[Mi rimetto in forma] – Un anno di dieta e riflessioni varie sul peso e altre cose

Questo articolo, non sarà breve per cui mettetevi belli comodi, prendete un gelato, un thè fresco o quello che vi pare. Per me non sarà neanche semplice buttarlo giù. Da quando ho iniziato il mio percorso, ho sempre desiderato scrivere gli aggiornamenti dopo un anno di dieta, però ora che mi ritrovo a farlo non è così semplice come credevo. E’ un po’ come rivivere una serie di emozioni che avevo un po’ accantonato. Tra l’altro questa mattina mi sono balenate in mente riflessioni varie sul peso e altre cose a cui non avevo dato peso prima. E’ come se, finalmente, queste si fossero sedimentate e io potessi percepirle a 360°, ma ci arriviamo poco alla volta.

un anno di dieta

Se siete soliti bazzicare da queste parti, è probabile che abbiate già letto il primo aggiornamento che feci dopo la dieta. O, se mi seguite su Instagram, probabilmente avrete seguito le storie che facevo periodicamente per aggiornare i vari piani alimentari e i miglioramenti o gli stalli che si verificavano, per dare inspirazione con qualche piatto e così via. Nel caso in cui vi siate persi tutto, vi aggiorno brevemente per poi passare direttamente al resto.

Un anno di dieta: situazione di partenza e situazione attuale

La scorsa estate, Giugno per la precisione, sono arrivata a pesare 85Kg (sono bassa 1,54m, per cui decisamente troppo per la mia salute). Sempre in quel periodo, ho ripreso a camminare per circa 5,3Km 4-5 volte a settimana, per cercare di smuovere le cose e buttare giù un po’ di peso. Nonostante ciò, a fine Luglio avevo perso solo un chilo. Ho iniziato a credere di avere qualche problema ormonale che mi impedisse di perdere peso, perché non riuscivo davvero a comprendere come mai non riuscissi ad andare oltre nonostante la fatica che facevo.

Per la disperazione e un attimo di coraggio, ho deciso di chiamare la nutrizionista che tuttora mi segue, per fissare un appuntamento. Volevo vederci chiaro. Avevo bisogno di capire (tramite analisi varie) se avessi qualche problema e di qualcuno che mi dicesse cosa sbagliavo e cosa dovevo fare. Al contrario di quel che credevo, stavo più che bene. Semplicemente mangiavo in maniera sbagliata e abusavo di alcuni alimenti.

A fine Agosto scorso, ho iniziato il mio percorso di perdita di peso seguendo vari tipi di piani alimentari e, ad oggi dopo un anno, ho perso circa 20Kg, perso un bel po’ di centimetri in tutte le parti del corpo e perso una taglia e mezzo sia sopra che sotto. Ovviamente, oltre alla diminuzione della massa e delle circonferenze, ci sono stati altri miglioramenti. Non ho il fiatone quando faccio le scale, ho una maggiore resistenza e non provo più le fitte di dolore che mi venivano a volte alle articolazioni anche solo camminando a passo sostenuto.

specchio
La mia reazione dopo aver realizzato quanti chili ho perso in un anno. In realtà, già dopo il primo mese di dieta…

Un anno di dieta: quali piani alimentari ho seguito?

L’inizio stranamente è stato facilissimo per me, seguendo un piano basato sulla dieta mediterranea. Mangiavo tutto nelle giuste dosi, avevo il pasto libero una volta a settimana e perdevo peso e centimetri con una certa rapidità. Non avevo problemi di alcun genere con la fame visto che i pasti riuscivano a saziarmi a dovere sia dal punto di vista dei nutrienti, che dal punto di vista delle quantità e del gusto. Avevo anche una certa libertà nella sperimentazione potendo creare piatti unici che comprendessero i macronutrienti principali o mangiare gli alimenti separati.

un anno di dieta

Successivamente, mi è stato somministrato un piano alimentare di tipo ciclico, in cui non mangiavo i carboidrati (pasta, patate, pane, cereali) a giorni alterni. Questo per far sì che il metabolismo si sbloccasse e potessi accelerare un po’ la perdita di peso dopo i primi tre mesi. Con questo piano in particolare, ho avuto qualche problema. Quando ero stressata, avevo proprio voglia di mangiare carboidrati, li desideravo. E poi il poco tempo a disposizione per cucinare e l’assenza dei carboidrati, hanno fatto sì che sperimentassi poco con il cibo e finissi per mangiare sempre le stesse pietanze, cosa che alla lunga annoia ed è male.

