Il club delle lettrici compulsive

La mia estate Indaco – Marco Magnone

La mia estate Indaco Book Cover La mia estate Indaco
Marco Magnone
Letture per ragazzi, narrativa
Mondadori
2019
Digitale - Cartaceo
280

Viola ha quattordici anni e custodisce un segreto legato al giorno peggiore della sua vita, che lei chiama il Giorno in Cui Ho Toccato Il Fondo. Finora ha sempre passato le vacanze in montagna, in roulotte con i suoi adorati nonni e in compagnia della sua migliore amica. Quest'anno però il nonno è in ospedale e Viola si è appena trasferita con i genitori in una città di provincia dove non conosce nessuno e la vita è grigia anche in pieno agosto. Si preannuncia un'estate da dimenticare, ma un pomeriggio tutto cambia, quando Viola si imbatte in un gruppo di ragazzi e ragazze che giocano a pallavolo e che potrebbero diventare i suoi nuovi amici. Tra loro c'è l'indecifrabile e magnetico Indaco, che sembra nascondere molti misteri e ben presto spinge Viola a sfidare le regole, costringendola a superare le sue più grandi paure.

La mia estate Indaco è il libro di esordio di Marco Magnone, pubblicato da Mondadori nella collana per ragazzi.
Questa non è una recensione facile perché il rischio di cadere nel banale è alto, ma vi prometto che farò del mio meglio. Intanto, colgo l’occasione e ringrazio Mondadori per avermi spedito il libro in modo che potessi recensirlo e per avermi invitata all’incontro con l’autore. Ecco perché questo articolo sarà diviso in due parti. Lo so, c’è molto da leggere, ma vi assicuro che non vi annoierò.
Nella prima parte, troverete la recensione del libro che ho scritto di getto, basandomi sugli appunti che ho preso mentre leggevo. Nella seconda, vi racconterò dell’incontro con Magnone. Siete pronti? Si comincia!

La mia estate Indaco è la storia di un’estate in città, con tutto quello che comporta: asfalto bollente e nulla da fare. Viola ha quattordici anni. È l’estate tra la terza media e la prima superiore, Viola si è appena trasferita nella cittadina a due ore da Torino in cui è ambientata la storia, è triste, non ha amici e, soprattutto, è arrabbiata. Non sa bene da dove nasca questa rabbia profonda, ma la sente pulsare sotto la pelle. Un giorno però incontra per caso Cate, Sofi, Mirko, Chiacchiera, Bomba e, soprattutto, Indaco. E qui le cose cambiano…

Magnone ha un anno meno di me e questo significa, oltre che ha un anno in più per abituarsi a quel cavolo di quattro davanti alla cifra che comporrà la nostra età, che ha i miei stessi riferimenti culturali. E infatti, se siete figli degli anni ’80, vi accorgerete che di riferimenti a quegli anni ce ne sono parecchi, a partire dalle citazioni alla Yoda per finire con le compagnie in giro in bicicletta o in cerca di uno spazio per giocare a pallone. Ammetto di non conoscere la generazione che oggi ha quattordici o quindici anni e quindi non vi so dire se davvero facciano queste cose o se siano tutti tablet e compagnia bella, ma la sensazione che ho avuto leggendo mi ha riportato alla mente le atmosfere alla Goonies o alla Stand by me, dove ogni pretesto era buono per vivere un’avventura. E mi ha ricordato molte, molte altre cose…

la mia estate indaco

L’adolescenza è un’età ingrata davvero. Essere in balia degli ormoni, sentirsi adulti senza esserlo davvero, non avere la libertà sperata, né economica né di movimento, sono tutte cose che generano frustrazione. Si hanno mille problemi che sembrano insormontabili, le cose che fanno paura sono tante. Nel caso di Viola, c’è la malattia del suo nonno preferito… che mi ricorda tanto il mio che non c’è più da quando avevo ventun anni e che mi manca come il primo giorno.

