Body shaming | La mia esperienza

Dopo aver parlato dei Top e dei Flop del 2019, questa volta voglio parlare di qualcosa che è legato in qualche modo al mondo del beauty, ma che in modo più o meno marcato ci tocca un po’ tutti. In particolare voglio raccontarvi quella che è la mia esperienza con il Body shaming.

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Cos’è il Body shaming?

Negli ultimi anni se n’è parlato spesso e in varie situazioni, ma in fin dei conti è sempre esistito. In cosa consiste? Nella derisione o nel commentare una caratteristica fisica al fine di far vergognare: l’essere in sovrappeso o obesi, l’essere troppo magri/alti/bassi, il colore dei capelli, la presenza di peli o meno, le dimensioni di seno/pene/sedere ecc. Insomma tutto ciò che è additabile perché diverso da quello che l’altro si aspetta.

Le vittime di body shaming oltre che essere colpite nell’autostima, a causa di comportamenti reiterati da parte degli altri, possono incappare anche in problemi più seri, come depressione, fobie sociali, anoressia/bulimia ed altre. Andando a colpire le caratteristiche fisiche della persona, sia gli uomini che le donne possono finire per essere vittime di body shaming. Tuttavia, nella nostra società, per quel che mi capita di osservare e leggere in giro, ho notato che c’è un particolare accanimento verso il genere femminile, che a quanto pare “deve” per forza apparire in un certo modo, piuttosto che in un altro.

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La mia esperienza con il body shaming

Come prima cosa, ci tengo a specificare che, per mio modo di vedere le cose, quando qualcuno esordisce con una frase, non per forza si deve trattare di body shaming. Vi faccio un paio di esempi per farvi capire quello che intendo.

Esempio 1: Una persona X, deve far capire ad una persona Y, chi sono. Per farlo, X dovrà quasi certamente descrivermi alla persona Y. Generalmente quando si descrive una persona fisicamente si menzionano caratteristiche come colore e lunghezza dei capelli, altezza, forma di naso/bocca e dimensioni. Se X in una circostanza dovesse descrivermi come una ragazza castana, bassina, robusta e con il seno abbondante non si tratterebbe di body shaming, ma di dati oggettivi. Se invece X esordisse con “quella nana, chiatta e tettona” beh, sì quello sarebbe body shaming.

Esempio 2: bisogna tenere sempre conto di chi dice, cosa e come. Se mia sorella scherzando, mi chiama tettona, non me la prendo. In primis perché è mia sorella e conosco il suo modo di fare. Se a farlo invece è qualcuno che conosco appena o non conosco affatto, me la prendo eccome.

Detto questo, finalmente vi racconto un po’ di episodi che mi sono capitati negli anni e come ho reagito a questi.

Episodi di body shaming durante l’adolescenza

Partiamo da quelli dell’adolescenza per un inizio “più soft“. Avendo il seno abbondante, più e più volte mi è capitato d subire battutine e sguardi da parte della gente (questi ultimi continuano ancora adesso che ho 30 anni, come vi dicevo anche qui). Durante l’adolescenza, ero una ragazzetta parecchio spaurita per cui anche se mi veniva fatto qualche commento o battuta, tendenzialmente non rispondevo, ma accusavo ogni colpo in silenzio.

Fino ai 18 anni ci sono stati 2-3 episodi che mi hanno lasciato davvero l’amaro in bocca e che ancora ricordo con fastidio. Il primo si è verificato mentre ero in spiaggia con la mia migliore amica dell’epoca e sua sorella. Lì abbiamo incontrato alcuni loro conoscenti e, un paio di loro, li ho sentiti dire a bassa voce “Hai visto Parmalat?!” riferendosi ovviamente a me. Il secondo si è verificato a scuola invece. Io e due compagne di classe eravamo in piedi sugli spalti della palestra, io su quello più alto e loro su quello immediatamente sotto. Per gioco io ho detto “Prima, seconda e terza” come fossimo ad una premiazione sportiva. Una delle due, credendo di non essere sentita, si gira verso l’altra e dice “Se mai seconda, terza e quarta“, riferendosi al mio seno. Mi rendo conto che potrebbe sembrare una battuta senza cattiveria, ma ho visto e sentito la malizia nello sguardo e nel modo in cui veniva detto.

A 18 anni, però le cose sono iniziate a cambiare. Iniziavo a sentirmi un pelo più sicura ed eventualmente a rispondere a tono. Uno degli ultimi episodi che mi ha segnato durante l’adolescenza si è verificato tornando a casa a piedi dopo la scuola guida e che è al tempo stesso un evento di street harassment. A proposito se vi interessa la tematica, possiamo approfondirla. Un ragazzo mi passa di fianco e fa un commento sul mio seno (peraltro coperto da giacca e sciarpa!). In quel momento non ci ho visto più: mi sono girata di scatto e ho esordito con “Come quelle di tua madre, quella …” e vi lascio intendere. Ho sbagliato anche io, considerato che la madre probabilmente non sapesse neanche di che idiota fosse il figlio. Tenete conto, però che avevo 18 anni ed ero incavolata nera. Una volta tornata a casa sono scoppiata a piangere.

