Il club delle lettrici compulsive

La figlia del peccato – Emily Gunnis

La figlia del peccato Book Cover La figlia del peccato
Emily Gunnis
Thriller, Narrativa
Garzanti
2020
Digitale - Cartaceo
348
Fornito dalla Casa Editrice
Elisabetta Valdrè

Due bambine costrette a separarsi. Un mistero rimasto sepolto per anni. Una sola possibilità di salvezza.

Sussex, 1956. È calata la notte. Al convento di Saint Margaret tutte le luci sono spente e regna il silenzio. Protetta dal buio, Ivy si aggira furtiva per i corridoi. Spera di trovare una via di fuga dalla prigione che le ha tolto il suo unico figlio senza darle nemmeno il tempo di abbracciarlo. Per lei non c’è più possibilità di salvezza, ma forse può ancora aiutare Elvira, l’unica bambina cresciuta tra quelle mura. La piccola ha appena scoperto di avere una sorella gemella e vuole raggiungerla a tutti i costi. Ma scappare da Saint Margaret sembra impossibile. Il convento si fregia di essere una casa di accoglienza per ragazze madri che qui si rifugiano per dare alla luce bambini destinati all’adozione. In realtà, è una fortezza che nasconde oscuri segreti. Un luogo in cui centinaia di giovani donne sono private degli affetti e della libertà, vittime di atrocità di cui nessuno ha mai saputo nulla. Da allora sono passati sessant’anni e tutta la verità su Saint Margaret è ora contenuta in una lettera di Ivy. Poche righe scritte con mano tremante che Samantha, madre single e giornalista in cerca di uno scoop, rinviene per caso in un vecchio armadio della nonna. Non appena le legge, si rende conto di avere per le mani quello che aspetta da tempo: una storia che ha bisogno di essere raccontata. Sa che quel compito spetta a lei. È come se quella lettera l’avesse trovata e le chiedesse di andare fino in fondo perché quell’indagine potrebbe rivelarle particolari sconosciuti del proprio passato. Ma Samantha deve fare in fretta. Il convento sta per essere abbattuto e la verità rischia di restare sepolta sotto le macerie.
Emily Gunnis confeziona un esordio perfetto, ricco di colpi di scena e suspense, che ha conquistato pubblico e critica, balzando in cima alle classifiche e dando il via a un passaparola straordinario. Basato su fatti realmente accaduti in Irlanda tra il diciottesimo e il ventesimo secolo, La figlia del peccato è un romanzo intenso e coinvolgente che ci parla dei sacrifici che una madre è disposta a fare pur di proteggere il proprio figlio.

Oggi partecipiamo al review party de La figlia del peccato, un libro scritto da Emily Gunnis e pubblicato in Italia da Garzanti che ringrazio per avermi permesso di leggerlo in anteprima. Grazie anche a Mara di Romance e altri rimedi per aver organizzato l’evento.

Prima di cominciare vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che hanno partecipato e farvi così un’idea più completa del libro.

la figlia del peccato

Questa volta avevo letto la trama. Davvero! Poi però, com’è, come non è, invece di un libro di narrativa mi sono trovata tra le mani un thrillerone. Ma one one!

Siamo in Inghilterra. Samantha è una giornalista che cerca di far combaciare la sua vita privata incasinatissima (mamma di una bambina di quattro anni, appena separata dal marito con il quale non corre buon sangue, nonno morto da poco, nonna anziana con qualche acciacco che si prende cura della bambina come può) con il suo lavoro. Nonostante gli ottimi risultati che ottiene, Sam non riesce a fare il “salto di qualità” che potrebbe farle trovare un lavoro in un giornale più prestigioso.

Quando, però, in casa della nonna trova la lettera di una certa Ivy, capisce che per le mani potrebbe avere un caso importante e decide quindi di indagare a fondo sul contenuto perché lo stesso padre Benjamin di cui parla Ivy nella lettera è stato da poco ritrovato morto nella stessa residenza da cui quella lettera è partita.