«Fatti furba»

Magnone è bravissimo a rendere lo stato d’animo di Viola. Avevo rimosso cosa volesse dire essere una adolescente arrabbiata e lui è riuscito a ricordarmelo (scusatemi, mamma e papà). Ed è riuscito anche a ricordarmi quanto contassero gli amici a quell’età. Anche oggi, nella mia vita di adulta, gli amici sono importanti ovviamente, ma a quattordici o quindici anni sono fondamentali, sono un esempio da seguire, purtroppo, a volte, anche in negativo (ehm, scusatemi ancora, mamma e papà).

Non è tutto loro quello che luccica

Gli adulti ne La mia estate Indaco sono appena accennati. Non li si incontra spesso perché non sono il centro del mondo di Viola e degli altri personaggi, ma sono figure determinanti perché gli errori che commettono sconvolgono la vita dei ragazzi che dipendono da loro.
I genitori di Viola non le parlano. Non le spiegano cosa sta realmente accadendo al nonno. Da un certo punto di vista, la trattano come se fosse troppo piccola per capire, nonostante non lo sia affatto. Perché se da una parte è vero che, per la madre di Viola, quello malato è il papà, dall’altra per Viola è il nonno ed è una figura importantissima per lei, praticamente fondamentale nel suo percorso di crescita.
Sono errori commessi in buona fede, ovviamente. I genitori di Viola tentano di proteggerla da ciò che sta accadendo, ma forse sottovalutano un po’ l’intelligenza e la sensibilità della figlia e quante volte questo accade nella realtà?

Galleggia a mezza altezza sulla parete laterale di un discount. È un astronauta, il grosso casco e la tuta gonfia lo fanno somigliare a un enorme pupazzo alla deriva nello spazio. Il cavo che doveva tenerlo ancorato alla nave o stazione spaziale per qualche ragione è stato reciso, e svolazza dietro di lui. La visiera scura del casco non permette di vedere l’espressione del volto, eppure lui non sembra avere paura. […] “E se il cavo l’avesse tagliato lui?”

Indaco è il bad boy della situazione, quello dal quale, se usassimo il cervello, scapperemmo a gambe levate. Chi non ha mai incontrato uno così? Chi non è mai stato sedotto dalla “via del male“, soprattutto in giovane età?

Le cose che fanno Indaco e Viola per la maggior parte del libro sono gesti che, visti con gli occhi degli adulti, potrebbero apparire sconsiderati, ma sono perfettamente in linea con la giovane età dei protagonisti: la voglia di ribellione, di fare qualcosa di stupido per il solo gusto di farlo, per autodeterminarsi, per prendere una posizione nei confronti del mondo dei grandi che, troppo spesso, nemmeno li prende in considerazione, relegando al ruolo di bambini quelli che ormai, bambini, non sono più.

Purtroppo, e ve lo giuro, mi si spezza il cuore mentre scrivo queste righe, ci sono un paio di scene che caratterizzano Indaco che mi fanno decisamente storcere il naso. Mi sto riferendo soprattutto alla scena del treno. Non entro nei dettagli perché già così mi pare di aver detto troppo, ma se avete letto il libro, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Ho bisogno che mi facciate da specchio perché per me, questo episodio è un grande NO.
Capisco che sia una scena importante, serve per dare spessore a un personaggio che resta sempre contornato da un’aura di mistero, ma bisogna sempre tener conto del target a cui il libro è rivolto ed essendo un libro per ragazzi, questa è una scelta molto rischiosa. La trama sugli store online dice che l’età di lettura è dai dieci anni in su… Sinceramente, non credo che farei leggere questo libro a un ragazzo di quell’età senza supervisione. Mi è già capitato di parlarvene in passato, ma un libro non è mai solo un libro… In ogni caso, mi spiego meglio nella casella riservata allo spoiler qui sotto. Per leggere il contenuto, cliccate sul simbolo +.

Questo è il motivo per cui La mia estate Indaco non ha ricevuto il punteggio pieno che, altrimenti, avrebbe meritato. Perché questo è un libro bellissimo e delicato che ha toccato le mie corde più profonde, facendomi piangere (ok, singhiozzare, lo ammetto) come una bambina.
Perché Viola sono io. Viola è ognuno di noi. È chi, almeno una volta nella vita, ha avuto paura, ha preso una sbandata per il cattivo ragazzo che cattivo non è, o almeno non sul serio, è chi ha perso i punti di riferimento, è chi ha dovuto fare i conti con la malattia, con l’umiliazione, con il sentirsi diverso, distante, abbandonato e perso.

