Dust è il terzo volume della Trilogia del Silo scritta da Hugh Howey. La serie è così composta:
Attenzione: questo è il terzo e ultimo capitolo di una trilogia. Inevitabilmente ci saranno spoiler sui libri precedenti. Se non siete in pari con la lettura, vi sconsiglio di proseguire oltre.
Con Dust arriviamo al capolinea della Trilogia del Silo. Nonostante fosse per me una rilettura e mi ricordassi a grandi linee la storia, la trama mi ha catturata dall’inizio alla fine tanto da finirlo in poco più di un pomeriggio.
La storia riprende da dove l’avevamo lasciata alla fine di
Wool.
Mentre i precedenti volumi erano ricchi di particolari, qui appare tutto piuttosto frettoloso, con tante digressioni su alcuni personaggi secondari che lasciano comunque un messaggio.
Un esempio su tutti sono le avventure di Elise, totalmente incapace di non perdersi a quanto pare, e con una spiccata predisposizione per i guai. Tuttavia, nonostante inizialmente possano sembrare parti inutili ed evitabili, hanno la loro importanza perché Elise è l’umanità. È tutto ciò che nel silo non c’è più. È la speranza per un futuro migliore.
Inoltre, gli spezzoni che la riguardano sono un mezzo per far capire al lettore l’evoluzione della società del Silo e soprattutto di Solo.
Solo, come dicevo, è il personaggio che evolve maggiormente. Da uomo di una certa età bloccato nella testa di un ragazzino di quindici anni traumatizzato dagli eventi, si ritrova finalmente ad essere un adulto fatto e finito e ad agire come tale, assumendosi la responsabilità della sicurezza dei bambini del silo 17. Niente spoiler, ma c’è un punto particolare in cui mi è venuto spontaneo applaudire a piene mani. Se avete già letto il libro, sapete a cosa mi sto riferendo. Avete avuto anche voi la stessa reazione?
La narrazione qui è molto veloce. Tra un capitolo e l’altro si passa dal silo 18 al silo 1, dove Donald è stato svegliato un’altra volta dal suo sonno criogenico. Non so se fosse un intento voluto, ma secondo me, in Dust, Donald è stato un po’ snaturato rispetto a quanto era emerso della sua personalità nel libro precedente. Per riparare ad un errore, ne commette altri imperdonabili, quindi non riesco ad esprimermi su questo personaggio, sopratutto perché non voglio anticipare nulla della trama.
Ritroviamo Juliette, reduce dalle ferite che la camera di decompressione andata a fuoco ha lasciato su di lei. Ha accettato la nomina di sindaco, ma Juliette è una testa dura, non riesce ad abbandonare i progetti che ha in mente e ha intenzione di svelare l’orrenda verità sui silo. Porta avanti i suoi piani a testa bassa, quasi senza curarsi delle conseguenze potenzialmente fatali. Juliette però ha ragione: nessuno di loro ha il vero controllo di ciò che accade nel limitato mondo del silo ed è pronta a sacrificarsi per dare agli altri la possibilità di vivere una vita in piena libertà. Ho ammirato la sua determinazione che emerge in tutte le sue sfaccettature.
Se è possibile, questa trilogia mi è piaciuta più ora rispetto alla prima volta in cui l’ho letta e potrei stare qui ore a parlarvene. Di fatto, tutto il mio discorso si può riassumere così: se amate i distopici, non potete proprio farvi sfuggire l’occasione di leggere la Trilogia del Silo!
Curiosità: la 20th Century Fox ha acquistato i diritti cinematografici per produrre i film della Trilogia del Silo nel 2015, tuttavia, ad oggi non ci sono novità sulla produzione anche se è stato pubblicato un articolo su
Variety in cui si parla del pilot. Aspetto con ansia di vedere Juliette, Lukas, Walker, Charlotte e Donald sul grande schermo!
Avete letto Dust? Vi aspetto per commentarlo!
Resta connesso. Segui la nostra pagina Facebook.