Il club delle lettrici compulsive

Cuore di lupo – Becky Sharp

Cuore di lupo Book Cover Cuore di lupo
Becky Sharp
Thriller
Mondadori
2021
Digitale - Cartaceo
368
Fornito dalla Casa Editrice

È una pace di cristallo quella che avvolge Torvez, il paesino arroccato sulla montagna a picco sopra il lago. Una pace da brividi, pensa Ophélie. Ha seguito Pierre, rassegnata a trascorrere un anno nel luogo in cui è cresciuto prima di diventare uno stimato accademico e trasferirsi a Parigi. Ma a Torvez le maschere cadono in fretta: come per riflesso, quel reticolo di vicoli segreti inizia a generare tensione anche nel loro collaudato matrimonio. E poi accade l'impensabile: una notte Gerda, la ragazza della malga, si presenta nel giardino di Ophélie del tutto fuori di senno e con le mani imbrattate di sangue. Poco dopo la polizia trova sua madre barbaramente uccisa, secondo un rituale che rievoca la leggenda dell'Uomo Selvatico, il mostro spaventoso e mitologico che abita la tradizione di quei luoghi. D'istinto, Ophélie decide di farsi paladina dell'innocenza della ragazza. Insieme a un improvvisato detective è determinata a scoprire la verità, suscitando la reticenza, i sospetti e la contrarietà di Pierre e della sua strana cerchia di amici. Via via che si addentra nel mistero, l'ombra del mostro sembra attrarla a sé: è lei che lo cerca o lui la sta trovando? E perché, sotto sotto, sente di comprenderlo? Un passato silenzioso ha voglia di urlare la sua verità allontanandola sempre più da chi dovrebbe proteggerla.

Oggi partecipiamo al review party di Cuore di lupo, un libro di Becky Sharp pubblicato in Italia da Mondadori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

cuore di lupo

Come ormai ben sapete io mi lascio attrarre tantissimo da titoli e copertine, e spesso, anzi direi quasi sempre, il mio istinto ha ragione. Così è stato anche questa volta.

Di Cuore di lupo mi ha colpito moltissimo il titolo, non ho nemmeno letto la trama, sono andata a scatola chiusa. Non avevo mai sentito parlare dell’autrice (ora ecco un’altra autrice che si andrà ad aggiungere alle mie preferite) ma, non so, qualcosa mi ha spinto a leggere questo romanzo con un titolo un po’ fuorviante.

Intendiamoci, sapevo benissimo che si trattava di un giallo, ma dal titolo si poteva pensare anche ad altro.

Il romanzo che mi sono trovata davanti è uno di quelli che ti lasciano senza fiato! Ho rosicchiato tutte le pellicine e le unghie delle mie mani, tanto la lettura mi ha coinvolta e appassionata!

Pierre e Ophelie sono una coppia sposata che vive a Parigi. Lui è uno stimato professore universitario e lei la sua ex dottoranda. Lei è molto particolare, lui la definisce bamboleggiante, ma a lei piace fare bolle di sapone (per sopperire alla voglia di sigaretta, dopo che ha smesso di fumare) e le calze a righe bianche e nere. Lui, invece è un uomo molto compassato e serio con un cranio molto rilevante (come molto spesso Ophelie ci fa notare).

Pierre è originario di Torvez, un paesino italiano al confine tra Italia e Francia, dove viene chiamato Piero, il suo vero nome. I due si trasferiscono per un certo periodo a Torvez, e qui Ophelie conosce gli ambienti in cui il marito ha vissuto da bambino e ragazzino e gli amici di una vita di Pierre. Conosce quindi Carla e Maurizio, Ruben e Giliola, Herbert e Corrado e Davide. Tutto l’ambiente richiama all’infanzia di Pierre e dei suoi amici, e tutto è circondato da un velo di mistero, rappresentato dalla figura leggendaria dell’Uomo Selvatico.

 In questo ambiente montano, apparentemente pacifico e sornione, viene commesso un delitto. E da questo delitto si dipana tutta la storia.

Protagonista assoluta è Ophelie, con il suo modo di fare apparentemente superficiale, ma in realtà arguto e attento. Con l’aiuto di Claudio e accompagnata da Numa, il cane (o meglio cagna, nonostante il nome) di Gerda la figlia della donna assassinata, Ophelie “indaga” su ciò che le rimane oscuro, sui misteri che aleggiano sul marito e sugli amici e di cui lei si è resa pienamente conto dal primo momento in cui ha messo piede a Torvez.

Mi sono letteralmente innamorata di Ophelie, così dolce, svagata, ma anche così attenta e sensibile, così come sono rimasta incantata da Numa, questo cagnolone che sa distinguere chi è buono da chi non lo è.
Ho detestato Pierre, e il suo modo di definire bamboleggiante la moglie, il suo voler essere a tutti i costi irreprensibile, quello tutto di un pezzo, quello che non si scompone mai, così come ho detestato Carla e il fratello, mentre Davide ha suscitato in me tanta tenerezza. Divertente è invece Corrado, con la sua verve e il suo fare da mattatore.

Ecco come l’autrice ce li presenta proprio all’inizio del romanzo:

È essenziale la presenza di tre personaggi: la Memoria Storica, il capro espiatorio e lo Scomparso. La Memoria Storica è il mattatore: ricapitola gli eventi, dipinge gli episodi e getta spunti ai compagni di brigata. Il capro espiatorio è una specie di spalla della Memoria Storica: accetta l’onere di far ricadere su di se l’aspetto comico o grottesco della maggior parte dei ricordi. Lo scomparso è il fantasma, quello che regala alla serata un tocco di mistero: qualcuno di cui non si sa più nulla, ma su cui tutti raccolgono indizi.

Ecco, Corrado: “l’uomo rotondetto con una faccia da bambino, che si alzava continuamente dalla sedia, era il signor Memoria Storica.”

Davide, il capro espiatorio: “bello (di una bellezza dimessa), dava l’idea di essere molto riservato e si schermiva ogni qualvolta Memoria Storica lo coinvolgeva e lo esponeva.”

Lo scomparso, invece, è proprio Pierre: “Piero che si era montato la testa. Piero che non tornava mai al paese. Piero che aveva snobbato gli amici tanto a lungo

Avete visto come sono stati caratterizzati i personaggi? A ognuno di loro è stato attribuito un ruolo specifico, e questa cosa mi ha davvero affascinata, come la cura nei dettagli che l’autrice ha, sia nel descrivere i vari personaggi, le cui figure si intensificano sempre di più man mano che si va avanti nel racconto, sia dell’ambiente, che Ophelie esplora e noi con lei.

Il romanzo procede veloce, avvincente, fino al colpo di scena finale, alla conclusione del racconto che mette in evidenza come l’essere umano sia crudele e privo di scrupoli.

Come già ci ho detto, l’ho letto tutto d’un fiato, mi sono appassionata con la leggenda dell’Uomo Selvatico, mi ha fatto rabbrividire ma mi ha impedito di staccarmi dalle sue pagine.

Ho visto che l’autrice ha scritto una serie con protagonista Penelope Poirot, e che ora devo assolutamente leggere!

Avete letto Cuore di lupo? Vi aspetto per parlarne!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

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