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Episodi di body shaming dopo l’adolescenza

Durante l’infanzia e l’adolescenza ero rotondetta, ma comunque normopeso. Nonostante ciò, spesso e volentieri alcuni parenti non mancavano di farmi notare che “hai già la cellulite”, “hai le smagliature, devi fare qualcosa”, “come mai non hai le caviglie sottili come quelle degli altri membri della famiglia?” e cose così. Immaginate quindi l’accanimento che mi si è prospettato nel momento in cui dai 17 anni in poi ho iniziato a prendere peso.

Proprio durante le vacanze natalizie, assieme ad alcuni parenti, abbiamo guardato dei filmini e mi sono resa conto di quanto mi abbiano segnata quei commenti quando ero una ragazzina. In alcuni di questi filmini comparivo in modo sfuggente (perché odio farmi riprendere) anche io sia vestita, che in costume. Quando ero un’adolescente, mi sentivo una schifezza nel mio corpo, mi sentivo a disagio perché quei commenti io li prendevo sul serio. Rivedendomi con gli occhi di una me trentenne, ho visto una ragazzina con un fisico da fare quasi invidia. Certo non avrei potuto fare comunque la top model, ma era un corpo normale, con le curve al punto giusto e tonico. Avevo persino un accenno di addominali, eppure io mi sentivo uno schifo.

Dall’università in poi, ci si sono aggiunti anche diversi elementi esterni alla famiglia a fare commenti evitabili. Da chi mi ha detto che “Devi tonificare un po’” o “Devi fare dei massaggi” a chi mi ha detto che “Ilenia ha fatto la panzetta” con il sorrisino beffardo o ancora chi, salutandomi ha esordito con “Vedo che non hai perso il vizio di mangiare“. C’è una cosa che, però è cambiata negli anni. E quella cosa sono io che magari mi innervosisco un po’ appena ricevo certi commenti, ma poi penso a quanto queste persone siano limitate e a quello che valgo davvero e li lascio scivolare addosso.

Tendenzialmente, il mio carattere tranquillo, fa sì che io non ceda alle provocazioni e non risponda a questa gente. Un giorno, però non ci ho visto più. E’ stato circa 3-4 anni fa ad una rimpatriata tra parenti. Ah premetto che ero a dieta da circa un paio di mesi ed avevo già perso 2-3 kg. Uno zio si avvicina per salutarmi, mi guarda e mi dice “Dovresti metterti un po’ a dieta!“, peraltro davanti ad altre persone. La mia risposta quella volta è stata immediata, ma ferma: “Sono già a dieta ed ho anche perso qualche chilo, ma esigo che non mi rompiate le scatole con il peso. Io non rompo mai le scatole a nessuno, per alcun motivo e pretendo che nessuno le venga a rompere a me!”. Nessuno se lo aspettava da me, quella silenziosa e tranquilla.


Voglio chiudere questo articolo con una serie di riflessioni che non riesco a trattenere e che magari possono essere uno spunto anche per chi legge. Quando ero adolescente a mia volta è capitato di ridere alle battute altrui, fatte a discapito di una terza persona e crescendo ho capito che in quel momento ero in torto anche io. Perché non sono solo le parole a ferire, ma anche come gli altri reagiscono a quelle parole. Non sono una santa e a maggior ragione, quando ero piccola non mi rendevo conto di quanto in realtà queste cose segnino, spero di non aver ferito nessuno, perché non l’ho mai fatto con cattiveria.

Io adesso ho 30 anni e so che chi fa certi commenti non merita la mia rabbia, la mia tristezza. So che sono diventata una donna forte, anche se qualche fragilità ce l’ho anche io, e che nonostante il mio aspetto c’è ben altro. Se penso, però alla me adolescente avrei voluto che un adulto mi dicesse che non ero solo quello che mi veniva detto.

Una caratteristica fisica o anche non fisica (che sia il proprio orientamento sessuale, le proprie origini o la propria religione), non possono definire l’intera persona. Sono le parole ed ancora più i fatti a definirla. Essere la persona più bella del mondo, serve a poco se poi tratti le persone come stracci. Andare tutti i giorni a messa, non ti rende automaticamente un buon credente se poi rubi, menti o fai a botte con tutti.

