Il club delle lettrici compulsive

Il paese dalle porte di mattone – Giulia Morgani

Il paese dalle porte di mattone Book Cover Il paese dalle porte di mattone
Giulia Morgani
Narrativa
HarperCollins Italia
2020
Digitale - Cartaceo
352

Giacomo Marotta è un giovane ferroviere. La guerra è finita da poco e lui ha appena ricevuto un nuovo incarico: sarà il capostazione di Centunoscale Scalo, un paese di un centinaio di abitanti, un luogo che Giacomo immagina come un'oasi di pace e serenità. È l'inizio di una nuova vita e di un futuro che si prospetta luminoso. Ma l'accoglienza che riceve non è quella che si aspetta: non è ancora sceso dal treno che lo porta a destinazione quando una donna gli dice, con uno sguardo ostile e ferino, che non è il benvenuto lì, che a Centunoscale se la possono cavare da soli. Questo è solo il primo di una serie di incontri inquietanti. Incontri che portano con sé mille domande e interrogativi, mettendo a dura prova l'entusiasmo del giovane capostazione. Chi sono davvero i suoi padroni di casa? E chi è il bambino, i capelli grigi come cenere, che vaga per le strade di Centunoscale? E perché quelle case diroccate, quei muri angoscianti di mattone? Cosa nascondono i paesani? Quale terribile segreto si cela dietro ai silenzi e alle stranezze di Centunoscale Scalo?

Oggi partecipiamo al review party di Il paese dalle porte di mattone, un libro di Giulia Morgani pubblicato da HarperCollins. Prima di cominciare vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più precisa del libro.

Il paese dalle porte di mattone

Il paese dalle porte di mattoni è il romanzo di esordio di Giulia Morgani, giovane scrittrice e attrice.
Il romanzo racconta la storia di Giacomo Marotta, giovane ferroviere che, nell’immediato dopoguerra, viene mandato come capo stazione a Centounoscale Scalo, un paesino minuscolo immaginario probabilmente situato nel centro sud Italia, quasi completamente in macerie. La caratteristica di questo paese sono le porte murate. Anche la stazione è murata, e per potervi accedere Giacomo è costretto a picconare la porta. Il ragazzo, che è solare, gentile, allegro, si illude di trovare una realtà piacevole e tranquilla.

Si era figurato un ridente villaggio bucolico, ma la nebbia stava ricoprendo tutto con un denso fumo grigio, impedendogli la vista.

Ma così non è. E questo si intuisce sin dall’incipit, in cui Giacomo cerca di attaccar bottone con la sua compagna di viaggio che per tutta risposta gli dice di continuo:

Non aspettiamo nessuno, non abbiamo bisogno di nessuno. Scendete alla stazione dopo e tornate indietro, prima che sia troppo tardi.

Giacomo non si fa spaventare da queste parole, ma scende alla stazione del paesino e si reca all’edificio che sarà la sua dimora per il periodo che soggiornerà a Centounoscale Scalo.

Ha preso, infatti, una stanza in affitto in un casale poco lontano dal paese, abitata da due strani personaggi, due fratelli, Pantaleno e Basilio, che lo accolgono nella loro casa, coperta di mistero, come tutto il paese.

Una casa a due piani alquanto malridotta. Le finestre accecate da spesse assi di legno suscitarono in Giacomo una moltitudine di curiosi interrogativi.

I paesani sono molto ostili nei confronti di Giacomo, non lo accettano a cominciare dal sindaco, o meglio dalla donna che funge da guida del paese.

Tutto è apparentemente lugubre e cupo, nel paese, sembra quasi un paese fantasma, fatto di macerie e coperto perennemente dalla nebbia.

L’unico che non ha paura di Giacomo e che anzi lo accoglie diventandone amico è Roberto, un ragazzino, forse l’unico ragazzino rimasto in paese.

Giacomo, nel ripulire la stazione, trova una foto che scatenerà tutta la sua curiosità, che lo porterà a fare domande e a conoscere tutti i suoi compaesani.

Si tratta di un romanzo molto bello, dolcissimo, quasi poetico, ma anche molto triste. L’autrice racconta la storia di questo paese attraverso gli occhi di Giacomo, che pian piano scopre tutti i segreti celati dalle porte murate, e non solo, e pian piano comincerà a conoscere gli abitanti, ad apprezzarli e a farsi apprezzare.

Ma la storia del paese è narrata non solo attraverso il punto di vista di Giacomo, ma anche attraverso la descrizione dei singoli personaggi, a cui l’autrice dedica un capitolo ciascuno, degli intermezzi nel corso della narrazione. Ognuno di loro parla in prima persona e racconta vicende del passato, sofferenze e perdite subite, e man mano il lettore riesce, insieme a Giacomo, a ricostruire tutto il passato del paese e dei suoi abitanti e di come e perché siano diventati così chiusi e restii ad accettare gli estranei e la modernità, che la stazione e il passaggio del treno inevitabilmente porteranno.

Cosi conosciamo Marcello, Mimì, Maria, Uaciccì, Basilio, Ermete, e tutti gli altri. I capitoli a loro dedicati sono scritti in corsivo e con uno stile narrativo completamente diverso dal corpo del romanzo, e questo crea ancora più empatia nel lettore, perché si avvicina all’intimità del personaggio e quasi si immedesima nel suo dolore e nella sua tristezza. Tutti si sentono ormai finiti, inutili, e nessuno ha uno scopo da portare avanti. Il paese stesso sembra quasi sospeso nel tempo e nello spazio, rinchiuso in una bolla di ineluttabilità a cui gli abitanti stessi non vogliono sottrarsi.

La cura per quel paese era sconfiggere il senso d’inutilità che ognuno si portava dentro.

E l’arrivo di Giacomo darà una scossa a questo paese così depresso, senza gioia e senza colori, in cui l’unico ragazzino ancora presente viene protetto come fosse cosa rara (e lo è).

È il dolore a pervadere l’intero romanzo, e lo impregna, a tal punto che il lettore, immedesimandosi nei personaggi, sente il proprio cuore spezzarsi e le lacrime inumidiscono i suoi occhi, nel leggere di Malvina, e di tutti i bimbi che hanno popolato questo paese.

Per un figlio una mamma non è un numero, di mamma ne ha una sola.

Il paese dalle porte di mattone è dunque un romanzo struggente, appassionato, che si fa leggere tutto insieme, e che ti fa soffrire, tanto, ma che alla fine dà speranza alla vita, alla rinascita.

Leggetelo, leggetelo tutto insieme, con a portata un fazzoletto e una tazza fumante di tè. Leggetelo ma cercate di cogliere la speranza sotto i mucchi di macerie, cercate di cogliere il sorriso di un bambino che si ribella al suo destino.

Avete letto Il paese dalle porte di mattone? Vi aspetto per commentarlo insieme!

Resta connesso. Segui la nostra pagina Facebook e iscriviti alla newsletter, in modo da non perderti nemmeno una novità.

NdA: il libro mi è stato fornito dalla casa editrice perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

Una risposta a “Il paese dalle porte di mattone – Giulia Morgani”

  1. Rivedo il paesino dove vivo tutt’ora, nessuno ha bisogno di altri da sè, meno che mai “altri”. Ho la sensazione che sia un malessere della nostra società di singoli. Senza speranza, neanche il covid ci ha riunito in comunità. Parlo per un anziano, la Giulia no, la Giulia il mondo lo deve cambiare.

     

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.