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Beltane

Beltane


Posted By on Feb 14, 2019

Beltane
Beltane

Le celebrazioni di Beltane cadevano nel mese lunare di Aprile-Maggio, identificato nel calendario di Coligny con il nome di Giamonios il “Tempo della Fine dell’Inverno”.

Beltane (fuoco di Bel) era la festa sacerdotale del fuoco sacro che concludeva la stagione fredda segnando il passaggio dalla prima alla seconda metà dell’anno.

Bel era il dio della luce e a lui, con l’aspetto di fuoco sacro, era dedicata la cerimonia di Beltane, i Druidi accendevano mediante frizione il fuoco servendosi di sette diversi tipi legname.

Durante questo giorno si celebravano i riti della fecondità della terra, nei quali la Dea Madre si univa al Dio Solare così da fornire i frutti per la sopravvivenza.

Alcuni studiosi sostengono che in questo giorno si offriva in sacrificio una vittima, a volte umana, in modo che la terra fosse fertile nella stagione che doveva arrivare e forse è proprio Beltane la cerimonia descritta da Cesare durante la quale si bruciavano i manichini in vimini pieni di uomini.

Tuttavia il solo fatto che il bestiame passasse tra due fuochi per preservarlo dalle malattie mediante il fumo, porta a pensare che era più un sacrificio simbolico che reale.

Infatti, nel libro “Tochmarc Emire” l’eroe irlandese Cú Chulainn così descrive la celebrazione:
”Beiltane, vale a dire fuoco benefico, cioè i due fuochi accesi dai Druidi con grandi incantesimi. Facevano quindi passare le mandrie tra questi due fuochi per proteggerle dalle epidemie ogni anno”.

Le cerimonie druidiche sono proseguite fino agli inizi del XX secolo in alcune parti della Scozia, dell’Irlanda e dell’isola di Man.

Era usanza, il trenta aprile, alzarsi molto presto ed andare a cogliere fasci di ginepro, di frassino e di edera senza recidere alcun ramo con lame di ferro.

Alla sera si accendevano i fuochi sacri che ardevano sulle colline fino a poco prima del sorgere del sole. Solo in quel momento i partecipanti potevano recarsi alle fonti sacre per berne l’acqua e bagnare dei cristalli con i quali si spruzzavano le persone e il bestiame per proteggerlo.
All’alba del primo maggio, quando il sole si stagliava nel cielo, tutti i partecipanti iniziavano balli e canti che proseguivano per tutta la giornata.

In Scozia molti clan conservavano delle palle di cristallo chiamate pietre di vittoria, se immerse in acqua la rendevano medicamentosa sia per gli uomini sia per gli animali.

In quasi tutti i riti di Beltane celebrati dai contadini nelle campagne inglesi del XVIII secolo, si accendeva un fuoco sul quale era posto un calderone pieno di uova, latte e farina di avena, successivamente si impastava una torta che presentava nove protuberanze.

Alla fine della cottura una parte dell’impasto era versato a terra come offerta e si spezzettavano le focacce ottenute chiamando quindi quegli animali che di solito erano predatori di bestiame o si nutrivano delle scorte alimentari.

In Galles la festa era celebrata nelle notti tra il primo e il tre di maggio, quando nove uomini, avendo cura di non avere nessun oggetto metallico con se, andavano per i boschi a cercare la legna di nove alberi differenti.

Il tutto era portato sul luogo della festa e con schegge di quercia veniva acceso il fuoco; a questo punto i partecipanti iniziavano a saltare sopra le fiamme o correvano intorno al falò accompagnati dalle grida degli altri che intanto mangiavano le focaccine precedentemente preparate.

Durante la festa era consumata anche molta birra e idromele, sostanze che presso i Celti erano ritenute in grande considerazione in quanto in grado di porli in comunicazione con il mondo spirituale.

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Preghiera alla natura

Preghiera alla natura


Posted By on Dic 31, 2018

 

Chinook nativi americaniPreghiera alla Natura

Invochiamo la terra, che è la nostra casa, con le sue meravigliose profondità e le svettanti altitudini, la sua vitalità e abbondanza di vita, e insieme chiediamo:”

“Insegnaci e mostraci il cammino

Invochiamo le montagne, le cascate e gli olimpi, le alte vallate verdi e le praterie pieni di fiori, le nevi che non si sciolgono mai, le vette del profondo silenzio, e chiediamo: “Insegnateci e mostrateci il cammino”.

Invochiamo le acque che solcano la terra, da orizzonte a orizzonte, che confluiscono nei fiumi e nei ruscelli, che cadono sui nostri campi e giardini, e chiediamo: “ Insegnateci e mostrateci il cammino”.

Invochiamo la terra che ci offre nutrimento, il suolo che nutre, i campi fertili, i giardini e gli orti abbondanti, e chiediamo:
”Insegnateci e mostrateci il cammino”.

Invochiamo le creature dei campi e delle foreste e dei mari, fratello e sorella lupo, cervo, aquila, e colomba, la grande balena e il delfino, la bellissima orca e il salmone, che dividono con noi la casa del nord, e chiediamo:
“ Insegnateci e mostrateci il cammino”.

