Serie TV dell’ultimo periodo | The Umbrella Academy – Fleabag – Solos – Non ho mai

Nel corso degli ultimi due mesi ho recuperato così tante serie TV, che prima di iniziarne un’altra ho dovuto fare una pausa di una settimana. Piccolo spoiler: dopo quella settimana, ne ho iniziata e conclusa un’altra, ma ve ne parlerò più in là per non appesantire troppo questo articolo. Oggi vi parlo delle serie TV dell’ultimo periodo, in particolare entrambe le stagioni di The Umbrella Academy, le due di Fleabag, la novità di Prime Video Solos e, infine le due stagioni di Non ho mai. Tra l’altro giusto pomeriggio ho scoperto che tra non molto dovrebbe uscire la terza e mi ha allietato la giornata.

serie tv ultimo periodo

The Umbrella Accademy

The umbrella academy
Credits: @Netflix

Non è sicuramente una serie TV recentissima e me ne aveva parlato mia sorella quando uscì la prima stagione. Poi lei si era persa la seconda e abbiamo finito con il guardarla insieme questa estate, nel giro di pochi giorni. Io ero un po’ titubante visto che solitamente le serie (non tutte eh) che piacciono a lei, non piacciono a me e viceversa. Poi mi sono ritrovata a non sapere cosa guardare e mi son detta “Sì, dai proviamo! Male che vada la lascio perdere.”. E in realtà ho finito per divorare entrambe le stagioni.

Ammetto che la prima stagione al livello di trama non spicchi particolarmente. Ho trovato ci fossero delle lacune (che in realtà vengono in parte colmate nella seconda) e che alcuni intrecci siano fin troppo scontati e banali. Quello che mi ha spinto a continuare a guardare The Umbrella Accademy, puntata dopo puntata, sono state principalmente tre cose: le ambientazioni ed i costumi – stupendi in alcuni casi, la scelta delle musiche ed il perfetto incastro con le scene in cui vengono inserite, l’interpretazione perfetta di Klaus e Numero 5.

Parlo di interpretazione perfetta perché sono gli unici che mi hanno dato l’impressione di essere realmente ciò che interpretavano. Erano perfettamente calati nei loro personaggi ed in particolare il ragazzino che interpreta Numero 5, per l’età che aveva quando la serie è iniziata!

Da questo e dal colpo di scena finale dell’ultima puntata della prima stagione ho deciso quindi di attaccare con la seconda stagione, che ho trovato decisamente più interessante. Ambientata nel passato e con riferimenti a fatti storici realmente accaduti (dall’assassinio di Kennedy alle dimostrazioni degli anni ’60 dei neri nei locali per essere trattati equamente), ha dato spazio anche a nuovi personaggi e di comprendere alcune dinamiche che non erano chiare nella prima.

Altra cosa che ho apprezzato è il colpo di scena finale, che però non si rivela ripetitivo con l’Umbrella Accademy che deve salvare il mondo dall’apocalisse per una terza volta, bensì con un completo cambio di rotta. I fratelli riescono a tornare nel presente e sconfiggere l’apocalisse, ma al loro rientro la realtà è diversa da come l’avevano lasciata. In realtà in parte c’era da aspettarselo considerato come hanno interagito con gli eventi del passato (come ci insegna anche Ritorno al futuro), però sono davvero curiosa di scoprire cosa accadrà nella terza stagione.

Fleabag

Fleabag
Credits: @MyMovies

Ne ho sentito parlare tanto in passato ed ero restia a guardarla perché credevo si trattasse di una serie TV deprimente. Mi sbagliavo. Fleabag è una serie TV disponibile su PrimeVideo composta da sole due stagioni, ognuna composta da 6 episodi della durata di circa 20-30 minuti. Insomma la si inizia e finisce in men che non si dica.

In realtà quando l’ho iniziata ho pensato la stessa e identica cosa che mi è passata per la mente quando iniziai The Office: “Cosa diamine sto guardando?!”. Perché è una serie così spiazzante e dissacrante che certe dinamiche, certe battute e certe scene non te le aspetti già dai primi minuti del pilot. L’autrice e protagonista infatti, racconta le avventure ed i drammi di Fleabag in un modo così privo di tabù e senza peli sulla lingua che le prime puntate non mi sono neanche piaciute. Ammetto che, se avessi guardato questa serie non appena uscita, probabilmente non avrei visto la seconda stagione. E’ stato quindi un bene che io abbia visto entrambe le stagioni una dietro l’altra, perché ciò mi ha consentito di sviluppare un pensiero ben preciso su Fleabag.