Ho poi provato per 15 giorni un piano parachetogenico, in cui l’unica fonte di carboidrati che potevo mangiare erano i 30g di pane di segale e la frutta fresca a colazione. In questo caso nessun pasto libero e assolutamente zero sgarri. Il resto erano solo proteine, lipidi e verdure. Ho scoperto la colazione salata e la colazione a base di ricotta e creme 100% spalmabili di frutta secca (che sono ben lontane da Nutella e simili) e le ho amate. Con questo piano, ho fatto un po’ di fatica i primi due giorni, ma poi mi sono abituata senza problemi di alcun genere, ottenendo risultati importanti dopo un periodo di stallo.

Non è stato tutto rose e fiori ovviamente. Ci sono stati periodi di forte stress in cui praticamente non sono riuscita a seguire il piano ciclico, che peraltro è quello che dovrei seguire anche ora e con cui continuo ad avere difficoltà. A quanto pare io i carboidrati li amo più di quello che credevo, ma va beh…In generale, per me è stato importantissimo far sì che i pasti fossero gustosi ed invitanti comunque. Per questo motivo ho sperimentato un sacco e utilizzato le spezie, come suggerivano anche le ragazze di Skincare&Psicofarmaci.

Carboidrati

In tutto questo la mia nutrizionista si è rivelata comprensiva, credo anche perché sono stata sempre onesta e le ho sempre detto tutto quello che combinavo. Ha trovato alternative, mi ha fornito lei stessa ricette invitanti, se ho bisogno di lei posso contattarla senza farmi problemi, mi sprona quando sono in un momento di stallo, ricordandomi quello che ho già superato e facendomi i complimenti quando vado alla grande.

Devo essere sincera, credo che trovare un buon nutrizionista, per chi deve perdere tanti chili, sia fondamentale. Per bravo non intendo solo che sia in grado di farti raggiungere un certo peso. Intendo qualcuno che sia empatico, che sia in grado di impartire una educazione alimentare, oltre che una semplice dieta, qualcuno che non proponga obiettivi irraggiungibili solo sulla base del BMI, ma che tenga conto di tanti parametri e che sia in grado di spronarti e bacchettarti nella maniera giusta quando è il momento di farlo.

nutrizionista
La mia nutrizionista che mi sprona dopo averle confessato che non riuscivo ad uscire dal periodo di stallo.

Riflessioni su peso e cose varie dopo un anno di dieta

Qua arrivano le note dolenti. Perché in un anno, come dicevo prima, ho avuto modo di far sedimentare tante cose e di rielaborarle a tempo debito.

La vergogna di andare dal nutrizionista/dietologo

La prima che mi viene in mente è che in molti abbiamo il preconcetto che dal nutrizionista o dal dietologo ci si vada solo per perdere peso. Niente di più sbagliato. Ci si può andare per tanti motivi, il più banale è semplicemente imparare a nutrirsi come si deve. O nel caso di particolari patologie, capire cosa si può consumare e cosa sarebbe meglio evitare.