Invochiamo la luna le stelle e il sole, che governano i ritmi e le stagioni della nostra vita, e ci ricordano che siamo parte di un immenso e meraviglioso universo, e chiediamo:
” Insegnaci e mostraci il cammino”.

Invochiamo tutti coloro che hanno vissuto su questa terra, i nostri amici e antenati, che hanno sognato tutto il bene possibile per le future generazioni, e sulla cui vita si innalza la nostra vita, e rendendo loro grazie chiediamo:
” insegnateci e mostrateci il cammino”.

E in fine invochiamo ciò che per noi vi è di più sacro, la presenza il potere del grande Spirito dell’amore e della verità che scorre nell’universo che sia con noi.

” Insegnateci e mostrateci il cammino”

 

Preghiera alla natura dei Chinook,  nativi americani del Nord-Ovest del Pacifico

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MABON

MABON


Posted By on Set 18, 2018

EQUINOZIO D’AUTUNNO
Mabon Equinozio d’Autunno

Mabon è la seconda delle feste del raccolto, anche chiamato Equinozio d’Autunno.

E’ un tempo di equilibrio, la notte e il giorno sono ugualmente suddivisi, ma la luce sta iniziando a diminuire a favore dell’oscurità.

L’equinozio d’autunno, il 23 Settembre, è il momento della discesa della Dea nel mondo del sotterraneo.
Con il suo allontanamento, vediamo il declino della natura e l’arrivo dell’inverno.

Tra l’altro è un mito classico e antico, visto nella storia sumera di Inanna e in quella greca e romana con Demetra e Persefone.

Il simbolismo di questo Sabbat è legato ai Misteri, all’Equilibrio, al momento in cui la notte e il giorno sono uguali.
Alcuni simboli di Mabon sono l’uva, il vino, le ghirlande, le pigne, il granturco, le foglie secche, le ruote del sole, il melograno.

Nella mitologia celtica Mabon, dio gallese della giovinezza, della vegetazione e dei raccolti, era figlio di Modron e di Mellt.

Era il dio della caccia, il cui culto era diffuso in tutta la Britannia settentrionale. Secondo la leggenda, fu rapito alla madre tre giorni dopo la nascita. Visse poi ad Annwn finché fu salvato da Culhwch.  A causa del suo soggiorno ad Annwn, Mabon rimase giovane per sempre.

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Lughnasadh

Lughnasadh


Posted By on Lug 28, 2018

Festa d’ Agosto
Lughnasadh

Lughnasadh, Lughnasad o lugnasa, pronunciato lu-nassa, è la festa del dio Lugh.

Nei testi medievali irlandesi viene anche chiamata Bron Trogain, ovvero il primo giorno del mese di Trogain.

In Inghilterra è chiamato oggi comunemente Lammas, termine sassone che significa “massa di pane”, oppure con il termine gallese Gwyl Awst che significa “festa d’agosto”.

Terza festa dell’estate, è la celebrazione del primo raccolto del cereale principale del luogo, di solito frumento od orzo.

Alcuni celebrano il rito alla luna piena del Leone che attraversa l’Acquario. Secondo il calendario, è il 1° agosto.

Lughnasadh

Comunque venisse celebrata questa festa, e sembra essere stata differente nelle varie zone di Gran Bretagna e Irlanda, era sempre la celebrazione dei primi frutti del raccolto.

Si tenevano fiere (la più documentata era quella di Tailtin/Teltown in Irlanda), vi erano la fabbricazione di figure di paglia, l’abbellimento o la decorazione dei pozzi con preghiere, corse di cavalli e altri giochi.

Chi cercava lavoro veniva assoldato per tutto l’anno, si risolvevano gli affitti e altre dispute legali, si celebravano matrimoni.

La stagione della crescita dopo Beltane è giunta al temine e ora entriamo nella stagione della mietitura.

Durante i riti di Lughnasadh si rappresentano spesso dei miti, con il re del grano che si offre al sacrificio per rinascere come pane appena sfornato.

Il cereale viene anche utilizzato per fare la birra, e la paglia viene usata per i giacigli nell’inverno a venire.

L’ estate è in declino. La potenza del dio sole è stata donata alle spighe gialle.

II sacrificio del re una volta era assai concreto, poiché si offriva il sangue agli dèi che avevano donato il grano. Il fulcro del rito oggi è ancora questo intreccio di vita rigogliosa e abbandono alla morte.

È sia una celebrazione di ciò che abbiamo seminato e nutrito, che ora è giunto a maturazione, sia un riconoscimento del suo morire essiccandosi nel calore dell’estate, sacrificandosi per le nostre necessità.

Il duro lavoro del raccolto deve essere compiuto con accettazione della responsabilità per averlo accumulato.

Dopo il grano matureranno i frutti e le bacche scure, apportando un’energia completamente diversa ai banchetti futuri.

Lughnasadh è spesso la festa più grande, con gente che arriva da molto lontano per condividere la gioia del raccolto, portando musica e cibo e scambiandosi tecniche e racconti.