Le vicende ruotano intorno ad una normalissima trentenne londinese alle prese con problemi lavorativi, problemi con la famiglia, problemi con le relazioni amorose ed un lutto da elaborare per il quale si sente in colpa. Lo spettatore, anche grazie alla protagonista che si rivolge direttamente a chi sta guardando, viene calato in un contesto di normalità reale, non quella che spesso viene “imitata malamente” nelle serie TV. A questo punto si potrebbe anche dire “Ho già i miei di problemi, devo guardare anche quelli normali di questa tizia normale?” e mi viene da rispondere sì.

Il motivo è semplice. Il tutto, anche le situazioni più drammatiche, non vengono mai raccontate con estrema tristezza, anzi vengono trattate con ironia e spontaneità tali da renderci in qualche modo vicini ai vari personaggi (eccetto un paio, ecco), ognuno molto ben caratterizzato. Questa cosa inizialmente mi disturbava un po’. Parlare di un suicidio, come se si stesse raccontando di essere andati al bar, è spiazzante sul serio.

Con il finale della prima stagione, però e l’inizio della prima, si comprende invece che quel modo di affrontare gli eventi in qualche modo è uno scudo della protagonista per proteggersi dal dolore. Tant’è che proprio all’inizio della seconda stagione quando non fa battute sconclusionate e mantiene una certa serietà, anche la sua famiglia se ne stupisce.

La seconda stagione rispetto alla prima, l’ho amata. Dopo averla finita sono entrata in fase di scompenso. Il motivo è presto detto: cambiano alcune dinamiche familiari. La sorella mezza esaurita di Fleabag  (con cui torna in buoni rapporti) perde un po’ del suo self control e, l’arrivo del prete che dovrà celebrare il matrimonio tra il padre della protagonista e la sua matrigna. Prete che, tutto pare, meno che un prete: dalla parolaccia facile, di bell’aspetto, di facile bevute e terrorizzato dalle volpi. Ho adorato il suo personaggio, perché l’ho trovato così affine alla protagonista per via dei suoi comportamenti. Peraltro è l’unico che pare comprenderla fino in fondo, perfino quando lei stacca lo sguardo e si rivolge allo spettatore. L’ho trovato perfetto.

La mezza love story tra i due mi è piaciuta e mi sarebbe piaciuto che continuasse, ma al tempo stesso, ho trovato che sia stato giusto far concludere la serie in quel modo. E’ stato un turbinio di emozioni, perché da spettatore trovavo il finale coerente con quello che era stata tutta la serie, ma al tempo stesso vedere quelle due anime che si erano trovate, separarsi, mi ha fatta star male per loro, pur essendo solo una serie. Probabilmente è anche l’età che avanza che mi rende più incline al romanticismo, non so, ma mi ha fatto questo effetto.

Solos

Solos
Credits: @Movieplayer

Nel corso di questo periodo ho visto anche Solos, una mini serie di 6 episodi, proposta da Prime Video. Ogni episodio è della durata di circa 25-30 minuti. Pur non avendone sentito parlare praticamente da nessuno, ho deciso di iniziarla perché per certi versi credevo fosse simile a Modern Love, che avevo amato. In realtà, proprio come Modern Love ogni episodio è autoconclusivo e può contare su un cast di tutto rispetto. Parliamo di Anne Hathaway, Helen Mirren, Anthony Mackie e Morgan Freeman, mica pizza e fichi.

Solos è una serie che ha come obiettivo il viaggio introspettivo dei vari personaggi in quello che caratterizza l’essere umano, con le sue paure, le sue debolezze, le sue gioie e i suoi ricordi. Il tutto si svolge in un futuro che non ci riguarda ancora, in cui gli anziani possono viaggiare nello spazio, in cui è possibile estrarre i ricordi dalle persone e riviverli, in cui si può viaggiare nel tempo. Insomma poco ha a che vedere con le storie più reali di Modern Love. Inoltre, in ogni episodio non ci sono mai più di 2-3 personaggi presenti.

La visione di Solos, per me è stata spiazzante. Le ambientazioni, la recitazione ed i dialoghi/monologhi dei personaggi sono perfetti e non ho nulla da ridire in merito. Nonostante ciò non ero stimolata a continuarne la visione. L’ho fatto solo per vedere se cambiavano le cose man mano che avanzavo. In realtà non è cambiato nulla, anzi. Gli unici episodi che ho realmente apprezzato sono stati quello con Helen Mirren e quello con Morgan Freeman.

L’episodio iniziale con la Hathaway, pur essendo carino, è quello che mi ha lasciato meno in assoluto. Altri addirittura mi hanno fatta sentire persino a disagio, a tratti spaventata (ero da sola in casa quando ho visto le puntate), con una sensazione di fastidio al punto da volere chiudere e non guardare più nulla. Insomma, penso si sia capito che non la riguarderei, né la consiglierei a qualcuno a cui tengo.