Questo preconcetto è dannoso, perché porta le persone in sovrappeso o obese a non voler chiedere aiuto. Perché c’è quella sorta di “vergogna” (che poi la vergogna andrebbe provata per ben altre cose) che ci spinge a dire non ne ho bisogno, posso fare da me… Un po’ come il preconcetto che dallo psicologo o dallo psichiatra “ci vanno solo i pazzi”. Sappiamo bene che non è così!

chiariamo

A tal proposito, io sono stata sincera con la nutrizionista che mi segue. Le ho detto che mi vergognavo a mostrarmi com’ero. Sapete cosa mi ha detto? Che non ero la sola persona che vedeva, che c’è chi ha problemi più seri e che il fatto che fossi lì, mi faceva ammettere con me stessa di avere un problema che prima non volevo riconoscere. Insomma, tanta verità. E devo dire che da quel momento è come se mi fosse passata (quasi) del tutto la vergogna di mostrarmi per come sono.

Bisogna contare solo su se stessi

Seconda riflessione è che, con una buona dose di volontà e la guida di un professionista serio, tutti possono raggiungere il proprio obiettivo. Chi in tempi più brevi, chi in tempi più lunghi, ma ce la si fa. L’importante è che la voglia di farcela sia reale, altrimenti tempo un mese e si molla tutto. Ma soprattutto bisogna contare solo su sé stessi e sul professionista a cui ci si affida, perché – e fa male dirlo – non tutti saranno a favore del cambiamento.

Che in generale le persone siano restie ai cambiamenti lo sapevo, viverlo sulla propria pelle, però è diverso… Quando ti accorgi di avere attorno persone che non gioiscono degli obiettivi che raggiungi con sacrificio (perché nessuno ti regala nulla) e magari rosicano senza neanche farsi troppi problemi a nasconderlo, inizi a soppesarle in maniera diversa.

O magari guardano quello che mangi e dicono pure “Ma sei sicura che puoi mangiare tutta quella roba?”, ” Questo alimento sei sicuro che puoi mangiarlo?!” come a dire, la tua nutrizionista non ci capisce niente… Diciamo che ne ho viste parecchie che mi hanno lasciata perplessa. La cosa più brutta è che spesso certe cose arrivano proprio da chi è più vicino, ma va beh è un problema loro, non mio. Ho capito che spesso la gente si comporta così, perché si sente meglio sminuendo i successi altrui, invece di capire da cosa derivano i propri fallimenti. 

critiche

Smetterla di raccontarsi scuse

Spesso ci raccontiamo delle scuse per non agire. Lo facciamo in tutti i campi della vita eh, però con la dieta le scuse spesso sono simili per tutti: non ho tempo, fare la dieta costa troppo, posso farcela da solo e così via. Quando si smette di raccontarsi scuse/bugie, tutto diventa decisamente più semplice da affrontare e si prende consapevolezza della propria situazione, delle proprie forze e delle persone che ci stanno intorno.

Magari alcune hanno anche un fondamento di verità. Penso al tempo e al denaro che bisogna investire per farsi seguire da un nutrizionista e seguire un piano alimentare. Non ho utilizzato il termine investire a caso. Rivolgersi ad un professionista e seguire una dieta, è un investimento di tempo e denaro più o meno prolungato, ma che abbatte poi il rischio di dover sprecare tempo e denaro per visite mediche future dovute ad altri problemi provocati dall’alimentazione sbagliata. E in ogni caso, ormai si trovano delle ottime soluzioni economiche anche per mangiare sano. Magari vi scrivo un articolo a parte sulle cose economiche che ho scovato io e che ricompro puntualmente.

I commenti non richiesti sul peso

Penultima riflessione, perché l’articolo è già bello lungo e probabilmente vi starà prendendo l’abbiocco. Quando si cambia peso è automatico che la gente inizi a notarlo e a commentarlo. Se, però il prendere peso è sempre visto negativamente, per chi come me era obeso o è sovrappeso, ha sempre una connotazione positiva. Come se perdere peso potesse dipendere solo da dieta ed attività fisica.

commenti non richiesti

Nessuno di coloro che hanno commentato la mia perdita di peso, ha pensato per un attimo che potesse dipendere da qualcos’altro. Nessuno ha dubitato che potesse essere per questioni dovute ad una malattia o ad un disturbo della psiche e, direi che visto il periodo che abbiamo passato tutti tra il 2020 e il 2021, le probabilità erano belle alte.