(Emma Restall Orr – I Principi del Druidismo)
Foto: Meandering in Wonderland

Le Figlie Dell’Antica Religione

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Equinozio di primavera

Equinozio di primavera


Posted By on Mar 19, 2018

Equinozio di primavera

L’Equinozio di primavera, come quello d’autunno, è uno dei due momenti dell’anno in cui giorno e notte sono in perfetto equilibrio.
Astronomicamente è il momento in cui il sole si trova sopra all’equatore celeste ed è l’inizio della metà luminosa, quando le ore di luce superano quelle di buio.

E’ il primo giorno della primavera, la stagione della rinascita, associata presso varie culture a concetti come fertilità e resurrezione.

E’ il momento della rinascita dei nuovi progetti, il momento in cui è possibile realizzare quei sogni che sono nati nel periodo freddo. Il momento adatto per rinascere con la Natura e fondersi con Madre Terra, celebrarla e gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme.

Nel mondo ellenico, dopo l’Equinozio, si svolgeva le Adonìe, festa della resurrezione di Adone, bellissimo giovane amato dalla dea Afrodite che fu ucciso da un cinghiale (forse il dio Ares ingelosito).
Adone era in realtà il dio assirobabilonese Tammuz, a cui i fedeli si rivolgevano chiamandolo “Adon” (Signore).

Egli dimorava sei mesi all’anno negli inferi, come il sole quando si trova sotto all’equatore celeste (autunno e inverno).

Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce quando si ricongiungeva alla dea Ishtar, l’equivalente dell’Afrodite greca. Allo stesso modo si festeggiava Persefone che ritornava nel mondo dopo aver trascorso sei mesi nel regno dei morti.

Tutti questi miti ci mostrano la morte simbolica del Dio e la sua rinascita a un nuovo ciclo vitale. E’ l’unione di un simbolismo celeste (il cammino del sole nel cielo), di quello terrestre (il risveglio della Natura) in cui riecheggia il tema del matrimonio fra una divinità maschile, celeste o solare, e una femminile, legata alla terra o alla luna.

La primavera era, infatti, la stagione degli accoppiamenti rituali. Delle nozze sacre in cui il Dio e la Dea si accoppiavano per propiziare la fertilità.
Erano accesi dei fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra.

Come per altre festività stagionali antiche, questo giorno è stato in parte assorbito dalla chiesa cristiana e associato a due giorni cristiani.

Il primo è la festività dell’annunciazione della Vergine benedetta Maria, che cade il 25 marzo. Il secondo, naturalmente, è la Pasqua. Il termine “Easter” con cui in inglese si designa la Pasqua, ci riporta a un’antica divinità pagana dei popoli nordici, la dea Eostre, assimilabile a Venere, Afrodite e Ishtar, la quale presiedeva ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi.

I popoli Celti denominavano l’equinozio di Primavera “Eostur-Monath” e in seguito “Ostara”. Il nome sembrerebbe provenire da aus o aes e cioè Est, e, infatti, si tratta di una divinità legata al sole nascente, anzi “risorto” e al suo calore. A Eostre era sacra la lepre, simbolo di fertilità e animale sacro in molte tradizioni.

I Britanni associavano la lepre alle divinità della luna e della caccia e i Celti la consideravano un animale divinatorio.

Nella tradizione buddhista una leggenda narra di come una lepre si sacrificasse per nutrire il Buddha affamato, balzando nel fuoco. In segno di gratitudine il Buddha impresse l’immagine dell’animale sulla luna. In Cina la lepre lunare ha un pestello e un mortaio con cui prepara un elisir d’immortalità.

I Nativi americani Algonchini adoravano la Grande Lepre che si diceva avesse creato la Terra. Nell’antica Europa i Norvegesi rappresentavano le Divinità lunari accompagnate da una processione di lepri che portano lanterne. Anche la Dea Freya aveva come inservienti delle lepri e la stessa Dea Eostre era raffigurata con una testa di lepre.

La lepre di Eostre, che deponeva l’uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell’anno, è diventata l’odierno coniglio di Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo di fertilità.

Così le uova pasquali si ricollegano alle tradizioni pagane in cui si celebrava il ritorno della dea andando a scambiarsi uova “sacre” sotto l’albero ritenuto “magico” del villaggio. Usanza che collega Eostre alle divinità arboree della fertilità.

L’uovo non è scelto a caso ma è da sempre e per qualsiasi cultura, simbolo di vita, di creazione, di rinascita.

La nascita del mondo da un uovo cosmico è un’idea universalmente diffusa che era celebrata presso molte civiltà alla festa equinoziale di primavera, quando la natura risorge.

In numerose mitologie un uovo primordiale, embrione e germe di vita, è il primo essere a emergere dal Caos: è l’”Uovo del mondo” covato da una Grande Dea e dischiuso dal Dio Sole.

L’Equinozio è il giorno in cui si commemora la discesa della giovane Dea nel mondo sotterraneo e il suo ritorno trionfante alla superficie della terra, portando con sé i doni della luce, del calore e della fertilità per tutta l’umanità.

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