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Aria: i quattro elementi

Aria: i quattro elementi


Posted By on Nov 17, 2017



Aria energia vitale

Aria: i quattro elementi

L’aria, come il fuoco, è considerata un elemento attivo e maschile simbolo dello spirito, dell’attività mentale, rappresenta quindi l’energia della vita che è associata al respiro.

L’aria che noi emettiamo sotto forma di respiro è uno scambio di energia tra l’uomo e il mondo esteriore.

Vi sono tecniche di respirazione che hanno una funzione liberatoria in grado di permettere alla persona che le pratica di acquisire leggerezza ed energia.

Le proprietà pure dell’aria si contrappongono all’impurità dell’uomo, fatta di angosce e paure.

Simbolo di libertà è imprigionabile

Può penetrare ovunque e dovunque, fruga nella foresta e nella roccia, sfiora, passa e nessuno la può trattenere.

Non ha regola, non sai da dove viene o dove andrà, agisce dove, come e quando vuole, non la si può vedere, non ha peso eppure è intorno a noi e viviamo immersi in lei.

Non la possiamo vedere, non avendo una sua forma …

… tuttavia possiamo sentirne il suono e l’odore delle cose che trasporta: il rumore delle foglie, il profumo del bosco o il sapore del mare.

In lei traspaiono le ombre della notte e le luci del giorno.

La forza dell’aria è immensa, crea correnti, diventa vento impetuoso con la capacità di abbattere grandi alberi, fa gonfiare e avanzare le imbarcazioni: è la forza di agire.

Alchemy water symbol.svgACQUA
Troviamo nei testi indù “tutto era acqua”, nel Tao “le acque non avevano rive”, nella Genesi “Lo spirito di Dio era sulla superficie dell’acqua

Alchemy air symbol.svgARIA
L’aria, come il fuoco, è considerata un elemento attivo e maschile simbolo dello spirito, dell’attività mentale, rappresenta quindi l’energia della vita che è associata al respiro.

Alchemy fire symbol.svgFUOCO
Il fuoco rappresenta l’energia universale, il suo simbolo è riferito al sole che con i suoi raggi concede l’energia necessaria alla vita, riscalda e illumina

Alchemy earth symbol.svgTERRA
Il concetto di “Madre Terra” è presente in ogni cultura, la Terra è l’archetipo della “Grande Madre feconda”, perché la Natura con la sua linfa vitale alimenta ogni forma vivente.

 

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CHAKRA

CHAKRA


Posted By on Gen 17, 2021

CHAKRA

Chakra
Chakra picture produced by AuraStar2000TM bio-energy sensor

Chakra è una parola che viene dal sanscrito, antica lingua parlata dalle popolazioni indiane dell’Asia. Chakra significa ruota, circolo, e disco solare, ed è un attributo del dio hindú Vishnu.

I Chakra sono centri di energia della nostra forza vitale.

Ogni chakra corrisponde a una ghiandola endocrina del nostro corpo, ne controlla aree e funzioni fisiche specifiche. Il Chakra in cui si manifestano stress o malattie, risulta più scuro, opaco e torbido. Sbloccare e fare scorrere nuovamente l’energia in quel chakra può guarire il problema fisico.

Alcune medicine alternative, per esempio la cristalloterapia, fanno riferimento alla nozione del chakra sebbene non vi sia alcuna evidenza scientifica circa la loro esistenza.