Non è il mio caso, fortunatamente, ma questa cosa mi ha fatto riflettere tanto. E’ possibile che nel 2021, ancora la gente colga subito al volo la palla per commentare il peso degli altri senza riflettere minimamente? Il peso e l’alimentazione sono connessi a così tanti fattori psichici e non, che commentarli con una tale leggerezza non è giusto nei confronti di nessuno (magri, grassi o normopeso).

commenti

Tutti i commenti sul peso che vengono fatti, bruciano sul momento e se moltiplicati nel tempo, possono creare danni. La cosa mi si è palesata ancora di più, leggendo l’elaborato di una mia alunna di prima media questo anno. La prof di approfondimento, le aveva chiesto di descrivere oggettivamente il suo docente preferito e ha scelto me.

La ragazzina, ingenuamente mi ha descritta come robusta. Non grassa, non cicciona, robusta. Leggendo quella parola, mi sono saltati i nervi perché io avevo già perso 15Kg circa e quindi “Come osa lei a darmi della robusta?!”. Poi ho razionalizzato e ho pensato a varie cose. Sono oggettivamente robusta, è la mia costituzione, non posso negarlo e la ragazzina doveva fare una descrizione oggettiva di me.

La seconda cosa che ho pensato è che, quando per anni ti viene detto che pesi troppo, che devi dimagrire, che “Ti sei fatta tanta”, poi anche un’osservazione oggettiva come quella ti fa scattare sulla difensiva, brucia e ti fa dimenticare una cosa positiva come essere la preferita di un’alunna.

riflessioni
Io che ho rimesso tutto in prospettiva dopo aver razionalizzato il fatto.

Il peso della società

Sempre relativamente alla questione “peso e commenti”, vi lascio una riflessione che ho fatto questa mattina dopo essermi guardata allo specchio mentre mi allenavo. Attualmente porto una 44, ho la cellulite e le smagliature, ma ho anche una certa dose di muscoli anche piuttosto evidenti in alcuni punti, mi alleno almeno 3 volte a settimana e cerco di mangiare bene. Eppure vengo considerata comunque meno in forma e meno sana di ragazze taglia 38 o 40, che tutti i giorni o quasi lasciano il cibo nel piatto altrimenti ingrassano, che hanno più massa grassa, che massa magra e che non praticano mai sport.

muscoli

Attenzione non sto dicendo che io sono brava perché mi alleno e mangio bene e chi non si allena o ha meno muscoli sia brutto e cattivo. Anche perché anche io ho i miei momenti in cui non mangio sano, ho i periodi in cui faccio fatica anche a fare un giro del quartiere a piedi. Quello che sto commentando come sbagliato è il modo che ha la gente di etichettare automaticamente una persona magra come sana ed una in sovrappeso come non sana. La taglia e il peso, non forniscono automaticamente la cartella clinica di una persona, né la presenza di disturbi di vario genere.

Tra l’altro, sempre in questa fase di riflessione allo specchio, mi sono tornate alla mente le parole che mi disse un collega ecuadoriano all’università, quando pesavo 65Kg circa (più o meno come adesso). Mi disse che in America latina con il mio corpo (altezza, peso e curve) potevo fare tranquillamente la modella per le riviste, facendomi vedere anche qualche modella famosa dalle sue parti.  Sappiamo bene che in Italia (ma non solo) sarebbe praticamente impossibile. La cosa mi ha fatto sorridere perché è la società che inculca un certo stereotipo, invece di un altro e visto che noi ne facciamo parte, possiamo cambiarla poco per volta.