La mia estate Indaco – Seconda parte

L’incontro con l’autore.

Siamo state invitate all’incontro con l’autore (grazie, Elisa!) e quindi abbiamo avuto occasione di sentirlo parlare e di fargli qualche domanda. È stato bellissimo trovarmi a contatto con altri blogger bravissimi. Per me è stato il primo incontro di questo tipo (e spero tanto che non sia l’ultimo, nonostante le mie domande cattivelle) e non ve lo nascondo: ero davvero emozionata!

Per fortuna con me c’erano Sally, la mia compagna di avventure e di merende, e tra gli altri blogger, Silvia de I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Questo ha decisamente contribuito a stemperare l’ansia anche se mi sono praticamente resa subito conto di essere in un contesto bellissimo. È davvero emozionante essere a contatto con altri blogger, sapete? Io già collaboro a stretto contatto con alcuni blogger favolosi, ma vedersi di persona è davvero una cosa super!

Ma andiamo avanti con ordine. Sulla stupenda terrazza della libreria/sala meeting/spazio coworking della Open a Milano (non so davvero come definire questo posto assolutamente favoloso! Date un’occhiata al link, perché vi lascerà senza parole!) abbiamo iniziato a turno con le domande. Magnone è stato super disponibile e ci ha raccontato come sono nati i suoi personaggi, delle difficoltà che ha avuto nello scrivere dal punto di vista di una ragazzina di quattordici anni – “Perché non sono mai stato una ragazzina di quattordici anni!” – e di come sia arrivato a pensare a una storia del genere.

E poi è arrivato il mio momento e ho potuto chiedere direttamente all’autore come mai abbia deciso di inserire la scena che non mi ha convinta. Per ovvi motivi, ovvero per non spoilerare nulla, non posso riportarla interamente e sono costretta a parafrasare, ma se siete interessati all’argomento e avete già letto il libro, possiamo parlarne in un luogo consono, dove possiamo nascondere meglio gli spoiler per non rovinare la lettura agli altri. Magnone mi ha spiegato il suo punto di vista, ovvero che la scena va considerata nel suo contesto. Ovviamente non si può mettere la mano sul fuoco avendo la certezza matematica che nessuno mai prenda ispirazione da La mia estate Indaco per fare qualche sciocchezza, ma del resto, non è l’unico libro in cui i protagonisti commettono qualche imprudenza. Nel contesto narrativo, quella scena in particolare è servita per aggiungere tensione e un pizzico di brivido. Inoltre, questa potrebbe essere una buona occasione per instaurare un dialogo tra adulti e ragazzi. Mi spiace non poter riportare le esatte parole dell’autore, ma rischio davvero di rovinarvi la lettura.

Magnone è davvero una persona piacevole con la quale parlare e confrontarsi anche quando non si ha la stessa idea e sono stata proprio contenta di averlo conosciuto. Il suo entusiasmo è davvero contagioso!

Avete letto La mia estate Indaco? Vi aspetto per commentarlo insieme!

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NdA: il libro mi è stato fornito dalla casa editrice perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

18 Risposte a “La mia estate Indaco – Marco Magnone”

  1. Sembra un libro molto interessante, mi ispira. Mi lascia un po’ interdetta la parte del treno, da leggere in tandem con un decenne sicuramente.
    In ogni caso bella trama, mi piace e mi fido della tua recensione (adoro le tue recensioni!!)

     
    1. Grazie 🙂 Ripeto quello che ho detto nel commento a Chiara: il libro è molto carino, scritto molto bene e sicuramente e può essere davvero uno spunto di conversazione 🙂