Esistono sette chakra basici:
  • DELLA CORONA: si trova nella parte superiore della nuca. Corrisponde alla ghiandola pineale ed è responsabile del cervello e del sistema nervoso.
  • DELLE SOPRACCIGLIA: posizionato al centro della fronte (terzo occhio) corrisponde alla ghiandola pituitaria. E’ responsabile della fronte, delle tempie e del sistema carotideo.
  • DELLA GOLA: è alla base della gola e corrisponde alla ghiandola tiroidea. E’ responsabile del collo e del sistema branchiale.
  • DEL CUORE: si trova al centro del petto e corrisponde alla ghiandola timo. E’ responsabile del cuore, dei sistemi di circolazione e cardiaco, dei polmoni e della zona del petto.
  • PLESSO SOLARE: è posizionato tra l’ombelico e la parte inferiore dello sterno. Questo chakra che corrisponde al pancreas, è un centro di energia importante, responsabile dello stomaco, intestino e fegato. Degli occhi, della pelle e del sistema muscolare.
  • SACRALE: Posizionato al centro dell’addome, corrisponde alle gonadi (le ghiandole che hanno la funzione di elaborare gli ormoni regolatori dell’attività sessuale: nell’uomo i due testicoli, nella donna le due ovaie). E’ responsabile del sistema riproduttivo e dell’area lombare.
  • RADICE: si trova tra gli organi sessuali e l’ano. Corrisponde alla ghiandola surrenale. E’ responsabile della struttura ossea, compresi i denti, del nervo sciatico, delle gambe e delle anche.

A secondo delle varie culture, ai chakra, vengono attribuiti specifici colori, elementi della Terra e determinate pietre.

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Artiglio del diavolo

Artiglio del diavolo


Posted By on Ott 25, 2018

Artiglio del diavolo

Troviamo l’artiglio del diavolo soprattutto in forma di pomata o di capsule, in cui il principio all’interno apporta un’efficace beneficio.

Questa pianta originaria della Namibia è utilizzata dalle popolazioni indigene come amaro-tonico per la febbre e nei disturbi digestivi.

Il nome deriva dal greco harpago che significa uncino da arrembaggio, infatti, i frutti della pianta sono provvisti di uncini con i quali si attaccano alle zampe degli animali permettendo così di diffondersi.

Le ricerche cliniche e sperimentali evidenziano la notevole azione antinfiammatoria di questa pianta, alla quale si associano potenti proprietà antidolorifiche e antispastiche; possiede inoltre un’azione rilassante sulla muscolatura liscia.

L’artiglio del diavolo lo troviamo soprattutto in forma di pomata o capsule, in cui il principio all’interno apporta beneficio all’organismo e risolve in maniera diretta il problema insorto.

Per i fastidi più lievi è consigliato l’uso della pomata, da applicare esternamente mentre per dolori di maggiore entità è meglio assumere il rimedio con una maggiore concentrazione di principio attivo, come le capsule.

Questa pianta è utilissima in caso d’infiammazioni come:
tendiniti
osteoartrite
artrite reumatoide
mal di schiena
dolori cervicali
infiammazione alla sciatica
artrite
artrosi
dolori muscolari di vario genere

La radice del diavolo ha un sapore molto amaro, può provocare talvolta dolori di stomaco con nausea, soprattutto in soggetti con gastrite acuta e/o ulcera, quindi si consiglia di assumere questa pianta a stomaco pieno.

E’ sconsigliato l’uso nei bambini al di sotto dei dodici anni e nelle donne in gravidanza e durante l’allattamento.

Aloe vera
Le proprietà curative di questa pianta sono innumerevoli e i suoi effetti collaterali sono praticamente nulli.
Basilico
E’ una delle piante aromatiche più usate in cucina e grazie all’eugenolo, la sostanza che le dona il caratteristico profumo, il basilico assume un’importante funzione depurativa e antinfiammatoria
Garofano
L’ olio essenziale di garofano rientra nelle preparazioni farmacologiche utilizzate negli studi dentistici, proprio grazie al suo potere antimicrobico e alla sua azione analgesica pressoché immediata
Iperico
Alcuni studi clinici hanno dimostrato che l’iperico ha un’efficacia paragonabile ad alcuni psicofarmaci nella cura della depressione lieve e moderata
Lavanda
L’olio essenziale di lavanda è uno degli oli essenziali più usati; non ha controindicazioni, salvo eventuali allergie a questa pianta.
Limone
Giallo come il sole il limone, contiene virtù incredibili, ha proprietà antibatteriche e detergenti, depurative, disintossicanti dell’organismo, rimineralizzanti e antianemiche, attiva e rinforza le difese immunitarie.

 

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Frutta e verdura

Frutta e verdura


Posted By on Ago 3, 2018

Leggende e storia
Frutta e Verdura

Lenticchie

LENTICCHIE
Nella Bibbia si ricorda l’episodio di Esaù che allettato da un piatto di lenticchie, lo barattò in cambio della primogenitura con il fratello Giacobbe.