Ok, sembra un po’ un discorso alla Rocky Balboa quest’ultima parte, però è quello che credo e che tante persone stanno cercando di fare, sensibilizzando quell* con cui entrano in contatto. Ora giuro che la smetto di blaterare perché ho scritto davvero davvero tanto, però comprendetemi. Questo articolo è frutto di un anno di un percorso (ancora non terminato) in cui sono cambiate tante cose. Non solo il mio aspetto, ma anche la percezione di tanto altro come avete potuto leggere.

un anno di dieta riflessioni varie su peso e altre cose

Mi piacerebbe che nei commenti vi sentiste liberi di esprimere un vostro pensiero o parere sulle varie riflessioni, anche se diversi dal mio. Vorrei che ci fosse un confronto civile anche con chi la vede in maniera diversa da me e, magari, se qualcuno ha voglia di raccontare il proprio percorso, può sentirsi liberissimo di farlo qui o in privato via email o con un messaggio sui social.

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6 Risposte a “[Mi rimetto in forma] – Un anno di dieta e riflessioni varie sul peso e altre cose”

  1. Ilenia mi piace il tuo modo di scrivere, diretto, onesto, vai dritta al punto. Ho percepito le tue emozioni, come un po’ di delusione verso chi ami (e immagino dica di amarti) e la soddisfazione di avercela fatta. Sei stata in gamba! Ne sei uscita da sola e questo è un enorme motivo di orgoglio.
    Alcuni punti che vorrei commentare, quello della vergogna di rivolgersi a un professionista. Lo dico da napoletana trapiantata al nord (ma sempre del sud sono, resto e sarò), purtroppo questa mentalità è molto più diffusa al sud che qui. Dove vivo si parla di andare dal psicologo e dal dietologo/nutrizionista come nulla fosse, in tutta tranquillità, io sono cresciuta in una famiglia che non si esprimeva sui secondi ma riteneva che chi andava dal psicologo era perchè fosse pazzo. Tra le amiche invece si pensava che chi andava in palestra o dal dietologo lo faceva solo perchè in sovrappeso… per fortuna mi sono liberata di queste mentalità, ma già da prima di trasferirmi. Quanto ai commenti degli altri, chissà perchè le persone sentono sempre il bisogno di commentare l’aspetto altrui, anche se non ti conoscono! Certo se detto da chi ti è vicino magari vien voglia di non incontrarlo per un po’ (io quando ho sofferto di acne molto severa evitavo la famiglia stretta che ogni volta mi faceva notare brufoli, macchie ecc incolpandomi di tutto). Di recente mi ha fatta riflettere la risposta di Clio (cliomakeup) che in un video ha dovuto spiegare come e perchè era dimagrita tanti dei commenti che riceveva sotto le sue foto, c’è un bel video con la Giraud che parlano di questo, magari se non lo hai visto te lo consiglio, è piacevole, divertente e fa pensare. Baci

    1. Ciao Sabrina, ti ringrazio davvero per le belle parole e per aver lasciato la tua opinione.
      Qui da me, la palestra fortunatamente non è vista solo per chi è in sovrappeso, però sì, capisco ciò che intendi con la reticenza verso alcune questioni qui al sud.
      Guarda credo che a volte chi commenta lo faccia perché non ha tanti argomenti (un po’ come parlare del tempo), altre perché è più facile sminuire gli altri per sentirsi meglio, invece che fare qualcosa per migliorarsi. Quel video in effetti dovrei recuperarlo!
      Un baciooone!

  2. Questo post è molto bello e spero che il sistema non cancelli il mio commento come è capitato altre volte.

    Soprattutto mi sento molto concorde su questa frase: “non tutti saranno a favore del cambiamento.”
    E’ vero. Tutte le volte nella mia vita in cui mi sono messa a dieta, ho intrapreso un percorso, mi sono messa sotto, ho rivoluzionato le mie abitudini…TUTTE le persone care mi hanno ostacolato. Ma fortemente eh, con dolore. E io non solo dovevo stare al passo con le rinunce, con la fatica, con tutta quella serie di cose che un cambiamento presuppone, ma anche con la mancanza di solidarietà ed appoggio di chi mi era vicino. Questo è ciò che ho sofferto di più, trovarmi sola a voler migliorare, in mezzo a persone che hanno fatto “cose” per buttarmi nella melma in mezzo a loro. Queste sono ferite che resteranno sempre dentro di me. Amo queste persone, ma una parte di me non scorderà mai QUESTO.

