Io qui, tu là
narrativa
Fazi editore
20 marzo 2018
cartaceo, digitale
169
E se un giorno ti rendessi conto di essere prigioniero di un amore malato? Che faresti? Mollare? Insistere? Esiste una soluzione?
Eugenio è uno scrittore la cui prima aspirazione è sempre stata quella di essere felice. A trentacinque anni, però, si ritrova stretto in una relazione frustrante, non ha veri amici, è sempre più solo, senza speranze né prospettive. Da troppo tempo ormai vive una storia soffocante con Addolorata: i due si disprezzano, stanno male insieme, ma non riescono a prendere l’unica decisione che sarebbe opportuno prendere, quella di lasciarsi. A salvare Eugenio dallo sconforto e dall’apatia che ormai caratterizzano le sue giornate è l’incontro telematico con un’intraprendente lettrice, nonché sua ammiratrice, che grazie a uno scambio di email dapprima sporadico, poi sempre più intenso, riuscirà a strappare il protagonista alla sua cronica insoddisfazione, dandogli motivo di rinnovare la sua voglia di vivere nella ricerca della felicità. Il vero amore alla fine soppianterà quello malato, portando la storia a un lieto fine che poteva non essere così scontato.
I complicati meccanismi che regolano l’attrazione tra uomini e donne, portando spesso a fraintendimenti e inganni, sono al centro di questo libro che è un po’ trattato filosofico, un po’ diario di vita vissuta.
Un romanzo vivace che, con estrema leggerezza e ironia, affronta il tema dell’amore e dei rapporti di coppia per una disamina elegante delle dinamiche, spesso perverse, spesso viziate, che stanno al fondo dei legami sentimentali in quest’epoca, ancora incomprensibile e così piena di insidie.
Eugenio è uno scrittore, fidanzato da molti anni con Addolorata. Ma questa storia non è come la vorrebbe, non gli dà felicità, ma solo noia e malessere. Ne prende consapevolezza solo grazie ad una fitta corrispondenza che mantiene con Viola, sua ammiratrice. Anche lei è incastrata in una relazione decennale da cui non riesce a uscire. Entrambi, quindi, sono prigionieri di un amore sbagliato e solo alla fine si renderanno conto di quale sia l’amore, quello vero.
Io qui, tu là viene definito, tra le varie cose, come narrativa umoristica. Io, probabilmente, ho sbagliato completamente la chiave di lettura, perché l’ho trovato infinitamente triste.
Triste perché è la storia di un uomo, che è l’io narrante, che vuole nella vita amore e felicità ma che è frustrato da una storia sentimentale che non gli dà nulla. Non solo dal punta di vista sentimentale è fondamentalmente un fallito, ma è anche una persona molto sola, non ha nessuno, a parte i genitori, non un amico a cui rivolgersi, nessuno con cui confidarsi.
Pensate quanto deve essere triste svegliarsi ogni mattina senza avere nessuno con cui condividere i momenti della giornata, essere ingabbiato in una relazione sentimentale piena di livore e noia!
Purtroppo, si tratta di una storia niente affatto irreale. Quante persone continuano a vivere una vita fatta di routine con accanto una donna (o un uomo) che detestano, ma da cui non sono capaci di staccarsi?
L’autore, in alcuni passaggi, prova ad essere ironico, mettendo in evidenza l’aspetto “ridicolo” della situazione, ma sicuramente questa sua ironia non è bastata a risollevare, ai miei occhi, un romanzo triste per il contenuto, ma anche noioso per la lungaggine di alcuni passi. Ho interpretato questo dilungarsi inutile come un modo per allungare il brodo, quando, con poche parole, si potevano esprimere gli stessi concetti che sarebbero stati più immediati e meno tediosi.
Non ho, poi, trovato una vera storia ma uno sterile esercizio di scrittura che non mi ha convinta affatto!
Avete letto Io qui, tu là? Vi aspetto per commentarlo insieme!
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