Il club delle lettrici compulsive

Il priorato dell’albero delle arance – Samantha Shannon

Il priorato dell'albero delle arance Book Cover Il priorato dell'albero delle arance
Samantha Shannon
Fantasy
Mondadori
2019
Digitale - Cartaceo
816

Tra draghi, lotte per il potere e indimenticabili eroine, l'epico fantasy al femminile per il nuovo millennio.

Il romanzo fantasy dell'anno. La casa di Berethnet ha regnato su Inys per mille anni ma ora sembra destinata a estinguersi se la regina Sabran IX non si sposerà e darà alla luce una figlia. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra della corte. A vegliare segretamente su Sabran c'è Ead Duryan, adepta di una società segreta che, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys...

Attesissimo dagli amanti del fantasy, finalmente arriva in Italia Il priorato dell’albero delle arance, scritto da Samantha Shannon e pubblicato da Oscar Vault Mondadori. Grazie a Oscar Vault per averci permesso di leggere questo libro in anteprima e grazie a Raffaella di The Reading’s Love per aver organizzato l’evento. E ora, cominciamo!

Fare questa recensione è difficile perché i mondi che potete ritrovare all’interno de Il priorato dell’albero delle arance sono tantissimi e tutti diversi.

A Occidente c’è una regina che sulle spalle regge il destino del mondo. Pare infatti che finché ci sarà una Berethnet sul trono di Inys, il Senza Nome, un drago malvagio, resterà dormiente e imprigionato nell’Abisso e non poterà distruzione del mondo.
Ma Sabran, la regina di Inys, non è sposata e non ha ancora dato una erede al trono al suo popolo. Il tempo stringe perché pare che i Grandi dell’Ovest, ovvero i draghi che combattono con il Senza Nome, si stiano risvegliando…

A Oriente, Tané sta per mettersi alla prova. Si è addestrata per tutta la sua vita e finalmente il suo sogno in procinto di avverarsi, quando uno straniero approda a Seiiki. Per non far scattare l’allarme e la quarantena sull’isola, annullando così la cerimonia che la porterà a essere nominata cavaliere dei draghi, Tané chiede aiuto a una sua amica che nasconde lo straniero a casa di Niclays Roos, l’unico straniero ammesso a Seiiki.

A Sud, a Lasia, il Priorato veglia sui Regni in modi… be’, a volte molto discutibili.

La trama è super complessa e non ve lo nascondo: fino circa al 35% della lettura ho seriamente pensato di mollarlo brutalmente (Falciatrice di libri mode on) perché mi stava annoiando a morte. Che poi… forse non è nemmeno corretto dire che è noioso… Semplicemente, la Shannon la prende larga (molto larga) perché deve far capire al lettore la struttura di questo mondo creato da lei ed essendo complessissimo, giocoforza ci va tempo. E mentre di solito i salti da un punto di vista all’altro, da un personaggio all’altro, tengono alta la tensione narrativa, a causa della complessità dei nomi, dei luoghi e delle situazioni, ci si può trovare disorientati.

Dopo questo inizio un po’ ostico però, la storia decolla (finalmente, direi) e non ci si riesce più a staccare. Consiglio: leggetelo in cartaceo, tenete davanti la mappa e magari prendete appunti, almeno per i primi tre o quattro capitoli, in modo da avere subito ben chiaro chi è chi e chi va dove.

La struttura del mondo è facilmente riconducibile al nostro: a occidente ci troviamo in una corte costruita sul modello delle corti europee medievali, con dame, cavalieri, re, regine e compagnia bella. L’Oriente richiama Cina e Giappone e il Sud ricorda molto il mondo arabo.

il priorato dell'albero delle arance

Così come il mondo in cui vivono, anche i personaggi sono molto complessi. Fondamentalmente, ci troviamo davanti a un sacco di personaggi femminili forti e determinati (era ora). Non sto a elencarvi tutti, anche perché non voglio rischiare di dire troppo, quindi mi limiterò ad accennarvi qualcosa dei miei preferiti.

Sabran, la regina di Inys, sembra una ragazzina capricciosa e viziata, ma in realtà non lo è. O almeno, lo è all’inizio, ma questo personaggio ha una crescita spaventosa che mi è proprio piaciuta.

Ead è forse il mio personaggio preferito, insieme a Margaret. Ead è a Inys in incognito perché è una maga  guerriera addestrata al Priorato e si trova a corte per proteggere la regina. È un’infiltrata, quindi è stata costretta a mentire sul suo nome, sulle sue origini e sulle sue capacità. La Shannon è stata bravissima a delineare questo personaggio. La frustrazione di Ead per tutti i segreti che è costretta a mantenere, per la lontananza dall’albero sacro dal quale trae il siden, il potere che le permette di fare magie, per la lotta interiore che è costretta a combattere si percepiscono pagina dopo pagina.

I personaggi maschili sono un po’ bistrattati, se la devo dire tutta. Uno su tutti? Loth. E non aggiungo altro. Se avete letto, avete capito. Se siete curiosi, andate a leggere!

