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Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz – Jeremy Drownfield

Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz Book Cover Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz
Jeremy Drownfield
storia vera
Harper Collins
20 Gennaio
cartaceo, e book
494

Vienna, ottobre 1939. Gustav Kleinmann, un tappezziere ebreo, e il quindicenne Fritz, suo figlio, vengono arrestati dalla Gestapo, caricati su un vagone merci e deportati a Buchenwald, in Germania. Picchiati, ridotti alla fame, costretti ai lavori forzati per costruire il campo stesso in cui sono tenuti prigionieri, riescono miracolosamente a sopravvivere alla brutalità nazista. Finché, tre anni dopo, Gustav non viene inserito nella lista dei prigionieri che saranno mandati ad Auschwitz. Per Fritz è uno shock senza precedenti. Da tempo circolano voci inquietanti su quel lager e sulle sue speciali camere a gas dove si possono uccidere centinaia di persone alla volta. Il trasferimento laggiù significa una cosa sola... Eppure l’idea di separarsi dal padre non lo sfiora neppure. I compagni di prigionia gli dicono di dimenticarsi di lui, se vuole vivere, ma Fritz si rifiuta di ascoltarli e insiste per accompagnarlo, pur sapendo che li aspettano altri anni di orrori e sofferenze, se possibile ancor più terribili. Ma a tenerli in vita, ancora una volta, saranno l’amore e un’incrollabile speranza nel futuro. Basato sul diario di Gustav – un diario segreto di cui nemmeno suo figlio era a conoscenza – e sulle testimonianze dirette di parenti, amici e altri sopravvissuti, Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz non è soltanto la storia commovente di un legame, quello tra padre e figlio, che si è rivelato più forte della macchina dell’odio che ha cercato di schiacciarli. È anche una straordinaria testimonianza di coraggio e di resilienza, e un ritratto lucido e vivido del meglio e del peggio della natura umana.

Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz è la storia vera delle vicende di una famiglia viennese di religione ebraica, curata da Jeremy Drownfield.

Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz
L’ho letto, nonostante cerchi sempre di evitare i resoconti dei campi di concentramento, perché il 27 Gennaio sarà la giornata della Memoria, e ritenevo fosse mio dovere farlo.

Sono una studentessa di storia, ma, soprattutto, sono la nipote di un uomo che ha vissuto sulla sua pelle le atrocità del campo di concentramento per due anni, ed è in nome di mio nonno e di tutti coloro che hanno passato l’orrore della prigionia nazista, che voglio ricordare e far sì che non si perda la memoria di un momento così buio della storia dell’umanità.

La mia voce è flebile, ma le voci di tutti noi possono essere forti, nel ricordare di cosa l’uomo sia capace quando cede agli istinti peggiori.

La vicenda della famiglia Kleinmann è straordinaria e viene ricostruita sia tramite i racconti diretti dei sopravvissuti che attraverso documenti ufficiali dell’epoca, con un minuzioso lavoro di ricostruzione storica perfettamente rintracciabile nella bibliografia che correda il volume.

Il ragazzo in questione è Fritz Kleinmann, figlio di Gustav, tappezziere viennese, ebreo non praticante.

I due vengono deportati nell’ottobre del 1939, mentre il resto della famiglia viene, in un primo momento, risparmiato.

Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz è la storia straziante degli anni di prigionia di Fritz e Gustav, della loro resistenza e della loro resilienza a tutte le cose terrificanti che accadevano loro intorno. I due, loro malgrado, furono trasferiti da un inferno all’altro, da Buchenwald ad Auschwitz, a Mauthausen, Dachau, in un vortice di orrore che sembra non voler mai finire.

Non vi nascondo che sia stata una lettura molto dura, a tratti insostenibile, ho dovuto fare numerose pause, a volte di un paio di giorni, per potermi approcciare di nuovo al libro.

Per alcuni passaggi, in cui si descrivevano torture e crudeltà gratuite, ho dovuto fare uno sforzo di volontà. L’istinto era di saltarli a piè pari, ma mi sono costretta perché, all’epoca, è questo che hanno fatto le persone che sapevano.

Hanno chiuso gli occhi, non hanno voluto vedere, non hanno voluto sapere.

Sarebbe stato facile far scorrere il dito sullo schermo per non leggere, ma io dovevo.

E a volte è stato un pugno allo stomaco. Molte volte.

Pensare a quelle persone, disumanizzate, torturate, sfinite e affamate, pensarci coscientemente, non in maniera distaccata, come si legge sui libri a scuola: “milioni di persone morirono nei campi di concentramento”. Sì, ma come sono morte? Così. Senza ragione, senza umanità, senza dignità, senza nome. Ma loro avevano dei nomi, avevano delle persone amate e che li amavano, e alcune di queste persone, malgrado tutto, sono sopravvissute.

Mio nonno non ha mai voluto raccontarci per intero la sua storia. Per lui sarebbe stato troppo doloroso.

Franz Kleinmann invece sì, a chiunque lo volesse ascoltare, perché ha vissuto i primi anni della sua vita da adulto facendo il giro dei luoghi peggiori della Storia, ne ha portato le cicatrici per tutta la vita e, quando si è reso conto che stava finendo tutto nel dimenticatoio, ha reagito con forza per impedire che succedesse e ha rilasciato numerose interviste.

Sono grata all’autore per aver riportato in vita i protagonisti di questa vicenda, che ormai, comprensibilmente, non sono più tra noi. In questi nuovi anni ’20 trovo sia ogni giorno più importante ricordare quello che successe a persone come noi, che da un giorno all’altro si sono svegliate e hanno scordato di appartenere alla razza umana, o che un giorno si sono svegliate e hanno scoperto che i loro vicini di casa si erano trasformati in mostri.

Non deve succedere più.

Voi avete mai letto storie vere dai campi di concentramento? Raccontateci!

Avete letto Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz? Vi aspettiamo per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito dalla casa editrice perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

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