Il club delle lettrici compulsive

Intervista a Francesca Cani

Intervista a Francesca Cani

Intervista a Francesca Cani

La nostra ospite per le interviste del sabato è Francesca Cani, autrice di Tristan e Doralice – Un Amore ribelle.

Ciao Francesca, benvenuta nel nostro Club delle Lettrici Compulsive! È un piacere per noi averti qui!
Grazie per l’ospitalità, è un piacere essere qui con voi!

Sei anche tu, una di noi? Una lettrice onnivora e compulsiva?
Assolutamente sì! Da quando ho imparato a leggere ho scoperto di non poterne fare a meno. Non ho un genere preferito, vado a periodi, dallo storico puro al sentimentale, dal thriller al giallo contemporaneo, senza trascurare il fantasy, l’importante è che mi catturi. Ho sempre un libro in borsa, quando cammino per la strada e vedo una libreria è come se fossi l’ago di una bussola e gli scaffali il Nord magnetico. Mi infervoro sempre quando si instaura una conversazione sulle letture e divento rossa se qualcuno apprezza il mio libro preferito. Confesso: presento tutti i sintomi di questa meravigliosa malattia.

Che libro stai leggendo, ora?
Sto leggendo L’azzurro del cielo non ricorda di Hannah Richell, edito da Garzanti.

C’è un genere che proprio non ami?
Sono una fifona e non stravedo per l’horror. Anche se uno dei classici che amo di più è Dracula di Bram Stoker, un tomo gotico che fa davvero paura! Eppure, se devo essere onesta, in genere non vado a cercare un libro inquietante…

Parlaci un po’ di te: chi è Francesca e come è approdata alla scrittura.
Da poco ho realizzato che ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo ben sedici anni fa! Ero una ragazzina che aveva già un’idea molto precisa di ciò che avrebbe fatto da grande. Da allora la mia vita si è intrecciata con lo scrivere, tanto che ora siamo come la vite e il suo sostegno, indivisibili. Ho studiato Storia dell’arte all’università perché nei quadri si raccontano tante storie e io mi nutro di storie. Siamo cresciuti insieme i miei romanzi e io, mentre scrivevo mi sono innamorata di un uomo e l’ho sposato, ho iniziato a lavorare e costruito una vita in funzione del fatto che non mi sarei mai potuta dividere dalla penna. A volte questo mi ha portata a scelte drastiche, ma non sono pentita e non credo agirei in modo diverso se tornassi indietro. Ho due gatti nella mia casetta, a Mantova. Mi scaldano quando sono alla tastiera e mi guardano con l’espressione enigmatica quando mi blocco e fisso il vuoto in cerca di ispirazione, sembrano dire: “Forza, Francy, la soluzione è qualche riga più avanti”.

Cosa vuol dire per te scrivere?
Essere me stessa, a nudo. Respirare, desiderare e creare senza filtri e barriere.

Come prendono vita le tue idee, da cosa trai ispirazione? Ti seguiamo da tempo, per cui sappiamo che, tra le altre cose, ci sono dei luoghi che ti “chiamano” e che, probabilmente, ti sussurrano parole che tramuti in storie meravigliose…
I luoghi hanno su di me un forte richiamo. La mia terra la sento in modo profondo, è sempre stato così. Mantova, la mia città, è diventata lo scenario de I colori della nebbia, il romanzo che ho scritto a quattro mani con Mariachiara Cabrini, edito da Harper and Collins. Se vorrete, leggendolo, vi troverete ad attraversare le vie della città, a camminare sotto i portici, ad ammirare i tramonti rossi che si specchiano sull’acqua dei laghi e a confrontarvi con la nebbia che avvolge ogni cosa, in autunno, e crea un’atmosfera unica.
Sempre un posto meraviglioso come l’Appenino Reggiano e la valle del fiume Enza mi ha sussurrato una storia intera e travagliata, vissuta molti secoli fa, quella di Tristan e Doralice – Un amore ribelle, edito da Leggereditore. Le selle fra i monti, le serate terse e i boschi che al calar del sole si animano di vita sono stati la mia ispirazione.
Capita che i luoghi mi chiamino anche da lontano, come è accaduto per l’Irlanda, un paese che adoro. Fra le brughiere fitte d’erica in fiore e le scogliere nere a picco sull’oceano è nata La cacciatrice di lieto fine, Rizzoli You Feel.

francesca cani
La copertina di Tristan e Doralice – Un amore ribelle di Francesca Cani

Veniamo al dunque, il tuo ultimo romanzo si intitola Tristan e Doralice – Un Amore ribelle: raccontacelo con tre aggettivi, spiegando le tue scelte.
Viscerale: perché già nel prologo sono contenute molte delle emozioni che un uomo prova in una vita. I miei personaggi sono spesso davanti a delle svolte molto importanti per le quali è chiesto loro di rischiare tutto e di credere nella forza dell’amore.
Ribelle: Tristan e Doralice sono due personaggi che non si accontentano, lottano l’uno per l’altra e sfidano la sorte e le convenzioni pur di potersi amare.
Diverso: come Tristan, che ha occhi di due colori. Un particolare che nel medioevo era considerato il segno del diavolo. Un uomo insolito, un guerriero con un destino di redenzione e riscatto.

