Il club delle lettrici compulsive

Il Capofamiglia – Ivy Compton Burnett

Il capofamiglia Book Cover Il capofamiglia
Ivy Compton Burnett
Narrativa
Fazi Editore
14 maggio 2020
Digitale - Cartaceo

Il patriarcato trova la sua più fedele espressione nella figura di Duncan Edgeworth: padre tirannico, anaffettivo e lunatico, è il capofamiglia per antonomasia. Attorno a lui si muovono, atterriti o solleticati dal desiderio di sfida, i membri della sua famiglia: la moglie Ellen, naturalmente dimessa e timorosa, le due figlie ventenni Nance e Sybil, tanto egocentrica e sarcastica l’una quanto affettuosa e remissiva l’altra, e infine il nipote Grant, giovane donnaiolo dotato di grande spirito, costantemente in competizione con lo zio, di cui è il perfetto contraltare. Nella sala da pranzo degli Edgeworth va in scena quotidianamente una battaglia su più fronti: sotto il velo di una conversazione educata, si intuiscono tensioni sotterranee e si consumano battibecchi, giochi di potere, veri e propri duelli a suon di battute glaciali: «non stiamo semplicemente facendo colazione». Fino a quando la famiglia viene colpita da un lutto improvviso, che mescola le carte in tavola innescando una reazione a catena; strato dopo strato, ognuno dei personaggi svelerà la sua vera natura, in un crescendo di trasgressioni che comincia con l’adulterio e culmina con l’efferatezza.
Acume, sagacia, drammi familiari e dialoghi al vetriolo: il meglio di Ivy Compton-Burnett concentrato in un romanzo finora inedito in Italia, che lei stessa considerava il suo preferito. Un tassello importante nella produzione di un’autrice fondamentale del Novecento inglese, amata dai più grandi scrittori: nei suoi diari, Virginia Woolf definiva la propria scrittura «di gran lunga inferiore alla verità amara e alla grande originalità di Miss Compton-Burnett».

Oggi partecipiamo al review party di Il capofamiglia, un romanzo di Ivy Compton Burnett scritto nel 1935 (A House and its Head, è il titolo originale) e pubblicato per la prima volta in Italia a cura di Fazi Editore.

L’autrice stessa lo considerava il suo preferito e, ai suoi tempi, fu una vera palla di cannone letteraria.

il capofamiglia

Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento, in modo che possiate recuperare le recensioni del blogger bravissimi che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

Il capofamiglia

Duncan Edgeworth è un uomo serio, un padre inflessibile, uno zio intransigente, marito autoritario ed espressione granitica del patriarcato.

Il signor Edgeworth guida la sua famiglia con grande rigidità, antiquata formalità (persino per i tempi, siamo nei primi anni del ventesimo secolo) e distanza emotiva.

Le sue idee e le sue decisioni non si discutono, che si tratti di un libro sull’evoluzione o della malattia della moglie, lui sa sempre cosa è meglio per gli altri.

L’improvvisa dipartita della moglie sembra metterlo momentaneamente in difficoltà, ma una volta deciso di essersi comportato sempre da marito esemplare (convinto eh), decide di andare avanti e di fidanzarsi con una donna poco più grande delle proprie figlie.

Sarà questa decisione a provocare una catena di eventi catastrofici che culminerà addirittura nell’omicidio.

Le prime pagine di questo romanzo, in un primo momento, mi hanno ingannato. Quello che mi aspettavo di trovare era un romanzo familiare un po’ in stile Jane Austen, con un po’ di umorismo alla Oscar Wilde, ma non certo così noir!

La critica al patriarcato è sottile ma evidente, ma la cosa che più mi ha colpito, di questo romanzo, e che mette tutto il messaggio in secondo piano, è stata la mole di dialogo infinita che lo costituisce.

Non fraintendetemi, spesso si tratta di scambi che lasciano un sorriso amaro sulle labbra per la loro argutezza, i personaggi sono tutti molto formali, molto corretti, pungenti, ma spesso il dialogo è così intenso che personalmente ho fatto fatica a seguirlo e spesso confondevo i parlanti e le situazioni.

La narrazione è molto oggettiva, è difficile empatizzare con i personaggi, ma la struttura del romanzo è costruita in maniera assolutamente magistrale, con lucidità e precisione, come è tipico dello stile dell’autrice.

Ho letto Il capofamiglia con piacere, anche se non posso dire di averlo apprezzato appieno, non sono riuscita a entrare nella storia ed è un peccato, perché avevo alte aspettative.

Cosa dite di leggere Il capofamiglia e commentarlo insieme a me? Vi aspetto!

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