Non ho mai…

serie tv ultimo periodo Non ho mai
Credits: @MaSeDomani

Altra serie che ho divorato nel giro di 2-3 giorni. Due stagioni di 10 puntate ciascuna. Le puntate da 20-30 minuti volano via con estrema facilità. L’autrice, Mindy Kaling, è stata anche protagonista e co-autrice di un’altra serie che mi è piaciuta, The Office, per cui ero sicura che avrei riso. E così è stato.

Non ho mai è una serie incentrata su Devi, un’adolescente americana con origini indiane che deve elaborare il lutto del padre, mancato improvvisamente. Lutto a cui, però non vuole proprio pensare. Cerca invece di fare di tutto per risultare più popolare ed attirare Paxton (il più popolare e bello della scuola). Nel fare ciò, ne combina di tutti i colori, generando situazioni a volte drammatiche, altre totalmente esilaranti.

Quello che mi è piaciuto di questa serie, è che – nonostante sia una serie per adolescenti – tratta tematiche di una certa importanza seppur non approfondendo troppo. Dall’omosessualità e fare coming out, al lutto e come risulta difficile essere genitori “soli”, la disabilità, le difficoltà e gli stereotipi a cui spesso sono sottoposti gli individui che fanno parte di una società e via discorrendo.

La cosa bella di Non ho mai (almeno per me) è che mi è stato impossibile non affezionarmi ai vari protagonisti  ed empatizzare con ognuno di loro. Ho trovato poi i dialoghi sempre brillanti e ben riusciti in ogni puntata e questo non ha fatto altro che farmela piacere ancora di più. Insomma, trovo che pur essendo una serie pensata per lo più per adolescenti, possa essere guardata anche da chi è più grandicello e desidera qualcosa di leggero per distrarsi, ma non privo di significati e messaggi.


Anche per questa settimana direi che ho parlato in maniera piuttosto abbondante, per cui mi taccio. Nel caso vi interessino le serie TV il mese scorso ne ho recensite altre tre! Voi cosa state guardando in questo periodo? Abbiamo qualche serie in comune e in caso, siete d’accordo con me? Fatemi sapere nei commenti 😉

Vuoi rimanere aggiornato sui post e scoprire altro su me e quello che mi passa per la testa? Allora segui la pagina Facebook del blog,  Instagram  o iscriviti alla Newsletter del blog.

*Presenza di link di affiliazione su cui si ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi.

6 Risposte a “Serie TV dell’ultimo periodo | The Umbrella Academy – Fleabag – Solos – Non ho mai”

  1. Eccomi Ile, recupero in ritardo questo tuo post.
    Non ho mai l’ho divorata anche io in poco tempo e come te l’ho trovata davvero piacevole da guardare. A breve ho letto uscirà la 3a stagione quindi non vedo l’ora!
    The Umbrella academy l’avevo iniziata ma poi l’ho lasciata perdere perchè non mi aveva preso, purtroppo so di essere una delle poche fuori dal coro così come per Stranger Things che piace a tutti.
    Al momento ho iniziato “La direttrie” sempre su Netflix e di recente ho finito Generazione 56k e sto aspettando sia La casa di Carta che Sex Education 😀

    1. Ciao Vale, da quanto tempo! Come stai?
      Ma sì, ti capisco per Stranger Things e The Umbrella Academy. Per me è la stessa cosa con La casa di carta, non riesco proprio ad interessarmene XD
      La terza stagione di Non ho mai, non vedo l’ora che esca, mentre Generazione 56K ho iniziato a vederla giusto ieri e mi sta piacendo. E’ leggera al punto giusto 😀

  2. Ne ho viste tre su quattro e concordo con te. Come ti dicevo mi manca Solos, mi incuriosisce soprattutto per il cast, ma onestamente ho così tante cose che voglio vedere più rapidamente che può aspettare ancora un po’. In generale non mi sono ritrovato davanti a opinioni particolarmente esaltanti, per cui…
    Buon fine settimana!

    1. Ciao Pier, no infatti, nonostante il cast questa volta non sono riuscita ad apprezzare l’opera di Prime. Che poi, ripeto: è tutto perfetto (recitazione, scenografie, dialoghi), ma lo stato d’animo in cui mi ha messo non mi è piaciuto. Probabile anche che lo scopo fosse quello eh, però quando guardo una serie TV non voglio sentirmi più angosciata di quanto sono magari nella vita reale.
      Buon fine settimana a te!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.