Selinunte: il fascino della civiltà greca e cartaginese

Selinunte: il fascino della civiltà greca e cartaginese, appare agli occhi del visitatore

con i suoi templi dorici, tra colonne cadute e rovine di mura, mostrando

la sua passata grandiosità.

Selinunte: il fascino della civiltà greca e cartaginese
Selinunte: il fascino della civiltà greca e cartaginese.
Il tempio di Hera: architettura religiosa 470 – 760 a.C.

Situata in una bassa bassa terrazza, affacciata sul mare, l’Acropoli è

delimitata da due fiumi: il Selinus, chiamato oggi Modione, e l’Hipsas,

il fiume Cottone, sulle cui foci erano situati due porti, che oggi sono sotterrati.Selinunte: il fascino della civiltà greca e cartaginese

L’Acropoli Selinunte, che ha una forma a pera, è collegata a nord con

la città nuova: Neapolis, attraverso un istmo.

Questa antica colonia greca è sorta in questo luogo grazie alle meraviglie

naturali che lo caratterizzano: abbondanza di acqua, territorio ricco e fertile,

mare pescoso.

Selinunte: il fascino della civiltà greca e cartaginese

Selinunte nacque per essere una città ricca, divina, in cui il clima mediterraneo,

la particolarità del cielo color cobalto la rese la dimora preferita degli Dei Hera e Zeus,

signori del cielo; anche i fiumi hanno un ruolo importante e benefico come portatori

di fecondità dei terreni, e quindi portatori di sviluppo e di prosperità per

le popolazioni circostanti.

La città prese nome dal fiume Selinus, figlio del dio Poseidone,

che prende a sua volta nome dalla pianta caratteristica “selinon” chiamata Appio, la divina pianta di sedano che, con le sue caratteristiche curative, immunizzava gli abitanti dalla malaria,

viene offerta ad Apollo, Dio della medicina.

La collocazione geografica di questa città, favorevole al commercio con l’Africa,

il suo magnifico territorio ricco di prodotti davano alla città Selinunte

il titolo di perla del Mediterraneo.

Marinella di Selinunte
Marinella di Selinunte

Lo splendore di questa colonia greca era sconosciuto alla lontana patria,

gli imponenti edifici presenti testimoniano la ricchezza e l’alto tenore

di vita dei cittadini.

Riserva del Belice

Il reddito dei cittadini era molto alto, le spese per il sostentamento erano minime e

quindi avevano una grande disponibilità economica da dedicare al vestiario e

ai divertimenti.

Marinella di Selinunte
Spiaggia di Marinella di Selinunte

“Vivere alla siciliana” significava, secondo Platone, vivere beatamente,

tra mense e banchetti.

“Vestire alla siciliana” voleva dire ornarsi di tessuti preziosi, prodotti per

uso esclusivo dei ricchi proprietati terrieri dell’isola.

Nel primo periodo la città aveva un regime aristocratico, che si basava sulla

proprietà territoriale.

Più tarde nacque la tirannia con Terone, che, per amore del lusso, protesse

l’arte e la letteratura, e si dedicò anche all’azione politica e di governo,

facendo costruire le mura della città e espandendo i confini.

I Selinuntini, all’inizio del VI secolo, espansero i loro domini sino a Minoa.

Erice
Erice

Il successivo tiranno fu Pitagora, spodestato da Eurileonte.

Nel VI secolo la città si era allargata: aveva forma quadrilatera,

tra Mazara- Sciacca- Salemi e Poggioreale, con 200.000

abitanti su una superficie di 1.750 Kmq.

I colonizzatori greci di Selinunte vollero espandersi anche occidente in

direzione di Mazara e a settentrione verso Segesta, con la quale nacque

una rivalità che diede inizio a una lunga guerra che culminò con la

fine dell’ellenismo siciliano.

Segesta si rivolse ad Atene per chiedere aiuto, che nel 415 a.C.

mandò una spedizione, ma questo intervento si risolse con una catastrofe,

preludio della caduta della grande potenza di Atene.

Nel 409 a.C.  Cartagine  alla fine di una guerra lampo distrusse Selinunte.

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