       
  2. Bellissima recensione davvero! Apprezzo quando vengono nascosti gli spoiler come hai fatto tu, in modo da far scegliere al lettore… io ho scelto di leggerlo, per capire meglio a cosa ti riferivi.
    Onestamente, la penso come te. Purtroppo viviamo in un mondo in cui i ragazzi camminano su un filo molto labile, quello che separa la realtà dall’immaginario, quello che separa il ragionare lucidamente dal venire travolti dalla fantasia. Quante volte sentiamo di ragazzi che perdono la vita per “quella marachella”? Perché per loro è un gioco, non riescono a comprendere la pericolosità delle loro azioni e le possibili conseguenze. Certo, a dieci anni sembra che la vita sia lunghissima e che sia impossibile che possa succedere qualcosa di simile, ma tant’è…
    Forse i ragazzi leggono meno di una volta, presi dalla televisione, i videogiochi e i cellulari, ma non mi sentirei tranquilla a far leggere un libro con una scena simile a un ragazzo senza supervisione, non ora come ora.
    Onestamente, credo che ci sarebbero potuti essere altri modi, tanti, per creare “quella tensione e pizzico di brivido” di cui l’autore aveva bisogno ai fini della trama.
    È vero che è solo un libro, ma le parole hanno un potere e bisogna stare molto attenti a come lo si utilizza… Peccato, ma complimenti davvero per la recensione.

     
    1. Grazie 🙂 Il libro è molto bello, mi è piaciuto tantissimo. Mi è rimasta questa sensazione che ho cercato di rendere nella recensione, ecco. Forse mi sarebbe piaciuto di più se determinate scene avessero avuto delle conseguenze un pochino più marcate, in modo che ci fosse una sorta di morale lampante e non così nascosta tra le righe. Mi sento comunque di consigliarlo perché davvero può essere uno stimolo per una conversazione aperta e interessante tra grandi e piccoli.

       
  3. Ci tengo a precisare una cosa che forse do troppo spesso per scontato: ogni libro che leggo è filtrato dalla mia esperienza personale. Sono stata una quattordicenne scema troppi anni fa (ora sono una quasi quarantenne scema, ma va be’ 😉 ) e forse ho guardato troppo con gli occhi dell’adulto. Ecco perché ho preferito dirlo (ehi, lo dice anche il nostro sottotitolo: tutto quello che leggiamo senza peli sulla lingua)… Ho sempre bisogno di un confronto, quindi leggetelo così possiamo parlarne ^_^

     
  4. Anch’io sono stata un’adolescente scema e ora sono una madre forse un po’ troppo guardinga per quanto concerne certi argomenti, ed è per questo che sono totalmente d’accordo con la tua recensione, anzi ti dirò di più mi hai incuriosita e lo leggerò al più presto per darti la mia opinione😉

     
    1. Grazie di cuore! Mi piace avere qualcuno che mi faccia da specchio, soprattutto quando sono combattuta come in questo caso ^_^ Ti aspetto e ancora grazie! 🙂

       
    2. Sono d’accordo con te per la parte che hai indicato. Ho comunque notato che ultimamente il target dei libri non corrisponde mai all’età indicata. Non capisco perché. I adolescenti di oggi si fanno influenzare molto più facilmente, vedi le sfide sui social come finiscono… Quindi secondo me si poteva evitare o comunque poteva inserire una scena meno “pericolosa”, ma che indicasse quella ribellione che i ragazzi a quell’età provano. La recensione mi è piaciuta moltissimo, ma che te lo dico a fare? U.u
      PS: anche io sono stata terribile a quell’età!

       
  5. Mi è piaciuta moltissimo la tua recensione! Sono d’accordo con te per quanto riguarda la scena che hai spiegato negli spoiler. Pensando che mio figlio ha quasi 10 anni non sarei molto tranquilla a fargli leggere da solo queste cose. Proprio perché vedo quanto sia facile per lui seguire ciò che fanno gli amici, senza pensare veramente alle conseguenze. Un po’ come quando guardano un film dove si combatte e lui per gioco lo fa ai suoi compagni. Certe cose bisogna stare attenti a come si mettono.
    Sono curiosa ora di leggerlo, spero di poterlo recuperare presto.
    Complimenti ancora, mi piacciono sempre moltissimo le tue recensioni.

     
    1. Grazie 🙂 Sono felicissima che ti sia piaciuta, che sia chiaro il mio punto di vista e anche di averti invogliata a leggere il libro! Magnone ha scritto anche la serie Berlin (http://www.berlin-libro.it/) insieme a Fabio Geda e voglio assolutamente recuperarla perché mi piace molto come scrive questo autore!

