I leoni di Sicilia
La saga dei Florio #1
Narrativa
Nord
2019
Digitale - Cartaceo
436
Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione… E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri – il marsala – viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno – sott’olio e in lattina – ne rilancia il consumo in tutta Europa… In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l’espansione dei Florio, ma l’orgoglio si stempera nell’invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell’ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e – sebbene non lo possano ammettere – hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto – compreso l’amore – per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.
Intrecciando il percorso dell’ascesa commerciale e sociale dei Florio con le loro tumultuose vicende private, sullo sfondo degli anni più inquieti della Storia italiana – dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi in Sicilia – Stefania Auci dipana una saga familiare d’incredibile forza, così viva e pulsante da sembrare contemporanea.
I Leoni di Sicilia è un libro di Stefania Auci pubblicato da Nord.
Non volevo leggere questo libro. Qualcosa mi diceva che non mi sarebbe piaciuto o, peggio, che avrei pensato, dopo aver letto la parola fine, di aver buttato tempo ma, visto l’entusiasmo e il successo di vendite e dato che vox populi vox dei… mi sono convinta a leggerlo.
A una come me, come tanti palermitani, che è cresciuta pane e Florio, che ha letto tutto ciò che è riuscita a trovare su questa famiglia di grandi imprenditori che hanno segnato un’epoca e che hanno fatto di Palermo (per mero interesse personale, non facciamone degli eroi) la meta di re e regine, leggere una specie di racconto buono solo per essere trasformato in una telenovela dà una fastidiosa sensazione di perdita di tempo.
Il libro non è sgradevole e scorre bene, l’autrice stessa, candidamente, alla fine confessa che dove non ha trovato conferme storiche ha inventato, e allora mi chiedo: perché? Sui Florio imprenditori si sa tutto, non c’è bisogno di inventare nulla, è la vita privata della famiglia che fino al matrimonio di Ignazio Jr. con Donna Franca Florio è nebulosa, ed è sui matrimoni e gli amori dei componenti della famiglia prima di Ignazio e Franca che la Auci si sbizzarrisce, pagine e pagine in cui l’autrice ha messo quel che ha ritenuto opportuno senza per altro specificare cosa.
Esistono libri storici sulla storia dei Florio che possono soddisfare la curiosità di qualunque lettore, che senso ha scrivere una cosa monca (quale saga? Non è la saga dei Florio, manca un pezzo importantissimo di storia familiare)? Per rendere fruibile la storia a tutti i lettori mi dicono… ‘nzomma ‘na cosa popolare per il lettore soft… beh, io capisco che non tutti amano leggere Plutarco, ma tra “Le vite parallele” e “I leoni di Sicilia” c’è tanto altro degno di esser letto.
Riscriviamo questo libro mettendo protagonisti inventati ed ecco confezionato un carinissimo libro con ambientazione storica… I Florio meritano di più di un “Vuoi bere qualcosa, Pedro? Su, bevi qualcosa!”
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