Il club delle lettrici compulsive

Il dio sordo – Antonio Scotto di Carlo

Il dio sordo Book Cover Il dio sordo
Antonio Scotto di Carlo
Narrativa
Selfpublishing
Digitale - Cartaceo
782

La Musica è il destriero cavalcato dall'Anima per viaggiare nel Tempo. L'anima di un giovane del XXI secolo viene risucchiata indietro nel Tempo dall'irresistibile potere della Musica, finendo nel corpo di un coetaneo della Vienna del 1808. Qui il protagonista assiste al leggendario concerto in cui Beethoven presenta la sua Quinta, entrando poi nelle sue grazie fino a diventare il suo servitore. Attraverso di lui, sullo sfondo storico fine-epoca-napoleonica/Restaurazione, viviamo le vicende di Beethoven: l'amore segreto, una donna che ha rapito il suo cuore ma che è ella stessa prigioniera di convenzioni e legami familiari; la passione per la Musica, dall’ispirazione che egli trova nella sua cara Natura, allo scrittoio dove forgia melodie e orchestrazioni, ai teatri dove a volte viene acclamato e altre deve fronteggiare la perplessità di un pubblico disorientato da una musica troppo precorritrice; l'inesorabile decorso della malattia, con improvvise speranze di guarigione e puntuali delusioni, fino alla struggente rassegnazione; i travagliati rapporti con la famiglia, tra gli attriti coi fratelli, l’odio “immotivato” per la cognata e l’amore incondizionato per il nipote, passando attraverso faide private e legali; e infine le sue paure di uomo, l’impotenza di fronte al Destino, la voglia di combatterlo e la speranza di vincerlo.

Il dio sordo – Antonio Scotto di Carlo

La nostra compulsiva per un giorno di oggi ha recensito per noi e per voi Il dio sordo, di Antonio Scotto di Carlo. Vediamo insieme cosa ci racconta Mirella su questo libro!

Il libro racconta la vita di Ludwig van Beethoven dal 1808 presumibilmente fino al 1822.
A raccontarla è un nostro contemporaneo che, mentre in teatro assiste ad un concerto con le musiche di Beethoven, viene catapultato a Vienna dove vive il grande musicista tedesco del quale diventa servitore e amico.
Il racconto inquadra la vita del musicista nel momento storico in cui si svolge quindi ci sono riferimenti alle vittorie di Napoleone, alla sua ascesa e al suo declino e ovviamente si cita il Congresso di Vienna, che in quel momento domina la scena politica europea.

Nella narrazione, l’autore ci presenta sì le opere imperiture del grande maestro, ma soprattutto mostra il suo difficile carattere, il suo stile di vita e l’Amore per Josephine von Brunswick, forse la famosa “Amata Immortale”, destinataria delle lettere autografe scritte dal musicista ad una sconosciuta amante.
Lo stile di Scotto di Carlo è molto vario, talora artificioso e prolisso, l’eccessivo uso di termini desueti, ma non giustificati dal periodo storico nel quale è ambientato il libro, rende a tratti la lettura un po’ irritante specialmente a una come me, che deve capire le parole nonostante siano chiare nel contesto, come ad esempio palinodia per dire smentita, ecc…

Ovviamente, un libro così arricchisce molto ma fermarsi per andar a cercare significati spezza il ritmo della lettura che non voglio certo scoraggiare. Il libro è assolutamente da leggere perché è molto bello e la storia coinvolge il lettore, l’uso della lingua italiana è perfetto, non si trova (o almeno non ho trovato ) né un refuso né un’incongruenza, nonostante i voli temporali, a tratti fa sorridere (specialmente quando il protagonista spaccia per sue frasi estrapolate dalle canzoni di Baglioni da inserire nelle lettere d’amore), a tratti fa piangere, a tratti fa riflettere, è infarcito da belle citazioni… insomma c’è la vita.

La cosa che lo rende ulteriormente pregevole è che l’autore, pur raccontando il rapporto strettissimo tra Beethoven e il nostro coevo riesce a non crear mai situazioni nel passato che possano “modificare il presente”.
Perché leggerlo? Perché è un libro ben confezionato, perché mette in luce particolari della vita del grande tedesco che pochi conoscono (ho controllato: non c’è nulla d’inventato), perché è capace di coinvolgerti al punto da portarti a Vienna, nella stanza dove Stieler dipinge il famoso ritratto di Beethoven con la cravatta rossa ma soprattutto perché Beethoven è VERAMENTE un dio.

Il celebre quadro di Stieler al quale si riferisce Mirella nella sua recensione.
Il celebre quadro di Stieler al quale si riferisce Mirella nella sua recensione.

Due parole dalla nostra compulsiva per un giornoCiao, sono Mirella vivo a Palermo città che adoro e che v’invito a visitare.
Ho delle folli passioni oltre la lettura: mio figlio, il mio compagno, Eric Clapton, gli aztechi, i dolci con la ricotta, Sean Connery e mi fermo qui perché l’elenco sarebbe lunghissimo.

Ho 55 anni, leggo da cinquanta e non ricordo un giorno della mia vita senza un libro. Mi son stati di conforto nei momenti bui, m’hanno fatto compagnia nei momenti di solitudine e sono stati con me anche nei momenti belli. Non sono una lettrice onnivora, non leggo  fantasy e poco apprezzo la fantascienza. 
I miei scrittori preferiti? Amado, Murakami, Roth, Saramago.

Ringraziamo moltissimo Mirella per questa recensione bellissima. Avete letto Il dio sordo? Cosa ne pensate? Vi aspettiamo per commentarlo insieme.

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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