       
  6. Bella la recensione , ma le belle recensioni sono una cosa a cui ci hai abituato…
    Purtroppo non è un buon libro ad ispirare gli adolescenti ma, non ho letto “La mia estate Indaco”e magari scrivo una castroneria.
    In un epoca dominata da videogames violenti allo stesso modo di molti telefilm non credo che la scena del treno ( “usanza” che i ragazzi conoscono attraverso il loro segreto passaparola, per averne letto sui giornali o sentito in quella gran cassa di risonanza che sono i TG) possa indurre all’emulazione, anzi ( ma ripeto non ho letto il libro) se ben contestualizzata può essere un monito.

     
    1. Sì, il punto è proprio quello. Quello che manca, secondo me, è la diretta conseguenza che una azione sciocca può portare. Un rimprovero da parte di un adulto, la perdita dello status di figo magari, una litigata con gli amici… Ecco perché non mi è proprio andata giù quella parte. Un romanzo per ragazzi, secondo me, DEVE necessariamente avere una morale ben definita. Altrimenti è sbagliata la fascia d’età per la quale lo si consiglia perché, sempre secondo me ovviamente, bisogna anche pensare che non tutti siamo uguali, non tutti abbiamo/siamo genitori solleciti e partecipi della vita dei figli e sono cose che bisognerebbe prendere in considerazione quando si scrivono determinati libri.
      Proprio stasera ho riletto un articolo dello scorso anno comparso su Il Messaggero. Un ragazzino di 14 anni era scappato di casa perché voleva vivere un’avventura come quelle dei libri che aveva letto. (https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/valerio_bertoldi_scomparso_ritrovato_bici_vedere_mare-3954776.html)
      Come i libri. Non come i videogiochi. Come i libri. Un libro non è MAI solo un libro.
      Scusa il papiro! 🙂

       
      1. Questa bella recensione mi fa venire voglia di leggere “La mia estate Indaco”, per riprovare anche io le sensazioni della mia adolescenza, e magari provare ad essere più indulgente con i miei bimbi, soprattutto col più grande che adesso ha 8 anni. L’episodio “incriminato” citato nella recensione (ho letto volontariamente lo spoiler) già mi ha fatto ricordare che sui 13-14 anni, con le amiche, è successo un paio di volte di viverlo, seppure in condizioni presumo di “più sicurezza” (non avendo ancora letto il libro non so bene come venga descritto). E mi ha fatto rendere conto di essere diventata una mamma super bacchettona, perché se pescassi mai I miei figli a farlo… Mi fermo altrimenti faccio una battuta e spoilero!
        Mi piacerebbe proprio leggerlo, per tornare a essere meno asfissiante con i miei figli… Forse potrebbe dare più spunti proprio a noi genitori, invece che ai ragazzi. Una volta (almeno i miei) non si facevano tutti sti problemi su cosa leggevamo o vedevamo in tv, e credo di aver letto cose anche peggiori nella mia prima adolescenza… Non si facevano problemi forse perché comunque l’insegnamento di cosa è giusto e cosa è sbagliato sapevano di averlo dato… Mi piace pensarla così, e vorrei essere in grado di dare un insegnamento simile ai miei figli, invece di stargli troppo addosso come invece mi rendo conto di fare.

         
        1. È verissimo! Ci sono moltissimi spunti per gli adulti in questo libro! Per esempio, non bisogna avere paura di parlare delle cose anche quando sono brutte, perché non è che non parlandone, quelle spariscono per magia. Magari fosse così!
          Sono contenta di averti suggerito una lettura interessante 🙂 Fammi poi sapere cosa ne pensi.

           
  7. Questa è una super recensione, fatta da una persona intelligente che non si limita a dare un voto. Non ho letto il libro e non rientra nei miei gusti, ma sono d’accordo con quello che dici tu: un libro non è mai solo un libro, soprattutto se hai quella fascia di lettori. I ragazzini di oggi emulano solo perché “Fa figo”, basti leggere la cronaca degli ultimi 24 mesi: da un autore mi aspetto sempre un messaggio, ma in questo caso ha toppato. Anzi… hanno toppato tutti: autore, editor e casa editrice.