E non vi dico altro. Ragazzi, quanto è difficile fare la recensione di un libro del genere! E anche non essere retorica potrebbe essere complicato…

Come vi ho detto, pensavo di trovarmi davanti un libro-denuncia su ciò che avveniva soprattutto in Irlanda, ovvero, l’esistenza di istituti religiosi che “accoglievano” ragazze nubili incinte perché partorissero al riparo da occhi indiscreti e dessero poi il neonato in adozione. Negli anni, grazie a numerose testimonianze, sono emerse le vere e proprie torture cui le ragazze, colpevoli di aver ceduto alle lusinghe del sesso fuori dal matrimonio, erano sottoposte. Vi lascio qualche link in chiusura in caso vogliate approfondire l’argomento.

La Gunnis, per sua stessa ammissione a fine libro, è partita da queste cose per tessere una storia che va al di là del tempo stesso. Ci sono diversi salti temporali in La figlia del peccato che contribuiscono a tenere altissima la tensione narrativa. Grazie a Ivy e alle sue accorate lettere si passa dal 2017 al 1959 e, durante le indagini di Sam, ripercorrerete le vite delle persone coinvolte, dal ragazzo che l’ha messa incinta alla madre di Ivy succube del nuovo marito, dalla terribile e terrificante suor Carlin al medico che consigliava alle ragazze nei pasticci di rinchiudersi volontariamente al Saint Margaret.

Ad oggi, pare assurdo pensare che una ragazza potesse decidere di chiudersi in convento per partorire, ma bisogna considerare due fattori determinanti: erano gli anni ’50 e la religione aveva un’importanza fondamentale nella vita delle persone per cui era impensabile non espiare in qualche modo il peccato di aver concepito una vita al di fuori del sacro vincolo del matrimonio. Il figlio del peccato. Appunto.

Lo dico spesso che le donne sono le peggiori nemiche delle altre donne e mai come in questo caso è vero. Le suore, invece di essere comprensive e di aiutare le poverette che venivano allontanate dalla famiglia, aggiungevano “il carico”. Quindi, oltre a lavori massacranti (del resto, bisognava ripagare “l’ospitalità”, no? – non credo di aver mai utilizzato tante virgolette come in questo caso –) e umiliazioni di vario genere, le ragazze venivano costrette a rinunciare ai diritti sui propri figli, non imparavano alcun mestiere, non venivano curate, non veniva dato loro cibo decente… devo continuare o vi siete fatti un’idea della situazione? La Gunnis è super brava nel rendere il dramma della vita all’interno dell’istituto per ragazze madri ed è riuscita a farmi gelare il sangue nelle vene…

Come sempre, non entro nei dettagli. Nonostante questo non sia un libro per tutti, visto l’argomento trattato, è un libro che va letto assolutamente perché è giusto che a chi ha subito tutto quello che viene raccontato nel libro venga ridata la voce in qualche modo. Ve l’ho detto che sarei stata retorica… Fine del pippone!

La parte thriller del libro è ben costruita e, anche se in parte si capisce chi ha fatto cosa, è solo alla fine che avrete davvero il quadro della situazione.

Tra i personaggi di La figlia del peccato, Samantha è coerente dall’inizio alla fine ed essendo la protagonista non può che far piacere. Quella che secondo me è stata caratterizzata poco e male è Nana, la nonna di Sam. Avrei preferito forse una caratterizzazione diversa per questo personaggio che resta sempre troppo sullo sfondo pur avendo un’importanza fondamentale nella storia.
Questo dettaglio fa perdere un punto nella valutazione complessiva di un libro altrimenti molto bello e scritto molto bene e che, in ogni caso, vi consiglio perché mi interessa il vostro parere in merito.

 

Come promesso, ecco qualche link utile per approfondire:

  1. Irlanda, Cork. Dove “le ragazze madri partorivano senza nemmeno poter gridare”
  2. Irlanda, fossa comune vicino ad un ex istituto religioso con i cadaveri di 800 bambini
  3. Figli illegittimi usati come cavie per vaccini. Nuovo orrore: sperimentazioni fino al 1976

Al termine del libro, prima dei ringraziamenti, troverete anche la bibliografia consultata dall’autrice.

Avete letto La figlia del peccato? Vi aspetto per commentarlo insieme!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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