Reperti fossili del neolitico fanno risalire a epoche lontane l’origine delle lenticchie.
Al Museo del Louvre sono conservati dei semi ritrovati nelle tombe egizie della XII dinastia.

Le lenticchie sono un piatto tradizionale del Capodanno e indicano prosperità.

Cavoli

CAVOLI
In un’opera di Plinio apparvero le prime informazioni su quest’ortaggio considerato sacro dalle popolazioni ioniche.

Ippocrate e Catone lo indicavano come elemento terapeutico contro tutti i mali, persino la peste; i soldati romani si curavano ferite e piaghe applicandovi sopra le foglie.

Oggi il succo di cavolo, per le sue qualità sgrassanti, è utilizzato in alcuni prodotti di bellezza.

Fave

FAVE
Pare che la fava sia originaria dell’Algeria, dove è tuttora coltivata su vasta estensione.

Omero e Virgilio ci hanno lasciato notizie interessanti sul modo di cuocerle, sul valore nutritivo e sui vari sistemi di essicazione.

Le fave furono importate dai legionari romani durante le guerre d’Africa.

Patate

PATATE
Di origine peruviana, la patata si è diffusa in Equador, Cile e in seguito in Messico.

Fu importata in Europa nel 1570 e, dopo qualche anno, giunse in Italia, omaggio del re di Spagna al Papa.

Uno dei trattati più celebri della letteratura gastronomica sulla patata si deve a monsignor Corrado di Napoli, in un libro del 1600.

Erroneamente si pensò che l’importazione della patata fosse dovuta a Francis Drake, al quale i tedeschi innalzarono un monumento nella zona di Baden, abbattuto poi dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Fagioli

FAGIOLI
Prima dello sbarco di Colombo in America, nel continente si mangiava già questo legume; lo testimoniano le scoperte di alcuni fossili ritrovati vicino a Lima.

I primi europei che descrissero i fagioli furono i botanici Fuchs e Tragus nel 1542.

Nel 1909 il botanico Comes catalogò cinquecento diversi tipi di fagioli.

Nelle leggende si racconta che il fagiolo porti fortuna, e inoltre doni immortalità, tant’è che alcuni fagioli trovati nelle tombe egizie riuscirono a germogliare dopo millenni passati nelle piramidi.

Le matrone romane portavano al collo collane di fagioli convinte di conquistare così ricchezza e amore.

Pomodori

POMODORI
Troviamo, in Italia, le virtù del pomodoro in un libro di medicina scritto dal dottor Mattioli nel 1586.

L’origine si fa risalire all’America e l’importazione ai navigatori da Colombo in poi.

L’importanza assunta nella cucina è testimoniata dalle innumerevoli preparazioni a base di pomodoro.

Arance

ARANCE
Furono i romani a scoprire le proprietà degli agrumi e in particola quelle delle arance e dei limoni, durante le conquiste mediorientali.

intorno all’anno Mille gli alberi furono trapiantati nel nostro paese.

C’è invece chi colloca la loro nascita in Cina, poi trasportate nelle Americhe attraverso il Pacifico e l’India, da dove appunto si diffusero nel Medio Oriente.

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Equinozio di primavera

Equinozio di primavera


Posted By on Mar 19, 2018

Equinozio di primavera

L’Equinozio di primavera, come quello d’autunno, è uno dei due momenti dell’anno in cui giorno e notte sono in perfetto equilibrio.
Astronomicamente è il momento in cui il sole si trova sopra all’equatore celeste ed è l’inizio della metà luminosa, quando le ore di luce superano quelle di buio.

E’ il primo giorno della primavera, la stagione della rinascita, associata presso varie culture a concetti come fertilità e resurrezione.

E’ il momento della rinascita dei nuovi progetti, il momento in cui è possibile realizzare quei sogni che sono nati nel periodo freddo. Il momento adatto per rinascere con la Natura e fondersi con Madre Terra, celebrarla e gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme.