     
    1. Grazie 🙂 Ci ho messo una vita per scriverla perché volevo che avesse il giusto taglio… Come ho scritto nel commento al post di Mirella, proprio stasera mi è ricapitata davanti agli occhi questa storia: https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/valerio_bertoldi_scomparso_ritrovato_bici_vedere_mare-3954776.html
      È un attimo, purtroppo, prendere l’esempio sbagliato.
      E mi spiace se in alcuni punti posso essere sembrata dura, però mi è davvero dispiaciuto perché, fino a quel momento, mi aveva conquistata per la delicatezza con la quale venivano raccontate le cose. Sicuramente questo è un autore che non mollerò perché mi piace come scrive. Anzi, ho tutta una serie da recuperare!

       
  8. Ciao Sara, ho letto la tua bellissima recensione del libro e ovviamente mi è venuta una gran voglia di leggerlo..io sono un po’ più grande di te, ma le avventure e i pomeriggi passati in compagnia degli amici in bici, al mare, al parco le ho fatte anche io a quattordici anni. Ho un figlio proprio di quell’età..e si, è vero che è tanto tablet e play station, ma è ancora tanto partitelle di pallone al parco, ping pong, bici, mare e passeggiate con gli amici, i famosi strusci per il corso a guardare le ragazzine (mai lo ammetterebbe!). Si, gli amici sono super importanti per lui, cerca sempre il loro consenso, più di quello dei genitori, e sente il fascino oscuro dei “bulletti” da cui lui vorrebbe essere accettato e coinvolto.
    Ora parlo da genitore, è vero, sbagliamo a trattarli ancora da bambini ma non è facile accorgersi che da un momento all’altro accanto a noi non c’è più il bambino dolce e coccolone ma un quasi adulto con le sue idee con la sua rabbia ( si è vero sono pieni di rabbia, forse perché non sanno ancora cosa sono, ma lo eravamo anche noi, no?) e che vorrebbe l’indipendenza..ma non è facile lasciarli andare, lasciarli sbagliare..per spirito di protezione, per eccessiva paura che possano fare qualcosa che li faccia soffrire..ma tant’è..
    Per quanto riguarda il brano incriminato, mbè sono d’accordo con te, Sara, forse è troppo forte e fuori luogo per il target a cui è destinato il libro. Probabilmente, e dico probabilmente perché il libro io non l’ho letto, l’autore avrebbe voluto ottenere l’effetto contrario, cioè indicare che quell’azione sarebbe potuta essere molto pericolosa e quindi da evitare nella realtà, ma spesso i ragazzi (anche gli adulti a dire il vero) fraintendono le intenzioni e magari per sentirsi fighi come Indaco ci provano, non cogliendo il vero messaggio dietro quell’episodio. L’unica cosa su cui non sono d’accordo è il continuo confronto che normalmente si fa su come eravamo noi e come sono loro oggi..è vero, non avevamo i tablet, Facebook, instagram, whatsapp e quant’altro, ma la voglia di trasgredire c’era tutta anche allora, i pericoli c’erano, le “marachelle” pericolose c’erano. Anche allora qualche ragazzino ne ha subito le conseguenze. Un libro con un episodio del genere era da leggere in tandem anche allora, forse anche più di oggi, dove i ragazzi sono molto più informati di quanto lo fossimo noi. Forse oggi si da troppo presto l’accesso in rete, il vero pericolo è lì. Quella è la vera giungla dove non ci sono reti di salvataggio.
    La tua recensione, Sara, è comunque stupenda, come al solito, e come al solito ha alimentato la mia compulsività!

     
  9. Grazie Sara per la bellissima recensione, il libro mi incuriosisce molto e dopo aver letto quanto scritto da te sono sicura che lo leggerò presto. Ho due bimbi piccoli e trovo giusto che tu abbia sottolineato la pericolosità di alcune scene, questo non vieta ad un ragazzo di leggerlo, ma saperlo può aiutare il genitore ad affrontare con l’adolescente l’argomento. I ragazzi sono senza timori, non pensano alle conseguenze delle loro azioni e troppe volte la cronaca ci ha mostrato quanto siano propensi ad emulare i protagonisti di azioni pericolose solo per mostrare ai coetanei che sono senza timori, coraggiosi, a volte solo per appartenere al “gruppo”.

     

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