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L’ultima cena del clan Sulinado – Tiffany Tsao

L'ultima cena del clan Sulinado Book Cover L'ultima cena del clan Sulinado
Tiffany Tsao
Thriller
Astoria
2020
Cartaceo - Digitale
234

Gwendolyn ed Estella sono sempre state sorelle molto unite e crescono in un ricchissimo, potente clan della minoranza cinese in Indonesia. Ma ora Gwendolyn è in ospedale, l’unica sopravvissuta all’attentato compiuto dalla sorella ai danni del clan Durante il sontuoso ricevimento in onore degli ottant’anni del capostipite, Estella avvelena la portata principale provocando la morte di trecento persone.
A mano a mano che ritrova consapevolezza di sé, Gwen scava nella memoria per trovare una causa scatenante di quella brutale strage. È stata la morte in mare dell’amata zia Sandra? L’infelice matrimonio di Estella con un uomo violento? O le alleanze sempre diverse e i risentimenti taciuti all’interno del loro mondo opulento sono stati troppo difficili da sopportare? Continuando a interrogarsi, Gwen porta alla luce tutte le nefandezze di una famiglia che ha costruito il suo impero su una rete di corruzione e crudeltà che non ha risparmiato nessuno.
Un viaggio nel mondo di chi pensa che essere ricchi e potenti consenta qualsiasi stravolgimento delle norme morali, un viaggio e nella mente di una ragazza che si scoprirà avere una personalità decisamente intricata.

Oggi partecipiamo al review party di L’ultima cena del clan Sulinado, un libro di Tiffany Tsao pubblicato da Astoria. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

L'ultima cena del clan sulinado

Estella, giovane donna indonesiana, durante la cena per festeggiare gli ottant’anni del capostipite, avvelena tutti i trecento componenti della sua famiglia, compresa se stessa. L’unica sopravvissuta è Gwendolyn, detta Doll, sorella di Estella. E dal suo letto di ospedale, Doll cerca di capire il motivo per cui Estella sia arrivata a questa decisione. Per farlo ripercorre gli anni dell’adolescenza e giovinezza passata all’ombra della grande e ricca famiglia indonesiana, i Sulinado.

Il romanzo viene presentato come un thriller, ma la definizione, secondo me, non è del tutto corretta. È vero, c’è un omicidio di massa, ma l’assassino si conosce sin da subito.

Ciò che non si sa è il motivo per cui una donna “normale” si sia trasformata nella carnefice di trecento persone compresa se stessa. E questa è la scusa per trasformare un thriller in un romanzo introspettivo, in cui vengono messe a nudo tutti i punti oscuri, gli abusi emotivi e fisici, il razzismo e il sessismo a cui sono sottoposte le due sorelle. Ma mentre Doll riesce a sganciarsi dalla famiglia, diventando titolare di una fabbrica di gioielli famosa in tutto il mondo, Estella vi rimane ancorata fino alla fine. Non solo non è riuscita a distaccarsi dalla famiglia, ma ne è stata ancora più inglobata grazie al matrimonio con un marito violento e infedele, tra le cui braccia è stata gettata, essendo lui parte di un’altra famiglia ricchissima e potente 

Un’alleanza matrimoniale con gli Angsono avrebbe giovato a entrambi i patrimoni. Avrebbe aperto la strada a fusioni e a partnership costruttive con il clan di Leonard, e ci avrebbe consentito l’accesso ai potenti della sfera appena sopra la nostra.

La storia quindi si basa sul dramma famigliare del clan dei Sulinado, sulle lotte interne, sulle invidie, i rancori, i soprusi che dominano la vita di questa enorme famiglia. 

Gwendolyn racconta e le sue parole sono leggere, ma forti allo stesso tempo, complice anche lo stile di scrittura dell’autrice, fluido e scorrevole. Il romanzo si legge velocemente senza nessunissima fatica, e non è difficile affezionarsi alle due ragazze, odiare in particolare Leonard, il marito di Estella, e compatire la madre e il padre delle due sorelle, l’una troppo attaccata alla ricchezza e all’apparire, l’altro troppo debole per poter ribellarsi in qualche modo e prendere posizione per difendere la figlia di cui conosce la sofferenza

Estella aveva perso ogni speranza di un intervento da parte della nostra famiglia.

La stessa Gwendolyn è complice delle violenze psicologiche a cui Estella viene sottoposta, pentendosene a posteriori.

Oggi mi domando se mi sarei comportata diversamente se solo lei non avesse finto così tanto coraggio nei mesi precedenti e immediatamente successivi al matrimonio. […] Avrei fatto qualche tentativo per risvegliarmi dal mio letargo autocommiserato, avrei lottato per lei in quei primi anni? […] Vorrei dire di sì, ma non lo penso.

Devo ammettere che l’autrice riesce a descrivere alla perfezione gli stereotipi a cui sono soggetti gli asiatici e riesce a rendere in maniera perfetta come le famiglie ignorino volutamente gli abusi domestici (non solo contro Estella, ma in generale contro la maggior parte delle donne del clan)  e la misoginia di questa famiglia patriarcale. 

È un posto, quello, in cui non si può scegliere cosa diventare.  È tutto predisposto per te, dalla famiglia, dal gruppo etnico, dai soldi, dallo status. Hai un ruolo predefinito da interpretare e se tradisci il copione crolla tutto.

L’ultima cena del clan Sulinado è un romanzo facile da leggere, dalla scrittura ricercata ma semplice e diretta, ma duro da digerire, e il finale lascia interdetti e basiti. 

È un romanzo da leggere e gustare, ma vi avverto, vi porterete dietro un senso di scoramento e di amaro in bocca come pochi racconti riescono a creare.

Avete letto L’ultima cena del clan Sulinado? Vi aspetto per commentarlo insieme!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

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