Nel mondo ellenico, dopo l’Equinozio, si svolgeva le Adonìe, festa della resurrezione di Adone, bellissimo giovane amato dalla dea Afrodite che fu ucciso da un cinghiale (forse il dio Ares ingelosito).
Adone era in realtà il dio assirobabilonese Tammuz, a cui i fedeli si rivolgevano chiamandolo “Adon” (Signore).

Egli dimorava sei mesi all’anno negli inferi, come il sole quando si trova sotto all’equatore celeste (autunno e inverno).

Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce quando si ricongiungeva alla dea Ishtar, l’equivalente dell’Afrodite greca. Allo stesso modo si festeggiava Persefone che ritornava nel mondo dopo aver trascorso sei mesi nel regno dei morti.

Tutti questi miti ci mostrano la morte simbolica del Dio e la sua rinascita a un nuovo ciclo vitale. E’ l’unione di un simbolismo celeste (il cammino del sole nel cielo), di quello terrestre (il risveglio della Natura) in cui riecheggia il tema del matrimonio fra una divinità maschile, celeste o solare, e una femminile, legata alla terra o alla luna.

La primavera era, infatti, la stagione degli accoppiamenti rituali. Delle nozze sacre in cui il Dio e la Dea si accoppiavano per propiziare la fertilità.
Erano accesi dei fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra.

Come per altre festività stagionali antiche, questo giorno è stato in parte assorbito dalla chiesa cristiana e associato a due giorni cristiani.

Il primo è la festività dell’annunciazione della Vergine benedetta Maria, che cade il 25 marzo. Il secondo, naturalmente, è la Pasqua. Il termine “Easter” con cui in inglese si designa la Pasqua, ci riporta a un’antica divinità pagana dei popoli nordici, la dea Eostre, assimilabile a Venere, Afrodite e Ishtar, la quale presiedeva ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi.

I popoli Celti denominavano l’equinozio di Primavera “Eostur-Monath” e in seguito “Ostara”. Il nome sembrerebbe provenire da aus o aes e cioè Est, e, infatti, si tratta di una divinità legata al sole nascente, anzi “risorto” e al suo calore. A Eostre era sacra la lepre, simbolo di fertilità e animale sacro in molte tradizioni.

I Britanni associavano la lepre alle divinità della luna e della caccia e i Celti la consideravano un animale divinatorio.

Nella tradizione buddhista una leggenda narra di come una lepre si sacrificasse per nutrire il Buddha affamato, balzando nel fuoco. In segno di gratitudine il Buddha impresse l’immagine dell’animale sulla luna. In Cina la lepre lunare ha un pestello e un mortaio con cui prepara un elisir d’immortalità.

I Nativi americani Algonchini adoravano la Grande Lepre che si diceva avesse creato la Terra. Nell’antica Europa i Norvegesi rappresentavano le Divinità lunari accompagnate da una processione di lepri che portano lanterne. Anche la Dea Freya aveva come inservienti delle lepri e la stessa Dea Eostre era raffigurata con una testa di lepre.

La lepre di Eostre, che deponeva l’uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell’anno, è diventata l’odierno coniglio di Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo di fertilità.

Così le uova pasquali si ricollegano alle tradizioni pagane in cui si celebrava il ritorno della dea andando a scambiarsi uova “sacre” sotto l’albero ritenuto “magico” del villaggio. Usanza che collega Eostre alle divinità arboree della fertilità.

L’uovo non è scelto a caso ma è da sempre e per qualsiasi cultura, simbolo di vita, di creazione, di rinascita.

La nascita del mondo da un uovo cosmico è un’idea universalmente diffusa che era celebrata presso molte civiltà alla festa equinoziale di primavera, quando la natura risorge.

In numerose mitologie un uovo primordiale, embrione e germe di vita, è il primo essere a emergere dal Caos: è l’”Uovo del mondo” covato da una Grande Dea e dischiuso dal Dio Sole.

L’Equinozio è il giorno in cui si commemora la discesa della giovane Dea nel mondo sotterraneo e il suo ritorno trionfante alla superficie della terra, portando con sé i doni della luce, del calore e della fertilità per tutta l’umanità.

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