in Inghilterra negli ultimi trent’anni. Ma il lettore avrà il piacere di scoprirvi anche qualcos’altro: la storia di un Paradiso Terrestre, e di un ragazzo che vi scorrazza instancabile, curioso di scoprire la vita (che per lui, futuro illustre zoologo, è soprattutto la natura e gli animali), passando anche attraverso avventure, tensioni, turbamenti, tutti però stemperati in una atmosfera di tale felicità che il lettore ne viene fin dalle prime pagine contagiato.

Da un po’ di tempo, sulla mia libreria, c’era qualcosa di blu che occhieggiava insinuante: si tratta di La mia famiglia e altri animali di Gerald Durrell, e ancora mi chiedo come mai non l’abbia recensito prima.

Era lì da un anno abbondante. C’era finito perché era la migliore bomboniera di matrimonio mai pensata nella Storia delle bomboniere di matrimonio (Grazie Simone e Marco), ma per un motivo o per un altro, non avevo ancora avuto la presenza di spirito di leggerlo.

Riordinavo, qualche giorno fa, cercavo di decidere se sistemare i libri per altezza o per sfumatura e cercavo di capire se il bel blu cobalto della copertina sarebbe stato meglio in cima o in fondo allo scaffale, quando ho pensato che sarebbe stato carino quantomeno aprirlo e leggere la prima pagina.

BOOM.

Mi ha letteralmente assorbita.

Partiamo dal principio? Ok. Cominciamo con il chiederci “Chi è Gerald Durrell?”

Ebbene, si tratta di un illustre zoologo, esploratore e naturalista britannico, nato nel 1925 e testimone in prima persona di quegli anni mutevoli che hanno diviso le due guerre mondiali. Fratello di Lawrence Durrell, scrittore e poeta di grande fama, Gerald nasce in India, da genitori inglesi, si trasferisce nel sud dell’Inghilterra ancora bambino e, in seguito, a Corfù. La famiglia del naturalista fu bizzarra e anticonvenzionale come solo gli inglesi degli anni ’30 avrebbero potuto essere, la mamma teneva le fila di una nidiata di figli incredibilmente dotati e, per questo, difficilissimi da conciliare, ma i testi autobiografici ne restituiscono un ritratto sereno.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale i Durrell si ritrasferirono in Inghilterra, dove Gerald faticò non poco a trovare un impiego per via della sua educazione casalinga e anticonvenzionale. Riuscì tuttavia a dare il suo contributo allo sforzo bellico lavorando in fattoria (fu esentato dal servizio militare per cause mediche) e, in seguito, si iscrisse all’università di Southampton, conseguendo la laurea in Biologia nel 1952.

La caratteristica principale del suo lavoro, è l’incredibile fruibilità dei suoi testi. Anche quelli più tecnici conservano un taglio ironico e una sfumatura autobiografica che li rende piacevoli e scorrevoli, coniugando la divulgazione scientifica con le gioie della lettura.

La mia Famiglia e altri Animali non fa eccezione.

Ed eccomi dunque completamente assorta nelle pagine, seduta accanto al mio cespuglio di camomilla che ormai si va seccando, con il mio fidato tè alla menta estivo, a immaginare le atmosfere suggestive descritte nel libro.

Questo, infatti, racconta della bizzarra infanzia del naturalista, sull’isola di Corfù, dove i Durrell si trasferirono con una leggerezza impensabile per gente dei nostri tempi, abituata a dover avere tutto sotto controllo. La famiglia decise di trasferirsi per sfuggire alla plumbea estate inglese, si imbarcò e sbarcò con tutti i suoi bauli sull’isola, così, come se nulla fosse. Con quell’aria di svagata casualità che traspare da certe foto d’epoca virate in seppia.

Mentre leggevo mi domandavo come fosse possibile prendere decisioni così importanti con tanta leggerezza, ma procedendo nella lettura ho fatto caso a quanto fossi condizionata dal mio modo di pensare da persona del 21esimo secolo. Nel 1935, anno in cui comincia il racconto, gli inglesi avevano un modo di approcciare la vita completamente differente dal nostro, e, probabilmente l’idea di progettare il soggiorno nei minimi dettagli non sarebbe stata presa in considerazione dai più. Di certo non avrebbero potuto prenotare un b&b o affittare una macchina via mail, no? Ecco, appunto.

L’atmosfera dell’isola è tratteggiata a tinte così forti da riuscire a estraniarmi completamente dalla realtà, sembra di sentirne i profumi di erbe aromatiche e i suoni ovattati, tornano alla mente episodi d’infanzia avvolti nella luce di quei mesi di agosto torridi e silenziosi passati in luoghi simili.

A me ha ricordato un’estate interminabile sulle alture di Manarola, in cui scorrazzavo, bambina, sola per le campagne coltivate a vite, circondata solo dal frinire delle cicale, da un milione di piccoli animali e dal profumo del mare che risaliva dalle colline terrazzate a strapiombo.

Gli episodi che coinvolgono i Durrel sono quasi surreali nella loro semplicità e fa strano pensare al futuro che di lì a poco avrebbe colpito queste persone, che sono vere e umane, non lo scrittore famoso che un giorno sarà di stanza in Medio Oriente, non il naturalista affermato, ma giovani che potrebbero diventare tutto e il contrario di tutto.

I resoconti naturalistici sono incredibilmente dettagliati, il che non guasta quando si vuole imparare qualcosa, ma conditi da quel bizzarro humor tipico degli inglesi che rende l’esperienza di assimilare notizie enciclopediche insolita e affascinante.

Non sono i dettagli a fare la meraviglia in questo libro, ma il sapore e la sensazione che lascia sulla pelle anche durante la lettura.

Credetemi, vale la pena andare a Corfù con il piccolo Gerry, a scovare con lui i più svariati animali e ad escogitare i modi più impensabili per portarli dentro casa eludendo la supervisione della mamma!

Voi avete letto La mia famiglia e altri Animali? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

Resta connesso. Segui la nostra pagina Facebook e iscriviti alla newsletter, in modo da non perderti nemmeno una novità.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.