    Tu sei stata bravissima e lo sei tuttora. Non è facile fare questo.
    Io a 20 anni pesavo 90 kg. Oggi ne ho 36 e ne peso 56.
    In mezzo a questi anni e questi kg quanta sofferenza, quanto dolore, i disturbi alimentari, le ossessioni. Tante cose che non sto a raccontarti ma che mi fanno dire: continua con la tua strada, non ascoltare nessuno e fai in modo di volerti bene sempre.
    Piango un po’ ora perché questo discorso resta doloroso per me e forse lo sarà sempre, chissà. Ogni giorno mi pongo obiettivi, ogni giorno lotto con la mia mente ed il mio corpo. A volte va tutto bene, altre mi inceppo e cado. Però ce la possiamo fare. La salute è tutto, ma anche vedersi bene allo specchio, riconoscersi, conta.
    Un abbraccio immenso e ancora: BRAVA!!

    1. Ciao Sara <3
      Mi dispiace leggera questa tua "confessione", perché mi ci rivedo e quindi ti capisco. Può essere il commento, come uno sguardo nel piatto quando sgarri o quando cucini qualcosa di più invitante, come può essere anche il "mangia questo/quello, tanto che male può farti!" o anche il fatto che semplicemente davanti a te la gente continui a mangiare l'impossibile o cose per cui vai matta (che so il gelato, le patatine o quello che è). Insomma, penso che entrambe potremmo stare qui ad elencarne tante. Devo dire che, al contrario di te, fortunatamente ho avuto anche persone che per certi versi mi hanno appoggiata fin dal primo momento, pur commettendo poi qualche piccolo errore, però so che non è stato fatto con cattiveria in quel caso e quindi glielo concedo.

      Grazie! Io, è praticamente dal 2006/7 che lotto con la perdita di peso perché è da allora che ho iniziato ad ingrassare e pur avendo più volte tentato, controllando l'alimentazione ed allenandomi, tenendomi più attiva, mai sono riuscita prima d'ora a registrare un cambiamento così costante nel tempo, e mai come ora sento che sto facendo la cosa giusta per me. Probabilmente non riuscirò a raggiungere comunque il peso che avevo prima del 2006 (55Kg), ma già riuscire a raggiungere l'obiettivo che mi ha dato la nutrizionista sarebbe un successo. Ovviamente mi aspetta ancora un po' di strada da fare e riuscire ad andare oltre quell'obiettivo e stare intorno a 60Kg, per me sarebbe ancora meglio, sia per una questione di salute, sia perché so che posso ulteriormente migliorare.
      Hai detto una cosa che mi ha colpito: ogni giorno lotto con la mia mente ed il mio corpo. La mente in questo percorso è molto più importante di quello che si pensa. Perché magari qualcosa che ti stressa o fa sentire a disagio ti può spingere a mangiare o non mangiare, più degli stimoli che il corpo manda quando ha realmente fame. Io mi rendo conto di avere dei veri e propri attacchi di fame nervosa alcuni giorni, provocati dal forte stress emotivo e controllarli o sentirsi in colpa dopo aver mangiato cose che avrei potuto evitare, non è semplice. Quindi trovo tu abbia tanto ragione.
      Un abbraccio grande a te e grazie di aver letto l'articolo e aver riportato la tua esperienza <3