Così come se vi dicono che siete bassi/alti, grassi/magri, quattrocchi, o qualsiasi cosa, non prestate ascolto, perché spesso le persone parlano solo per il gusto di parlare. Io stessa ne ho avuto la dimostrazione con quei filmini. Le stesse persone che in passato mi dicevano che avevo la cellulite ed altri difetti, vedendo i filmini hanno esordito con frasi tipo “Mamma che fisico Ilè!“, dimostrandomi che quindi i commenti che avevano fatto in passato erano dati giusto per dare aria alla bocca e in modo superficiale.

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Se invece siete tra quelle persone che in maniera ingenua/superficiale tendono a fare battute o commenti che possono ferire gli altri anche se non lo fate con cattiveria, cercate di moderarvi e a dire il vostro pensiero solo se vi viene richiesto. Io lo vedo con alcune persone che conosco: so che non lo fanno con cattiveria e magari lo fanno per dare una spinta e migliorarsi, ma non siamo tutti uguali e non reagiamo tutti allo stesso modo.

Se siete o siete stati anche voi vittima di body shaming mi piacerebbe che anche voi lasciaste qualche vostra riflessione qui sotto nei commenti o magari in privato per email.

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6 Risposte a “Body shaming | La mia esperienza”

  1. Alle medie ho subito episodi di body shaming. Commenti e battutine di persone che quasi 20 anni fa erano considerate degli idoli delle folle e che ora sono finiti nel dimenticatoio (siamo un paese piccolo dove tutti conoscono tutti).
    Io ho sempre pesato le parole perché so come ci si sente. Credendo di fare una battuta, gli adolescenti come gli adulti possono pugnalarti.
    Questi atteggiamenti inopportuni mi hanno però insegnato come non ci si comporta.

    1. Ciao Linda! Mi dispiace un sacco <3
      So bene quello di cui parli, perché effettivamente i coetanei che lo avevano fatto con me, erano i classici fighetti della scuola e come nel tuo caso, ora non si sa che fine abbiano fatto.
      Esatto, le parole hanno un peso e vanno misurate.
      Un abbraccione

  2. Articolo molto interessante Ile e mi dispiace per questi brutti episodi che ti sono capitati!
    In generale anche a me, da piccolina, mi prendevano in giro perché sono bianca come il latte e ho diversi nei, per tanto tempo ci ho sofferto tantissimo, poi con gli anni, crescendo, ho imparato a non dargli più peso e importanza 😉

    1. Grazie Franci!
      Beh questi sono solo alcuni e sono i più significativi per me, ma negli anni ce ne sono stati così tanti che molti li ho rimossi proprio.
      Ma la tua carnagione chiara con nei e lentiggini è spettacolare *_* Comunque anche a me negli ultimi anni diverse persone mi hanno fatto “notare” che sono troppo bianca e che avrei bisogno di prendere sole. E io la butto sempre sullo scherzo dicendo che la pelle candida è tipica dei nobili XD

  3. A me ne hanno dette di ogni. Ho subito gravi forme di bullismo per problemi fisici legati alla salute. Il peggio è stato verso i 13 anni, un periodo che faccio fatica a ricordare, mi fa male. Spesso penso che se quel trattamento subito lo avessi vissuto oggi, all’epoca dei social, forse non sarei qui. Io vivevo tutto questo a scuola, ma quando tornavo a casa era tutto finito, staccavo, oggi i ragazzini sono tartassati di continuo, dopo la scuola c’è il web e non se ne esce.
    Tra parenti, le mie condizioni fisiche mi avevano resa “merce da esposizione”, tutti si improvvisavano medici, parlavano del mio problema, non della mia persona… ricordo tutto, con dolore.
    Da grande le mie condizioni non sono cambiate, anzi sono peggiorate, ma sono adulta, non c’è più la scuola, non ci sono più i bulli. A volte però capita di sentire qualche commento e mi distrugge dentro, so che non devo permetterlo ma sono emozioni che fatico a controllare.
    La gente non commenta solo “la ciccia”, o “le ossa”… volendo da lì si può uscirne, a volte può essere una scelta essere in un certo modo (e sono comunque affari propri). Il problema è che spesso si commentano anche cose che dipendono dalla salute per le quali non c’è soluzione, e credo che non ci sia niente di più meschino di questo.

    1. Ciao Sabrina! Grazie per aver deciso di condividere la tua esperienza qui.
      Esatto, io non ne ho parlato nell’articolo, ma chi è più grandicella come noi, ha avuto la “fortuna” di subire queste cose solo di persona, ma di poter staccare a casa propria. I ragazzini di oggi sono continuamente esposti con i social e il web in generale.
      Lo so, anche io alle volte faccio fatica a controllare la rabbia/delusione dovuta a certi commenti, ma cerco sempre di pensare a quanto questa gente non riesca ad andare oltre.
      In realtà, anche la magrezza o il sovrappeso/obesità possono essere causate da problemi di salute, per cui a prescindere dal cosa si commenti, sarebbe il caso di tacere se non si ha nulla di carino da dire. E credo valga per qualsiasi cosa.

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