Il club delle lettrici compulsive

I gemelli di Piolenc – Sandrine Destombes

I gemelli di Piolenc Book Cover I gemelli di Piolenc
Sandrine Destombes
Thriller
Rizzoli
2019
Digitale - Cartaceo
319

In questo romanzo, Sandrine Destombes ci spinge nel fitto di una vicenda dalle atmosfere ambigue, accendendo dubbi su tante figure e avvicinandoci, mai troppo, alla verità. Saremo costretti a rimettere in discussione le nostre poche certezze prima trovarci di fronte al colpo di scena finale.

«Colpo di scena su colpo di scena. Lascia senza fiato» – Michel Bussi

«Tutti abbiamo a che fare con i fantasmi, capitano Fabregas. Ma bisogna capire sotto quale forma si rivolgono a noi»

Giugno 2018. Piolenc, Francia del Sud. Nadia Vernois, undici anni, saluta le amiche all'uscita di scuola e un attimo dopo svanisce nel nulla. I sospetti delle autorità si concentrano subito su Victor Lessage, "il maledetto di Piolenc", come è stato soprannominato da qualcuno. Vedovo, Victor è un uomo che si nutre di collera da troppo tempo, un uomo che non trova pace da trent'anni. È da giorni sotto torchio nella sala interrogatori della Gendarmeria di Orange, quando Nadia torna a casa. Ma la ricomparsa della bimba non basta a scagionarlo: particolari inquietanti non lo consentono, come il messaggio che Nadia dice di dover riferire a Victor, «Ditegli che Solène lo perdona». Ecco, Solène lo perdona. Sua figlia. Trovata morta un giorno d'estate del 1989, dopo essere scomparsa insieme al fratello gemello, Raphaël, di cui invece non si sono più avute notizie. Un messaggio impossibile da recapitare, ma che per il commissario Julien Fabregas rappresenta l'unica traccia da seguire per risolvere le altre due sparizioni che si verificano nei giorni successivi. E che porta indietro a trent'anni prima, a quell'estate maledetta del 1989. Da quel momento, Fabregas sprofonda in un rovo di piste già battute dal suo alter ego dell'epoca, Jean Wimez, e di altre nuove, inesplorate, che allungano la lista dei sospettati. Neanche il più piccolo frammento disseminato sul sentiero degli anni potrà essere trascurato. Ne «I Gemelli di Piolenc», Destombes distilla particelle di informazioni e passa al setaccio poche risposte: ci spinge così nel fitto di una vicenda dalle atmosfere ambigue, accendendo dubbi su tante figure e avvicinandoci, mai troppo, alla verità. Saremo costretti a rimettere in discussione le nostre poche certezze prima di trovarci di fronte, colpo di scena, a un epilogo del tutto degno di questo nome.

Oggi, Amanda, una nuova arrivata nel Club, ci parla de I gemelli di Piolenc, un libro scritto da Sandrine Destombes e pubblicato da Rizzoli.

I gemelli di Piolenc si apre con una serie di estratti da testate giornalistiche e notiziari che ci raccontano brevemente i fatti avvenuti nel 1989, senza però rivelarci troppo su quelle che sono state le indagini e le emozioni provate dalle persone coinvolte nella macabra vicenda.

La storia vera e propria inizia nel 2018, con la scomparsa di Nadia, una ragazzina di undici anni. La cittadina di Piolenc è in subbuglio. Anche a distanza di quasi quarant’anni, nessuno ha dimenticato i gemelli Lessage e la paura che la storia si ripeta è troppo forte. Fabregas è incaricato dell’indagine e fin da subito inserisce nella lista dei sospetti Victor Lessage, il padre dei gemelli. Ma ogni possibile pista sembra finire in un vicolo cieco, a questo punto a Fabregas non resta altro da fare se non accettare l’aiuto del suo ex-capo Wimez, che si era occupato della scomparsa di Solène e Raphael nel 1989 e che è convinto che i casi siano in qualche modo correlati.

La rosa di personaggi è ampia e l’autrice fa un ritratto ad ognuno di essi, per alcuni sono solo semplici tratti che starà al lettore completare, mentre per altri ci ritroveremo immersi in ogni angolo buio delle loro esistenze. Victor Lessage è sicuramente quello che ha un’analisi psicologica maggiore, ci troveremo a dover conoscere un uomo ormai distrutto, che porta sulle spalle dolore, rimpianti e rancore. Un uomo che cerca ad ogni costo di trovare le risposte ad interrogativi che lo hanno assillato per tutta la vita. Interrogativi che hanno finito per distruggere anche la vita di Jean Wimez, che ha dedicato la fine della sua carriera prima, e il resto della sua vita da pensionato dopo, alla ricerca di Raphael e dell’assassino della sorellina Solène.

Fabregas è invece un uomo molto più ligio alle regole, che ama avere il pieno controllo sulle indagini e che non lascia spazio alle emozioni. Questo almeno al principio, perché proverà presto il dolore della frustrazione e rischierà di cadere nella stessa ossessione del suo capo. Ma avrà la fortuna di avere al suo fianco la Dottoressa Florant, una neuropsichiatra che non solo lo aiuterà ad analizzare i possibili retroscena psicologici del caso, ma lo metterà di fronte alla realtà, il lavoro deve restare lavoro, quando le emozioni hanno il sopravvento si finisce per commettere degli sbagli.

L’autrice ha uno stile narrativo fluido e di facile lettura, ma allo stesso tempo ricco di mistero. Ci porterà spesso a seguire delle intuizioni che finiranno nel nulla, disseminando però qua e là dei piccoli indizi, un po’ come le briciole di Pollicino, che ci aiuteranno a non perdere di vista la strada principale da seguire.

Destombes riesce a trattare dei temi molto complessi con estrema delicatezza, bilanciando opinioni e giudizi grazie ai pensieri dei vari personaggi. Sicuramente i temi affrontati affondano le loro radici nella sfera dei disturbi psichiatrici e proprio per questo devono essere analizzati con estrema cautela, perché anche se si tratta di fiction, non è mai semplice leggere di questi disturbi associati a dei bambini.

La cosa che mi ha toccato di più è l’analisi di come ogni vittima finisce per vivere le proprie tragedie, cercando di assimilarle, dimenticarle o evolverle in rapporto al proprio “io interiore”.  Affronta attraverso gli occhi di Victor Lessage anche i due incubi peggiori di ogni genitore, la scomparsa e la morte di un figlio. Tragedie che non possono essere superate, ferite impossibili da rimarginare perché per un genitore l’idea di sopravvivere al proprio figlio è semplicemente impensabile. Un dolore che non lascia tregua, che riempie la testa di interrogativi, rimorsi ma anche speranze. Perché dopo molti anni, perfino la morte arriva a sembrare la sorte migliore per un figlio di cui non si hanno più notizie.

I gemelli di Piolenc è un romanzo che mi ha tenuta incollata alle pagine e mi ha attirata in un mondo buio e tremendo da cui è difficile uscirne, perché resta la triste consapevolezza che alcuni fatti purtroppo non sono così impossibili da incontrare nella realtà.

Avete letto I gemelli di Piolenc? Vi aspetto per commentarlo insieme!

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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