  3. Ciao! Ho apprezzato molto questo tuo racconto ” a cuore aperto” su questo argomento, hai fatto bene ad aggiornare un anno dopo!
    Personalmente quando si parla di peso, diete ecc preferisco non mettere becco negli affari altrui, un po’ perché sono convinto che ognuno, nel limite di ciò che è logico e salutare, debba fare come crede, e in questo senso non posso sapere io le limitazioni che una persona può avere; un po’ perché ne sono coinvolto personalmente. Posso dire che stimo chi si rivolge a professionisti (anche psicologi, a proposito del tuo calzante paragone) perché ci vuole una certa maturità e convinzione nel riconoscere un proprio problema o necessità e avere la forza di ammetterlo a se stessi e agli altri. Questa forza non l’ho mai avuta onestamente, ma ammetto che farei molta fatica a seguire una alimentazione stabilita da qualcuno, e mi sentirei molto in colpa poi nello sgarrare.
    Posso confermare che pochissime persone mi hanno chiesto se sia dimagrito per qualche problema di salute o per mia scelta, mentre dall’altra parte sono diversi quelli che stanno lì a sottolineare che magari stessi meglio prima o dopo (ho persino bloccato uno su Instagram a proposito). Credo che ci sia sempre la convinzione che ognuno sappia meglio di te cosa è meglio per te, ma non è così anche perché il sentirsi a proprio agio non dipende necessariamente dal fatto che hai una taglia al posto di un’altra, ma più una questione mentale. Ti abbraccio!

    1. Ciao Pier 🙂
      Ogni tanto ci vuole, raccontarsi in modo un po’ più aperto penso faccia bene a me, ma anche a chi mi legge, per cui ogni tanto ci sta dai 😀 Ho deciso di farlo un anno dopo, proprio perché volevo evitare di fare continui aggiornamenti brevi e perché alla lunga, come hai potuto notare, le riflessioni sono più complete.
      Esattamente come dici tu, se uno ha delle limitazioni, chi sono io per fare contestazioni/osservazioni non richieste?!
      Credo che di base, abbiamo tutti un po’ paura di rivolgerci ad un professionista perché questo vuol dire riconoscere di avere un problema e quando lo riconosci vuol dire che è reale e come tale va in qualche modo affrontato. Non lo si può più ignorare diciamo… Guarda io credo dipenda dal nutrizionista sai? Mia madre ad esempio si era rivolta ad una che le aveva imposto solo determinati alimenti e doveva mangiare per forza quelli senza alternative. Tant’è che mia madre ancora oggi, dopo anni che non segue più quella dieta, quando vede il farro, l’orzo o le lenticchie ha il rigetto. Per me quello è decisamente sbagliato ed è il modo giusto per portare qualcuno a stoppare la dieta in tempi brevissimi (infatti mia madre ha retto 3-4 mesi perdendo tra l’altro pochissimo). La mia nutrizionista fortunatamente mi ha dato una linea guida di quello che devo mangiare ogni giorno, ma ho tante alternative. Se un giorno non ho voglia o tempo per fare una cosa, posso alternarla a mio piacimento. Le uniche limitazioni che mi ha dato sono quelle relative ai carboidrati quando seguo piani particolari. Mi ha anche detto che sgarrare una tantum oltre al pasto libero va bene, purché non diventi una costante nuovamente.

      Ecco appunto, non sono la sola a cui è capitato. Se una persona normale o magra dimagrisce tutti si preoccupano e si chiedono se sia per la salute, se una persona obesa o in sovrappeso dimagrisce, a nessuno (o quasi) viene in mente che potrebbe comunque essere per un problema di salute (mentale o fisica che sia). Nel mio caso i miei parenti si sono limitati al “ora stai bene!”, come a dire che prima facevo schifo, insomma. Che poi son sempre gli stessi che mi dicevano che dovevo dimagrire quando ero un’adolescente e pesavo 55kg… parliamone! Hai fatto bene a bloccare il tizio in questione, l’avrei fatto anche io (dopo averlo mandato a quel paese).
      Mah guarda io credo che a volte, molti non lo facciano neanche perché pensano di sapere cosa è meglio per te, ma semplicemente perché ottusi. E’ brutto dirlo, ma è così. Io lo vedo con alcune persone a me molto vicine. La loro fissazione è che io continui a dimagrire per eliminare/ridurre determinati “difetti” limitati ad alcuni punti del corpo e in questo non ci vedo il meglio per me, ci vedo proprio una distorsione nella loro mente. Se ti danno così fastidio queste mie caratteristiche fisiche (sempre avute anche a 55kg), è un problema tuo, non mio. Non so se mi spiego.
      Un abbraccio grande!

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