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La fantascienza ha influenzato la scienza? – Aurora Rising – Il Blogtour

La fantascienza ha influenzato la scienza? L’ha ispirata, in qualche modo?
Quando mi è stato chiesto di pensare a una tappa a tema fantascienza per il blog tour di Aurora Rising, il nuovo libro di Jay Kristoff e Amie Kauffman pubblicato in Italia da Mondadori, questa è stata la domanda che subito mi è venuta in mente. Del resto sono figlia degli anni ’80. E, vedrete, questa cosa è di importanza fondamentale.

Prima di iniziare, vi lascio il calendario del blog tour in modo che possiate seguire l’evento e scoprire cosa hanno in serbo per voi i bravissimi blogger che vi hanno preso parte.

la fantascienza ha influenzato la scienza?

E ora si comincia sul serio!

Non è un segreto per nessuno che scienza e fantascienza, molto spesso vadano a braccetto. Non è un caso nemmeno che i grandi scrittori di fantascienza siano stati a loro modo scienziati o abbiano avuto a che fare con materie più scientifiche che umanistiche.

Facciamo qualche esempio.

Arthur C. Clarke (1917 – 2008), di cui Oscar Vault ha da poco pubblicato una raccolta di racconti, era laureato in matematica e fisica, era un esperto radarista e ha dato un apporto enorme alle telecomunicazioni ipotizzando l’uso dei satelliti geostazionari come ponte per avere una copertura radio a livello mondiale. Non per nulla, la Fascia di Clarke si chiama così in suo onore.

La fantascienza ha influenzato la scienza? Racconti – Arthur C. Clarke – Urania – Mondadori

Tra i suoi numerosi libri, come non ricordare 2001: Odissea nello spazio? La prima edizione è del 1968, gli anni della corsa allo spazio negli USA. Clarke ipotizza, tra le altre cose, una base sulla Luna. Possiamo proprio dire che ci stiamo lavorando! È iniziata infatti una nuova “corsa alla Luna” (vi lascio un link interessante qui) quindi non ci resta che aspettare e stare a vedere cosa succederà.

Un altro esempio che mi viene in mente è Asimov. Isaac Asimov (1920 – 1992) è l’autore di capolavori come Io, Robot o L’uomo bicentenario, ma non solo perché era un professore di biochimica e ha scritto anche numerosi testi di divulgazione scientifica.

Ma è proprio di Io, Robot che voglio parlare. Vi ricordate le tre leggi della robotica ideate da Asimov?

  • Prima Legge: Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.

  • Seconda Legge: Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, a meno che questi ordini non contrastino con la Prima Legge.

  • Terza Legge: Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che questa autodifesa non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.

Ecco, proprio queste sono state d’ispirazione per gli esperti di robotica e sono tuttora valide, anche se si è aggiunta una Legge zero:

Un robot non può danneggiare l’Umanità, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l’Umanità riceva danno.

Facendo un ulteriore passo indietro, possiamo non parlare di Verne? Anche Jules Verne (1828 – 1905) ha scritto numerosi articoli di divulgazione scientifica, ma è famoso soprattutto per le sue storie avventurose.

Dalla Terra alla Luna, scritto nel 1865, anticipa ciò che sarebbe poi successo nel luglio del 1969.

Tra l’altro, una curiosità. Conoscete il titolo originale del libro? Ve lo dico io: Dalla Terra alla Luna in 97 ore e 20 minuti. Quello che colpisce sono proprio queste tempistiche precise perché la missione dell’Apollo 11, ovvero la missione che ha portato Neil Armstrong e Buzz Aldrin sulla superficie lunare per la prima volta nella storia dell’umanità, è durata poco meno delle 97 ore “pronosticate” da Verne. Bella coincidenza, vero? Devo ammettere che, quando me ne sono resa conto facendo le ricerche per questo articolo, mi ha strappato un sorriso.

A proposito, avete visto che meraviglia la raccolta di racconti di Verne che uscirà a breve per Oscar Vault? Non vedo l’ora di averla tra le mani!

Quando questo post è comparso sul profilo Facebook di Oscar Vault, non ho più capito nulla! 😀

Abbandonando la letteratura per concentrarci sui film e serie tv, come non citare Star Trek e Ritorno al futuro? Andiamo con ordine!

Star Trek. La serie classica – 1966 – 1969

La fantascienza ha influenzato la scienza?

In Star Trek, il capitano Kirk comanda l’Enterprise con comandi vocali, quando la situazione lo permette. Il paragone con i nostri assistenti vocali è pressoché immediato. Noi abbiamo collegato quasi tutto il collegabile ad Alexa, per esempio… Se le dico: «Alexa, vado a letto», lei mi spegne la TV, l’albero di Natale e le varie lucine (quando sono montate. Giuro! Ho smontato l’albero!), le luci del salotto, mi abbassa le tapparelle e mi accende le lampade sul comodino. Adoro la tecnologia!

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Robocop – 1987

La fantascienza ha influenzato la scienza?

 Murphy, un poliziotto di Detroit perde la vita in uno scontro con alcuni delinquenti. Il suo corpo viene riassemblato grazie a parti meccaniche e robotiche avanzatissime e così può ricominciare a lavorare (perché nemmeno la morte ti permette di staccare dal servizio… Ehm… andiamo avanti).

Questa tecnologia non è ovviamente disponibile così com’è presentata nel film… ma le protesi robotiche esistono eccome! E ce ne sono di avanzatissime come quelle che utilizza Bebe Vio, per esempio, che sono collegate a lei tramite elettrodi che danno l’impulso al movimento.

Ma la ricerca non si ferma mai e in diverse università stanno studiando protesi controllabili direttamente dai motoneuroni. Un bel passo avanti, no?

Ritorno al futuro – 1985

La fantascienza ha influenzato la scienza?

Ritorno al futuro è il film che ci ha regalato più tecnologia avveniristica che realmente usiamo oggi.

Nel 1985 avevo cinque anni e ho guardato e riguardato il film tutte le volte in cui lo hanno trasmesso in TV. Ricordo che ero affascinata da tutte le meraviglie tecnologiche che vedevo. La videochiamata mi pareva qualcosa di pazzesco (e ora ne faccio in media due al giorno, nei periodi in cui mio marito è via per lavoro). Non ho mai provato i Google Glass, ma anche una versione con una tecnologia simile a quelli è presente nel film, così come la minuscola macchina fotografica digitale che usa Doc, i film in 3D, l’impronta digitale per aprire le serrature e i tablet.

Non credo sia in commercio uno skateboard a levitazione magnetica… ma il Mag-Lev esiste davvero e mi è anche capitato di prendere quel treno superveloce per spostarmi dall’aeroporto di Pudong al centro di Shanghai. Amo la tecnologia! L’ho già detto, vero?

Ecco spiegato perché i libri di fantascienza mi piacciono così tanto! Per ora le macchine volanti non esistono (e se esistono, sono solo dei prototipi), ma ho mooolta pazienza.

Insomma, per rispondere alla domanda iniziale… La fantascienza ha ispirato o influito sul progresso scientifico? Direi che la risposta non può essere che sì! Del resto, scienziati e scrittori sono sognatori.

Per questa volta ci fermiamo qui. Ho fatto solo qualche esempio, ma se a voi ne venissero in mente altri, lasciatemi un commento!

Bene, aspetto la mia macchina volante. Si può avere rosa, per piacere? Prometto che sarò brava!

Avete letto la nostra recensione di Aurora Rising? La trovate qui!

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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