La chiave dell'alchimista #1
Fantasy
Mondadori
3 febbraio 2009
Cartaceo - Digitale
214
Non capita a tutti di svegliarsi una mattina e scoprire che tuo padre è un mago alchimista. Che alle sue dipendenze lavora una scorbutica gargolla desiderosa di tornare a essere un maestoso leone alato. Che la città dove hai appena traslocato, Venezia, è un labirinto di acqua e di nebbia che nasconde la chiave più preziosa e potente della storia della magia. A Lucilla tutto questo è capitato. Ed è solo l'inizio...
Oggi vi parlo di La chiave dell’alchimista di Cristina Brambilla, un romanzo destinato ad un pubblico molto giovane, ma che non si fa disdegnare nemmeno dagli adulti.
Lucilla è una ragazzina di 13 anni, costretta a lasciare Milano, sua città natale, per seguire il padre a Venezia, dopo che la madre, a causa di un incidente, è andata in coma ed è ricoverata in una clinica. Un giorno il papà di Lucilla non torna a casa, e da questo momento inizia l’avventura.
Si tratta di un romanzo Fantasy per ragazzi, molto carino, scritto con un linguaggio semplice e lineare ma non banale. Nonostante il target sia un pubblico molto giovane, la sua lettura mi ha coinvolto è divertita.
Nella sua avventura alla ricerca del padre scomparso e della misteriosa “clavicola”, che tutti i maghi vorrebbero, Lucilla scopre la vera attività del padre, l’alchimista, e conosce una serie di personaggi che ho davvero adorato: il Gargoyle, il ladro Dimitri e la vicina di casa Ruth.
Ma, come in tutti i fantasy che si rispettano, anche qui c’è il cattivo, il fratello di Ruth, sopravvissuto ai campi di concentramento nazista.
Tra le nebbie e l’acqua alta di Venezia scopriremo, insieme a Lucilla, la storia della “clavicola” (peraltro resa interessantissima dall’autrice) e soffriremo e gioiremo con la ragazza durante la sua avventura.
Ho trovato spassosissima la figura del Gargoyle, fiero leone di Venezia trasformato in mostro di pietra parlante. Brusco e sgraziato, nasconde un cuore d’oro e non può esimersi dall’aiutare la bellissima ma tristissima Lucilla.
Bella l’ambientazione, una Venezia misteriosa e dalle atmosfere un po’ gotiche, l’autrice ci accompagna a Piazza San Marco, a Murano, al cimitero di San Michele e soprattutto nel quartiere ebraico.
La narrazione è resa in due modalità che si alternano: in terza persona, quando la narrazione segue il punto di vista di Lucilla, ed in prima quando a narrare è il Gargoyle (e questa parte è davvero spassosissima). Questo escamotage rende, secondo me, la narrazione più divertente e coinvolgente.
Il finale mi ha davvero sorpreso, con un pizzico di horror che non guasta e non si è trattato per forza di un lieto fine.
Mi sento di consigliare La chiave dell’alchimista sia ai giovanissimi (infatti l’ho già passato a mia figlia di 11anni) sia ad adulti che abbiano voglia di passare qualche momento leggero e spensierato.
Avete letto La chiave dell’alchimista? Vi aspetto per commentarlo insieme!
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