Sei rimasta sempre fedele all’idea iniziale, oppure durante la scrittura (o anche a romanzo ultimato), hai deciso di cambiare qualche dettaglio nella trama o qualche scena, o qualche personaggio?
Ho approfondito molto il romanzo in fase di editing perché l’editore si innamorò di alcuni personaggi, come il padre di Doralice, Filippo di Lacus, e di certi passaggi che erano marginali nella prima versione. Mi chiese di scrivere di più, di lasciarmi andare. Ricordo che rimasi giorni a pensare sulle sue osservazioni, che non erano castranti, anzi, mi davano l’opportunità di far crescere il mio lavoro. Avevo già in mente il passato e anche il futuro e il non detto del romanzo, quindi in realtà è stato liberatorio mettere sulla pagina quello che avevo immaginato ma non raccontato. Un incontro fortunato quello con Sergio Fanucci, illuminante.
È stata la prima volta in cui un editore non ha imposto un numero di pagine o di battute, ma mi ha detto: “C’è di più da dire, fallo!”.

Francesca, non diciamolo a nessuno… ma, a sangue freddo, vorresti cambiare qualcosa nella storia (cosa che ovviamente non puoi più fare) o sei pienamente soddisfatta così com’è?
No, non cambierei delle scene o un particolare della storia perché sono molto soddisfatta dell’incastro degli eventi reali con quelli inventati e del meccanismo che tiene insieme il romanzo. Però sono una persona in crescita e spero di continuare a progredire, quindi credo sia inevitabile che rileggendo un testo scritto anni fa mi venga da pensare che ora lo scriverei in modo diverso. Ma questo accade sempre!

Qual è il personaggio al quale ti senti più legata tra i tuoi romanzi? Un personaggio da cui non riesci proprio a staccarti mentalmente? Perché?
Sono legata a Tristan e credo lo sarò sempre perché, considerando il suo impatto emotivo, la sua storia mi ha molto coinvolta. All’inizio non è stato semplice scrivere di lui, ma mi ha dato tante soddisfazioni e non avrei più smesso. Un pezzettino del mio cuore è suo.

La frase di uno dei tuoi libri che senti più tua o un passo che ti piace particolarmente?
Credo che mi rappresenti questa frase da La cacciatrice di lieto fine:

“Hai mai cercato qualcosa che sai non sarà facile da trovare?”.

Cosa c’è di Francesca nei personaggi di cui racconti vita, passioni, amori?
Alcuni lettori mi hanno fatto notare che c’è la mia famiglia in ciò che scrivo, quindi credo che in modo inconscio emerga l’importanza che ha per me il “clan” a cui appartengo. Pensandoci, sono felice che sia così.
Nei miei romanzi c’è sempre l’amore per l’arte, per i viaggi, per la conoscenza; spesso i miei personaggi sono lettori, uomini e donne di cultura. Affiora sempre il mio essere una lettrice famelica.

Che rapporto c’è tra la tua scrittura e i social?
Mi piace pubblicare sui social le immagini che mi hanno aiutata nel lungo viaggio della stesura del romanzo. Visualizzare volti e luoghi mi aiuta, fa parte della mia formazione come storica dell’arte costruire una base visiva forte e creare trame a partire da questa.
Nella vita reale sono una persona riservata e anche un po’ timida, confesso che un tempo preferivo la concretezza del rapporto vis à vis ai social. Oggi mi sono ricreduta! Ho capito che è bello poter scambiare idee, ricette, fotografie e suggestioni con lettori, colleghi e persone che sanno vedere oltre la mia immagine di scrittrice-social-imbranata. Ed è bellissimo aspettare il nuovo romanzo con le ragazze che si sono autodefinite “le zie” della mia storia, devo molto a queste persone per l’incoraggiamento che mi danno. Grazie amiche!

Stai già lavorando ad altri progetti? Qualche indiscrezione per Il Club delle Compulsive?
Certo! L’inizio del 2017 sarà dedicato al seguito di Tristan e Doralice, Jonas e Viridiana – Il cuore d’inverno, un romanzo autoconclusivo come il precedente. Si potrà leggere in modo indipendente, oppure scegliendo di completare la duologia. Per chi si aspetta di trovare in questo romanzo Tristan, Doralice e la stirpe di Holstein annuncio che ci saranno molti collegamenti con il precedente, oltre a tanti nuovi personaggi da conoscere.
Poi in questi mesi ho scritto un romanzo contemporaneo ambientato in Irlanda, ancora non so che destino avrà e ho parecchio da lavorare sul testo, ma il manoscritto è già bello e completo sulla mia scrivania.

Cosa ti aspetti dal prossimo futuro?
Di migliorare, certo. Spero di studiare, di avere nuovi stimoli per crescere in questa bellissima avventura che è scrivere.

Grazie per essere stata con noi e aver risposto alle nostre domande! In bocca al lupo per i tuoi prossimi lavori!
Grazie a voi e viva il lupo!

Grazie ancora a Francesca ed in bocca al lupo per il Suo nuovo romanzo, lo attendiamo con ansia!

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