Non andrà mai come abbiamo immaginato.


T’ho immaginato in veranda con una sigaretta accesa e la musica lenta,
se sapessi che siamo fatti delle stesse parole ci morirei, se solo tu sapessi quanta voglia io abbia di fare la cosa sbagliata e vedere come va, che tanto non ci prendo mai e se capita la rovino in un battito di ciglia,
t’ho improvvisato sotto la luce del tramonto che c’era ieri sera e mi sei mancato, ho letto i tuoi occhi nell’aria prepotente della mattina,
nella gelosia dei passanti che ci vedono ma non ci osservano mai,
perché noi non facciamo mai niente per caso,
t’ho visto tra le cose di tutti i giorni e mi sono sentita in imbarazzo da quanto mi è piaciuto eppure era solo uno stupido pensiero, è volato via pure quello, mi è piaciuto perché non vorrei più farne una distinzione, sbaglio sempre,
ma tu non hai bisogno di vedermi e maledetto te, lo capisci in uno schiocco di dita, t’ho imparato a memoria che tanto per fartelo capire non l’ho fatto apposta, ho improvvisato e lì sei rimasto, una circostanza, niente di più.
Chissà se a volte mi capita di indovinarci qualcosa in te, perché parlare non serve a niente, sei stato così vicino alle mie paure che per poco ti confondevo per una di loro, sbagliato o meno mi saresti piaciuto comunque e mi pesa pensare che vada male, che non sei tu,
che tutto vada sempre a rotoli e ci si dimentica.
Forse t’ho indovinato quando ti dissi che questa pazzia è solo mia, che mi lasci correre mentre tu stai a guardare, qualcosa accadrà, può darsi che dopo insieme ne rideremo come scemi, improvviso, non andrà mai come abbiamo immaginato.

Alice Giaquinta

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Photo by Travis Grossen

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