Sui temi trattati potremmo stare qui delle ore. A parte amicizie improbabili, amori e tradimenti di tutti i generi, il tema cardine de Il priorato dell’albero delle arance è la religione. Sud, Oriente e Occidente stanno per affrontare un nemico potentissimo, ma sono divisi, non solo da montagne innevate o da deserti sconfinati, ma anche e soprattutto, direi, dalla religione. A Occidente si venera il Santo, Sera Galian, (la cui storia rievoca moltissimo la leggenda di San Giorgio e il drago) che salvò la regina Cleolind dando inizio alla stirpe Berethnet. Il Santo poi fondò la sua religione basandosi sulle virtù alle quali poi ogni fedele deciderà di ispirarsi. Chiunque sembri eretico, viene simpaticamente bruciato sul rogo.

A Oriente si venerano i draghi. Ma non i draghi di fuoco del Senza Nome. I draghi d’oriente sono draghi che nascono dalle stelle, sono creature acquatiche e sono venerati come divinità, ma combattono con gli umani, scelgono il loro cavaliere e sono nemici dei draghi di fuoco. Qui gli eretici e i nemici della Nazione vengono, sempre simpaticamente, decapitati.

Al Priorato invece si venera la Madre, ovvero Cleolind. Secondo la loro versione della storia, il Santo si è preso meriti non suoi perché è Cleolind ha rinchiuso il Senza Nome rifiutando l’aiuto di Ser Galian. Il Priorato è segreto. Chiunque lo scopra viene, (ovviamente simpaticamente, cosa ve lo dico a fare) tenuto prigioniero per sempre, costretto a servire le sorelle e drogato affinché dimentichi tutto della sua vita precedente.

In nome della religione sono state fatte migliaia di guerre e questo, traslato nel nostro mondo, è un argomento molto, molto attuale. Nel libro, le varie nazioni hanno un nemico comune. Riusciranno a superare le differenze e a collaborare per far fronte alla minaccia che si profila all’orizzonte? Ovviamente non ve lo dico, ma il punto è proprio questo: le differenze da superare per lavorare insieme per un mondo migliore. Utopico, vero, ma non impossibile. E visto il momento storico attuale e il pubblico cui questo libro è destinato, credo sia un bellissimo messaggio, quello che cerca di trasmettere la Shannon. Vi risparmio il pippone sulla religione che dovrebbe essere solo ed esclusivamente un fatto privato e su quanto trovi ridicole scene tipo «Mimimimi, il mio Dio è più vero del tuo» perché tanto so che mi conoscete, siete intelligenti e sapete già cosa penso 😉

Un altro aspetto che ho adorato è la forza dei personaggi femminili. Mi piace da morire la versione della leggenda in cui Cleolind manda “a spigolare” il cavaliere senza macchia (ma con qualche paura, sì) perché è proprio ora di dare degli esempi di donne si salvano da sole e non aspettano che arrivi il principe azzurro di turno a toglierle dagli impicci nei quali ci si possa rispecchiare. E tutto questo senza minimizzare l’importanza dei personaggi maschili e senza ridurli a macchiette ridicole perché ci sono dei personaggi maschili di tutto rispetto, come ad esempio Kit, Loth, Lintley o anche lo stesso Niclays. E proprio pensando a lui, mi aggancio all’altro macrotema che viene trattato. 

Si parla di regni, quindi è di fondamentale importanza avere eredi al trono. Ma cosa fare quando si provano sentimenti per persone dello stesso sesso? Leggendo vi troverete spesso davanti a scelte di questo tipo. Come accade nel mondo reale, davanti a amori omosessuali ci saranno reazioni contrastanti: qualcuno darà di matto, altri accetteranno la cosa senza fare una piega (spoiler: com’è normale che sia!)

La Shannon tratta l’argomento con una delicatezza estrema, mettendo davanti al lettore anche alcune scelte tremende che condizioneranno molte vite. Trovo che questa sia una scelta tattica e comunicativa eccezionale perché la domanda che spesso ci si pone è “Ha senso essere infelici per non scontentare gli altri”. Soprattutto quando si tratta di amore, la risposta è no, non ha alcun senso.

Il finale è una bomba! Tranquilli, non vi racconto nulla, però mi ha lasciato molto soddisfatta. Non è un fantasy alla Game of Thrones, quindi non partite con questa idea in mente, ma è più sullo stile young adult e devo dire che, oltre a far scattare la bipolarità in me (“Non mi piace! Mi piace! Uh, che pizza! Oh, ma è il libro più bello del mondo!” – Chiedete alle mie compari di Review Party… vi confermeranno che sono arrivata a un passo dalla follia!), mi è proprio piaciuto.

Curiosità: l’illustratrice de Il priorato dell’albero delle arance è Emily Faccini. Sua sorella è Cressida Cowell, autrice di Le eroiche disavventure di Topicco Terribilis Totanus III (How to Train Your Dragon), una serie di libri da cui sono stati tratti i vari Dragon Trainer. I draghi sono proprio una questione di famiglia!

il priorato dell'albero delle arance
©Giphy.com

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NdA: il libro mi è stato fornito da Mondadori perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia valutazione finale.

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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